Attualità

Religione, alieni e Hbo

Going Clear, il documentario da non perdere per capire qualcosa di più su Scientology. E per non guardare più John Travolta con gli stessi occhi.

di Federico Bernocchi

Novembre 2014, esce il numero 1223 di Rolling Stone USA. Al suo interno c’è un articolo firmato da Sabrina Erdely, intitolato “A Rape on Campus”. La storia è questa: una ragazza, chiamata per convenienza “Jackie”, racconta di essere stata ripetutamente violentata da sette membri della confraternita Phi Kappa Psi durante una festa all’Università della Virginia tenutasi il 28 settembre del 2012. L’articolo, estremamente grafico e dettagliato nel raccontare le violenze subite dalla donna, tra le altre cose punta il dito contro la direzione dell’Università, accusandola di non essere stata in grado di reagire con decisione e fermezza all’accaduto. Le reazioni non si fanno attendere: tutte le confraternite dell’Università della Virginia sono sciolte all’istante e il professore di Inglese Allison Booth dichiara in un’intervista come la cultura che sta dietro a fenomeni del genere, le confraternite, gruppi di giovani e ricchi studenti, sia “sick”, malata.  Nel frattempo gli ex membri della Phi Kappa Psi vengono continuamente minacciati di morte e nel campus si organizzano marce e manifestazioni che si trasformano in vere e proprie rivolte. Ma qualcosa non torna. Viene fuori che non c’è mai stata nessuna festa il 28 settembre del 2012 nella casa dei Phi Kappa Psi. Anche se gli stupratori sono descritti nei minimi dettagli, si fatica a capire chi siano nella realtà. Viene fatto notare come prima dell’uscita di quel numero di Rolling Stone nessuna abbia mai denunciato la vicenda. La Erdely nel suo articolo scrive che lo stupro è una parte del rito di accettazione dei membri della confraternita, cosa che avviene in primavera e non a settembre. Nessuno degli interessati è mai stato contattato dall’autrice del pezzo per essere intervistato. Si scopre che alcuni degli stralci delle lettere d’amore di Jackie a tale Haven Monahan, il ragazzo che l’avrebbe portata alla festa e gettata tra le fauci degli stupratori, sono stati copiati da Dawson’s Creek. Tutte queste discrepanze mettono sull’attenti molti altri giornalisti che, indagando le fonti della Erdely, scoprono che l’articolo è una bufala. Semplicemente si tratta di una storia inventata. Rolling Stone finisce nell’occhio del ciclone ed è costretto ad una serie di scuse formali che mettono a dura prova la sua credibilità. Il 5 aprile la storia viene ufficialmente ritirata.

Perché vi racconto tutto questo? Perché l’articolo della Erdely  è diventato a tutti gli effetti un caso, un precedente. Una storia falsa spacciata come vera che rischia di rovinare la vita di poveri innocenti. E chi sono i veri cattivi? I giornalisti che per ricercare fama e successo sono pronti a gettare in pasto ai leoni tutto e tutti. In realtà , lo sappiamo, si tratta di una storia vecchia, che abbiamo già sentito ma che ora ha un nome vero e proprio: la mossa “A Rape on Campus”. Volete sapere chi sono stati i primi a giocarsi questa carta per tentare di smarcarsi da una serie di accuse gigantesche? Quelli di Scientology. Il 15 gennaio del 2015 sul New York Times e sul Los Angeles Times spuntano due enormi pagine pubblicitarie: il titolone è “Is Alex Gibney’s upcoming Hbo documentary a Rolling Stone/UVA redux?”. Traduciamolo con “il documentario che sta per uscire su HBO diretto da Alex Gibney sarà una bufala come quella di Rolling Stone?”. Ma di che documentario stiamo parlando?

