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08:32 mercoledì 5 novembre 2025
Ogni volta che va a New York, Karl Ove Knausgård ha un carissimo amico che gli fa da cicerone: Jeremy Strong E viceversa: tutte le volte che l'attore si trova a passare da Copenaghen, passa la serata assieme allo scrittore.
È uscito il trailer di Blossoms, la prima serie tv di Wong Kar-Wai che arriva dopo dodici anni di silenzio del regista Negli Usa la serie uscirà il 24 novembre su Criterion Channel, in Italia sappiamo che verrà distribuita su Mubi ma una data ufficiale ancora non c'è.
È morta Diane Ladd, attrice da Oscar, mamma di Laura Dern e unica, vera protagonista femminile di Martin Scorsese Candidata tre volte all'Oscar, una volta per Alice non abita più qui, le altre due volte per film in cui recitava accanto alla figlia.
L’attore e regista Jesse Eisenberg ha detto che donerà un rene a un estraneo perché gli va e perché è giusto farlo Non c'è neanche da pensarci, ha detto, spiegando che a dicembre si sottoporrà all'intervento.
A Parigi c’è una mensa per aiutare gli studenti che hanno pochi soldi e pochi amici Si chiama La Cop1ne e propone esclusivamente cucina vegetariana, un menù costa 3 euro.
Il Premier australiano è stato accusato di antisemitismo per aver indossato una maglietta dei Joy Division Una deputata conservatrice l’ha attaccato sostenendo che l’iconica t-shirt con la copertina di Unknown Pleasures sia un simbolo antisemita.
Lo scorso ottobre è stato uno dei mesi con più flop al botteghino nella storia recente del cinema In particolare negli Stati Uniti: era dal 1997 che non si registrava un simile disastro.
La neo premio Nobel per la pace Maria Corina Machado ha detto che l’intervento militare è l’unico modo per mandare via Maduro La leader dell’opposizione venezuelana sembra così approvare l'iniziativa militare presa dall'amministrazione Trump.

Non solo Istanbul

Com'è che un sit in contro un centro commerciale si è trasformato in rivolta? C'è una "virata islamica" in Turchia? Cose da leggere per capire il contesto.

06 Giugno 2013

Tutto è cominciato da un sit in per protestare contro la costruzione della replica di una caserma militare, e relativo centro commerciale per i turisti (“una Las Vegas in salsa ottomana”, come l’ha definita lo storico Edhem Eldem), al posto di un parco. La polizia ha tentato di sgomberarlo a suon di manganellate, gas lacrimogeni, si è trasformata nella più grande protesta cui la Turchia assisteva da oltre un decennio. Perché c’erano altre questioni in ballo, e da parecchio tempo. Una di queste, ma non l’unica, era la cosiddetta “virata islamica” del governo turco, in mano da oltre dieci anni al partito “islamico moderato” Akp, eletto democraticamente ma che, a detta di alcuni, negli ultimi tempo sta cedendo a tentazioni autoritarie.

Alcuni segnali preoccupanti? Nel 2012 la Turchia è diventata la nazione con il più alto numero di giornalisti in prigione. In questi mesi il governo turco sta studiando misure per ridurre sensibilmente l’accesso all’aborto (secondo gli attivisti pro-choice, la nuova legge di fatto renderebbe l’aborto legale impossibile nelle aree rurali), e per limitare il consumo di alcol in pubblico («se proprio devi bere, almeno fallo a casa», ha detto il primo ministro Recep Tayyip Erdogan).

Ma la contrapposizione tra laici e islamici non è l’unica fonte di tensione. La protesta ha più di un’anima e, tra i manifestanti, c’è anche chi si oppone soprattutto alle politiche neo-liberiste di Erdogan, più che alla sua “virata islamica”. E, in tutto questo, bisogna ricordare che la Turchia non è una dittatura. Che l’Akp è stato votato da circa metà dei cittadini turchi e che, almeno per il momento, gode ancora di un vasto sostegno, anche grazie alla crescita economica che il paese ha conosciuto nell’ultimo decennio. Che, almeno in una fase precedente, il “religioso” Akp su alcuni aspetti è stato più “europeista” e “democratico” dello storico partito rivale, il “laico” Chp.

Insomma, la situazione è estremamente complessa. Per chi volesse capirci qualcosa di più, abbiamo messo a punto questa rassegna stampa, che serve un po’ da recap sugli eventi degli ultimi giorni e un po’ da approfondimento sui temi che hanno portato a questo punto. I primi tre sono articoli già apparsi su Studio, che forse avete già letto, che aiutano a mettere le proteste di oggi in un contesto più ampio. Gli altri quattro sono articoli recenti usciti sulla stampa internazionale, che aiutano a ricostruire la situazione attuale.
 

 

Nell’immagine: Istanbul, piazza Taksim, 5 giugno (foto di Uriel Sinai/Getty Images)

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