Attualità | Rassegna
Di cosa si è parlato questa settimana
I giorni in cui scoprimmo che tutti amano Silvio Berlusconi, tutti hanno letto Cormac McCarthy e tutti odiano gli youtuber.
Politica – Pompe funebri
Il funerale di Berlusconi è la prova che anche gli adagi popolari si superano. Nel Paese dei vizi privati e delle pubbliche virtù, lui è riuscito prima a esporre in pubblico i vizi e poi a farli coincidere con le virtù. Forse è tutto quello che resta (oltre al ricordo dell’antiberlusconismo) del ventennio berlusconiano, un unico coro – come i “chi non salta comunista è” che hanno scandito il funerale in Duomo a Milano – di esaltazione, ché della confessione e dell’assoluzione a lui non è mai interessato nulla. Funerali di Stato, lutto nazionale e, soprattutto, una nuova forma di unità nazionale, l’equivalente luttuoso della grande coalizione: tutti uniti nel pianto, vero o finto, nessuno disturbi l’omelia funebre a reti (le sue per prime, ovviamente) unificate.
Letteratura – Il bel maccartismo
Una delle bellezze di Cormac McCarthy sta nel fatto che non c’è modo di conoscerlo se non leggendone i libri: ha concesso pochissime interviste e non frequentava eventi col pubblico. Di lui rimane comunque (forse proprio per questo) un’eredità troppo grande per essere misurata, un contributo immenso al canone letterario – riconosciuto dallo stesso inventore del canone, Harold Bloom – e un’influenza che ha superato i confini della letteratura producendo capolavori in altre arti, di altri artisti (è difficile immaginare il cinema americano del nuovo millennio senza Non è un paese per vecchi dei Coen). Coerentemente, McCarthy le ultime cose che aveva da dire prima di morire le ha dette con due romanzi: Il passeggero, uscito poco prima della morte, e Stella Maris, che uscirà poco dopo, a settembre.
Cronaca – World Wild Web
Che tra i cosiddetti content creator ci siano esempi di idiozia tanto sfolgoranti quanto monetizzabili è cosa nota. C’è stato quello che si divertiva a fare video ai cadaveri di ragazzini suicidi, quello che mandava il suo stesso aereo a schiantarsi contro una montagna per poi mettere tutto su YouTube, quello che trovava spassosissimo riempire il suo canale Twitch di battute sulla Shoah. C’è quasi sempre stato un limite, però: questa idiozia faceva danni limitati, metteva alla prova i nervi ma non costituiva pericolo per l’incolumità altrui. Nel caso dei The Borderline, il limite è stato superato e le conseguenze le ha subite un bambino di cinque anni, morto perché, a quanto pare, una challenge che prevede di passare 50 ore consecutive alla guida di una macchina non è più un’idiozia, è un contenuto.
Cinema – Nuti due volte
Francesco Nuti ha vissuto una vita da grande attore di una generazione, per un momento destinato alla stessa grandezza dei coetanei Benigni, Troisi, Verdone. E poi ha vissuto un’altra vita, Nuti, una in cui quel destino da venerato maestro non si è mai realizzato, al suo posto una parabola cominciata con la decadenza e finita in oblio. C’entra la sorte e le circostanze avverse e i tempi diversi in cui parlare di certe cose – alcolismo, depressione – significava esclusione inevitabile, solitudine assicurata. Non sarà una consolazione, ma speriamo che quel destino mancato di Nuti si realizzi adesso, restituendo ai suoi film il posto e la considerazione che meritano nella storia del cinema italiano.
Esteri – Tragedia greca
I naufragi nel Mediterraneo stanno diventando l’equivalente europeo dei mass shooting americani: tragedie alle quali ci stiamo abituando, stragi le cui vittime siamo capaci di contare nell’ordine delle centinaia, talvolta delle migliaia, senza che i numeri ci muovano in alcuna direzione, ci spingano a far nulla. Quella al largo della costa di Kalamata sarà alla fine una delle stragi peggiori: a bordo pare ci fossero 750 migranti, 100 bambini stipati nella stiva, garanzia che i 79 morti finora accertati alla fine saranno di più e le 104 persone salvate probabilmente resteranno quelle. Nel frattempo, la solita discussione: la responsabilità dei salvataggi, gli errori dei Paesi, l’indifferenza europea. Fino alla prossima strage.
Personaggi – Teslaccio
Elon Musk si è fatto un po’ di giri per Roma a bordo di una Tesla Model Y bianca. Dalla terrazza dell’hotel Bernini Bristol, con la sua vista stupenda, al caratteristico ingorgo nel traffico tra i tassisti di via del Corso, non si è fatto mancare niente, e ha twittato, tutto contento: «Quanto sei bella Roma!». La sua però, non era una vacanza, ma un viaggio d’affari: l’imprenditore è andato a Palazzo Chigi per un appuntamento con Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, nonché vicepresidente del Consiglio dei ministri, con cui avrebbe parlato, secondo quanto riferito da quest’ultimo su Twitter, «di automotive ed aerospazio, settori dove l’Italia dispone di manodopera e tecnologia all’avanguardia», aggiungendo, «pronti a collaborare sulle sfide del nostro tempo come la cybersicurezza. Mi sono complimentato per i suoi successi imprenditoriali». Con Giorgia Meloni, invece, pare abbia parlato di denatalità.