Procediamo con ordine. Il 25 gennaio al Sundance Film Festival è in cartellone la prima di Going Clear: Scientology and the Prison of Belief diretto dal già citato Gibney e tratto dal libro del 2013 del Premio Pulitzer Lawrence Wright, Going Clear: Scientology, Hollywood, and the Prison of Belief. Si tratta di una lunga inchiesta sulla Chiesa di Scientology: il racconto della vita del fondatore L. Ron Hubbard, il passaggio di testimone al nuovo leader David Miscavige, una lunga serie di interviste a ex membri oggi pentiti e una fredda analisi del rapporto tra la Chiesa e lo star system hollywoodiano. Ovviamente il libro non viene visto di buon occhio da Scientology e la preoccupazione che l’odiata Hbo ne possa trarre un documentario li ha fatti scattare sulla difensiva. Ma anche se a quanto pare i tentativi di boicottaggio non sono stati pochi, il film è stato proiettato al Sundance, è uscito in numero limitato di copie in qualche cinema oltreoceano e pochi giorni fa è stato mandato in onda proprio sulla rete televisiva statunitense. Vimeo ha chiuso un contratto con il canale televisivo americano acquistandone i diritti per la sua pubblicazione on line a partire dal prossimo settembre. Insomma, Going Clear è lì fuori, pronto per essere visto.

Vi è mai capitato di essere fermati da qualcuno della Chiesa di Scientology? A Milano succedeva spesso quindici anni fa se non di più in via Torino, zona Duomo. C’erano dei ragazzi che ti davano dei volantini e tentavano di raccontarti la storia e i principi di Dianetics, la pubblicazione di Hubbard poi diventata La Forza del Pensiero sul Corpo, il pensiero base della Chiesa di Scientology. Personalmente non mi sono mai fermato ma ovviamente sono sempre stato molto curioso a riguardo. Sappiamo che alcuni dei nostri eroi – Tom Cruise, Beck, John Travolta, Jason Lee, Elisabeth Moss, Neil Gaiman e molti altri – fanno parte di Scientology. Sappiamo che è una religione diffusa in tutto il mondo. Ma pochi di noi saprebbero spiegare cosa fanno realmente quelli di Scientology. Se anche voi vi siete posti questa domanda Going Clear è il documentario che fa per voi. È molto chiaro, dettagliato e completo. Ma fate attenzione, perché è una delle visioni più terrorizzanti che mi sia mai capitato di vedere. Come nel libro si comincia raccontando la vita di L. Ron Hubbard: i suoi esordi come scrittore di libri di science fiction fino al suo status di semi divinità e leader massimo di una nuova religione che conta milioni di seguaci. In mezzo c’è di tutto: la carriera militare fallimentare e le bugie raccontate alla futura moglie che lo credeva un eroe di guerra. Le violenze psicologiche ai danni di quest’ultima che culminano con il rapimento della figlia e la fuga in Messico. La crescente paranoia, la personalità strabordante, la follia e le tendenze suicide. La battaglia contro il fisco che vuole tassare i soldi che Hubbard comincia a guadagnare con Scientology. Infine la creazione della Sea Org, la flotta marina di Scientology di cui lui è ovviamente il Capitano che lo porta a vivere gli ultimi anni della sua vita sulle navi, scappando attraverso il Mediterraneo. In parallelo, grazie anche alle testimonianze di ex credenti, ci vengono mostrati i principi base di questa religione. In cosa crede un fedele di Scientology e cosa fa?

