Attualità | Rassegna

Di cosa si è parlato questa settimana

La biografia di Hitler secondo Lavrov, la delirante serata di Santoro, il Met Gala più noioso della storia e le altre notizie degli ultimi giorni.

Polemiche – Caccia al Lavrov
Un intrigo internazionale cominciato sulle frequenze di Rete4: Giuseppe Brindisi ospita a Zona bianca il Ministro degli Esteri russo Lavrov che, sentendosi a casa nel Paese dalla tv più putiniana del mondo, si lascia andare a diverse confidenze. Secondo Lavrov, Hitler era in parte ebreo, prova che i peggiori antisemiti sono proprio gli ebrei e che quindi non c’è nulla di contraddittorio nel dare del nazista a Zelensky. Il premier israeliano Naftali Bennett si è incazzato moltissimo, tanto che Putin è stato costretto a telefonargli per dire che quello che dice Lavrov (alla tv italiana, poi) non è da prendere sul serio. Chissà, magari alla storia passerà che le prime crepe nel granitico governo russo le ha aperte l’Italia.

Ancora polemiche – Circus
È stata l’ennesima notte da leoni della carriera di Michele Santoro, che dopo averci spiegato il significato della libertà d’informazione prima e di quella vaccinale poi, ci ha regalato una lectio magistralis sul pacifismo condotta con quanto di meglio la sinistra italiana avesse da offrire. Nel Novecento. Luciana Castellina, Moni Ovadia, Fiammetta Cucurnia, Sabina Guzzanti, Ascanio Celestini, Tomaso Montanari, più una ventata di freschezza tra ex Sardine e «amici di Greta (Thunberg, ndr)». Obiettivo della serata, centratissimo, è stato spiegare che al mondo c’è solo una cosa peggiore della guerra: gli Usa, seguiti a stretto giro da Zelensky. Aspettiamo una serata bis per sapere che pensare di Putin.

Stati Uniti – Diritti interrotti
Lo scorso lunedì, Politico ha pubblicato in esclusiva una bozza della decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti su un caso che riguarda il diritto di accesso all’aborto. Secondo quanto si legge nel documento, la Corte sembra ribaltare la storica sentenza del 1973, conosciuta come “Roe vs Wade”, che da allora garantisce l’accesso all’interruzione di gravidanza volontaria a livello federale. L’autenticità della bozza è stata confermata, mentre le polemiche sono scoppiate violente in tutto il Paese, e non solo. Se la decisione venisse confermata – la sentenza è attesa a giugno – gli Stati federali potrebbero di fatto vietare l’aborto. Sì, negli Stati Uniti.

Cronaca – Giù la maschera
Quella appena conclusa è stata la prima settimana senza obbligo di indossare la mascherina. O meglio: con meno obbligo di indossare la mascherina, visto che in alcune circostanze (a lavoro) e luoghi (i mezzi di trasporto) bisognerà ancora portarla. Prevedibilmente, le scelte del governo hanno riacceso una discussione che ormai evoca nostalgia: da una parte quelli che della mascherina vogliono liberarsi una volta per tutte e dall’altra i convinti sia un’abitudine da conservare anche una volta che la pandemia sarà ufficialmente e definitivamente superata, un po’ come sta succedendo in Corea del Sud.

Cinema – Qui ride Paolo
L’unica sorpresa dell’edizione 2022 dei David di Donatello è stata Swamy Rotolo, premiata come miglior attrice protagonista per la sua interpretazione in A Chiara (molto più prevedibili le vittorie di Silvio Orlando per il suo ruolo in Ariaferma e di Eduardo Scarpetta in Qui rido io). Per il resto, È stata la mano di Dio si conferma il titolo italiano più importante dell’anno (Miglior film, regia, attrice non protagonista con Teresa Saponangelo e fotografia) e Freaks Out quello più ambizioso dal punto di vista della produzione. Non la più emozionante delle serate, ma almeno qui Monica Vitti ha ricevuto il tributo che merita, dopo essere stata “dimenticata” dagli Oscar.

Spettacolo – Met una sera a caso
Il Met Gala di quest’anno è tornato al primo lunedì di maggio, cosa che non succedeva da prima della pandemia. Il red carpet è stato tutto di Kim Kardashian, che si è presentata – anche se solo per pochi minuti, perché poi ha indossato una replica – nell’abito con cui Marilyn Monroe aveva cantato “Happy Birthday Mr. President” nel 1962. Oltre a non aver azzeccato il tema, che era la Gilded Age, la scelta della star americana ha fatto arrabbiare moltissimi conservatori e archivisti: perché strapazzare un pezzo d’archivio con il rischio di rovinarlo per sempre?