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23:34 mercoledì 10 dicembre 2025
Si è scoperto che Oliver Sacks “ritoccò” alcuni casi clinici per rendere i suoi libri più appassionanti e comprensibili Un'inchiesta del New Yorker ha rivelato diverse aggiunte e modifiche fatte da Sacks ai veri casi clinici finiti poi nei suoi libri.
Lo 0,001 per cento più ricco della popolazione mondiale possiede la stessa ricchezza della metà più povera dell’umanità, dice un rapporto del World Inequality Lab Nella ricerca, a cui ha partecipato anche Thomas Piketty, si legge che le disuguaglianze sono ormai diventate una gravissima urgenza in tutto il mondo.
È morta Sophie Kinsella, l’autrice di I Love Shopping Aveva 55 anni e il suo ultimo libro, What Does It Feel Like?, era un romanzo semiautobiografico su una scrittrice che scopre di avere il cancro.
La Casa Bianca non userà più il font Calibri nei suoi documenti ufficiali perché è troppo woke E tornerà al caro, vecchio Times New Roman, identificato come il font della tradizione e dell'autorevolezza.
La magistratura americana ha pubblicato il video in cui si vede Luigi Mangione che viene arrestato al McDonald’s Il video è stato registrate dalle bodycam degli agenti ed è una delle prove più importanti nel processo a Mangione, sia per la difesa che per l'accusa.
David Byrne ha fatto una playlist di Natale per chi odia le canzoni di Natale Canzoni tristi, canzoni in spagnolo, canzoni su quanto il Natale sia noioso o deprimente: David Byrne in versione Grinch musicale.
Per impedire a Netflix di acquisire Warner Bros., Paramount ha chiesto aiuto ad Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi e pure al genero di Trump Lo studio avrebbe chiesto aiuto a tutti, dal governo USA ai Paesi del Golfo, per lanciare la sua controfferta da 108 miliardi di dollari.
Sempre più persone si uniscono agli scream club, cioè dei gruppi in cui per gestire lo stress invece di andare dallo psicologo ci si mette a urlare in pubblico Nati negli Stati Uniti e arrivati adesso anche in Europa, a quanto pare sono un efficace (e soprattutto gratuito) strumento di gestione dello stress.

Di cosa si è parlato questa settimana

La passione del centrosinistra per l'analisi della sconfitta, l'entusiasmo di Arisa per il governo Meloni, le sorprendenti nuove firme dell'Unità e le altre notizie degli ultimi giorni.

03 Giugno 2023

Politica – Ogni maledetta domenica elettorale
Esiste un limite alla portata innovatrice di ogni nuovo leader del centro sinistra, un limite che corrisponde alla prima sconfitta elettorale (a cui segue ovviamente la grande tradizione dell’analisi della stessa). Non importa di che elezioni si tratti: europee, politiche, regionali, amministrative, municipali, condominiali, chiunque si trovi alla guida del centro sinistra (e alla segreteria del Pd in particolare) sa che non c’è scampo, che prima o poi la maledetta domenica elettorale arriverà. Ora è il turno di Elly Schlein – ovviamente attaccata dal suo stesso partito prima che da chiunque altro – per la quale però ci si immagina che questa discussione sia tutto sommato un sollievo: meglio essere criticata per una sconfitta alle amministrative che per la scelta di affidarsi a un’armocromista.

Polemiche – C’eravamo tanto amati
Nel suo ultimo post sfogo su Instagram, Arisa ha definito «sfortunata» l’intervista da lei stessa rilasciata a Peter Gomez, in cui ha espresso il suo appoggio al governo guidato da Giorgia Meloni e le sue – confuse – opinioni sui diritti della comunità Lgbtq+. La cantante italiana, che non è nuova a esternazioni social bizzarre ma che è sempre stata considerata «un’alleata» della comunità queer, ha anche auspicato che la premier andasse al Pride, «per capire le vostre ragioni» e «amministrare uno Stato di persone felici». Non sappiamo se Meloni raccoglierà questo accorato invito, di certo questo è l’ennesimo caso in cui non si può far altro che registrare quanto le personalità-meme, e le personalità dello spettacolo in generale, dovrebbero star lontane da argomenti politici che non sanno maneggiare.

Altre polemiche – Compagni che sbagliano
È tornata in edicola l’Unità, resuscitata per l’ennesima volta, a questo giro con la direzione di Piero Sansonetti. Per coerenza con la travagliatissima storia recente del giornale, i primi giorni dopo la resurrezione sono stati piuttosto, appunto, travagliati. Licenziamenti inspiegati (di Angela Azzaro, che avrebbe dovuto essere la direttrice del sito) e collaborazioni inspiegabili come quella del terrorista fascista Valerio “Giusva” Fioravanti. Sansonetti ha detto che Fioravanti è Caino e la nuova Unità difenderà tutti i Caino d’Italia. E in molti gli hanno chiesto: ma con tutti i Caino che ci sono in Italia, proprio Fioravanti doveva essere quello che scrive sull’Unità?

Cronaca – Gone Girl
Ogni volta che in Italia un uomo uccide una donna (spesso la sua compagna) la discussione che scaturisce da ognuna di queste tragiche morti è, immancabilmente, la stessa. Nel nostro Paese, il limite culturale che non ci permette di affrontare la questione della violenza di genere in maniera sistematica affonda nella radice stessa del problema: ne è un esempio la narrazione voyeurisica e scadente di tanto giornalismo italiano, che in questi giorni ha dato, come sempre, il peggio di sé, tra paternalismi sulla vittima e lirismi sull’assassino da far accapponare la pelle. Una storia che conosciamo fin troppo bene.

Stati Uniti – Armiestizio
Star di Call Me by Your Name, stupratore e cannibale, manipolatore, agente immobiliare alle Isole Cayman e, infine, uomo innocente (perlomeno, questo ha deciso la legge). La procura di Los Angeles ha deciso di archiviare l’accusa di violenza sessuale nei confronti dell’ormai ex attore Armie Hammer. La decisione è stata annunciata mercoledì 30 maggio, come riporta il New York Times, in una conferenza stampa che diventa così l’ultimo capitolo di una delle più incredibili e inquietanti vicende della storia recente di Hollywood (ne avevamo parlato approfonditamente qui e qui). Lui ha festeggiato con un post di ringraziamenti sul suo Instagram, ancora seguito da 1,2 milioni di follower nonostante fosse inattivo ormai da un bel po’.

Città – Green River
Nel progetto Green River, realizzato dal 1998 al 2001, l’artista Ólafur Elíasson colorò di verde fosforescente l’acqua dei fiumi di diverse grandi città: 6 corsi d’acqua in Germania e altri in Islanda, Norvegia, a Los Angeles, Stoccolma e Tokyo, usando il colorante idrosolubile uranina che viene usato per monitorare le correnti oceaniche (innocuo per l’ecosistema). L’opera esprimeva la preoccupazione per la complicata relazione tra l’ambiente e la realtà urbana. Il colore dell’acqua (lo potete vedere sul sito dell’artista) era identico a quello fotografato il 30 maggio a Venezia, ma né Elíasson né gli ambientalisti, per ora, hanno rivendicato il gesto (in questo caso si trattava di fluorescina, una sostanza organica che viene usata per diversi scopi, compresi quelli diagnostici per gli esseri umani). Intanto, il Canale Grande è già tornato alla normalità.

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