Non basterebbero due o tre puntate di questa rubrica per dare una spiegazione esaustiva, per cui ci limiteremo a dei concetti base. Il nostro cervello è diviso in due parte ben distinte: da una parte c’è la mente cosciente, che è un super computer infallibile che ci potrebbe permettere di fare cose ben oltre la nostra immaginazione come leggere nel pensiero o spostare oggetti con la sola forza delle mente. Questa parte del cervello è però inibita dagli engram, ricordi di traumi che vengono immagazzinati nell’altra parte del cervello, la mente reattiva. Per liberarsi di tutti gli engram e raggiungere lo stato di clear, pulito, il credente si sottopone a una serie di auditing, ovvero dei dialoghi in cui – attraverso l’utilizzo dell’E-meter – si scoprono e ci si libera dei vari engram. L’E-meter è uno strumento fondamentale: si tratta di apparecchio elettronico brevettato da Hubbard il 6 dicembre 1966 e oggi realizzato dalla Gold Base, un’industria di proprietà di Scioentology. Durante gli auditing il paziente, detto preclear, deve rispondere a una serie di domande fatte dall’auditor e lo fa tenendo in mano due elettrodi collegati all’E-meter il quale dovrebbe riconoscere la presenza di energia condensata, o massa mentale, che frena la nostra mente cosciente. Ogni sessione di auditing è a pagamento e tutto quello che il preclear dice all’auditor – segreti, errori, fallimenti, paure – viene scrupolosamente annotato e conservato in archivi. Una volta raggiunto lo stato di clear, il fedele può continuare ad attraversare il cosiddetto bridge, il ponte, per raggiungere otto stati spirituali che vengono chiamati OT, Thetan Operante. Ed è qui che la questione si fa ulteriormente complessa: il reale funzionamento di Scientology, la sua mitologia, la Creazione, il significato di alcune conquiste spirituali, possono essere scoperto solo dopo aver raggiunto il livello di OT3. Questo perché Hubbard era sicuro che senza la necessaria preparazione un cervello umano inquinato da engram non avrebbe retto il colpo.

Settantacinque milioni di anni fa, in un pianeta non molto dissimile dagli Stati Uniti degli anni Cinquanta, esisteva Xenu, despota della confederazione galattica. Per sconfiggere la sovrappopolazione, Xenu organizzava delle finte verifiche fiscali al fine di congelare con una puntura al cuore molti degli abitanti del mondo, chiuderli in una specie di bara e trasportarli con degli aeroplani fino al pianeta prigione della Confederazione Spaziale, Teegeeack, ovvero la Terra. Qui le bare venivano fatte cadere in dei vulcani, fatti poi esplodere con delle bombe all’idrogeno. Ogni volta che un bambino nasce sul pianeta Terra un Thetan finisce nel suo corpo e diventa quello che potremmo chiamare la sua anima, ma anche tutte le sue paure o nevrosi. In un corpo possono finire decine, centinaia o anche migliaia di Thetan. Lo scopo ultimo di Scientology è quello di liberarsi dai Thetan. Questo può avvenire solo tramite auditing e quindi attraverso pagamento.

Particolarmente interessante poi la parte in cui all’interno della Chiesa di Scientology avviene il passaggio di testimone tra i leader. Ron Hubbard e David Miscavige, oggi Presidente del Consiglio di Amministrazione del Religious Technology Center, ovvero la società che detiene i marchi Dianetics e Scientology. In uno dei passaggi fondamentali del documentario, se non sbaglio proprio l’autore del libro Lawrence Wright, dice che è sbagliato definirlo Hubbard un truffatore. Un banale truffatore ad un certo punto avrebbe preso tutti i soldi guadagnati con l’inganno e sarebbe scomparso. In realtà Hubbard è rimasto al suo posto fino alla fine. Certo, è scappato sulle navi per non farsi arrestare a causa della sua continua lotta con il fisco, ma ha mantenuto il suo comando fino alla fine, il 24 gennaio 1986. Da quel momento subentra Miscavige e i toni del documentario si fanno, se possibile, ancora più foschi. Si ha l’impressione di un uomo mosso solo da interessi personali, bravo a prendere il comando nel momento giusto, ma privo di quella seppur folle spiritualità che aveva portato Hubbard ad essere riconosciuto come un semidio dai suoi fedeli. A Miscavige vengono date moltissime colpe nel documentario, tra cui l’istituzione di The Hole, una sorta di prigione dove vengono perpetrate orribili torture fisiche e psicologiche, ma anche il merito di aver gestito e messo sotto i riflettori il più grande ambasciatore di Scientology nel mondo: Tom Cruise. Inutile raccontare di più qui. Sappiate però che la parte più interessante in assoluto del documentario di Gibney è proprio sul rapporto conflittuale tra le celebrities e Scientology. E che difficilmente riuscirete a vedere un film con Travolta o con Cruise senza provare un moto di disgusto.

 

Immagine: la sede del culto a Los Angeles