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15:41 venerdì 2 maggio 2025
Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Essere italiani, essere europei

Le cose che ci siamo detti a Studio in Triennale: nei talk dedicati alla società abbiamo parlato di cosa parliamo quando parliamo di Europa, di ipotesi sull'Euro, dell'operato del governo Renzi, della sua connotazione politica, e di tanto altro.

28 Novembre 2014

Perché l’Europa annoia così tanto, al punto che le case editrici sconsigliano di mettere questa parola nei titoli? Ne abbiamo parlato sabato pomeriggio con lo scrittore Giuliano da Empoli, il direttore di IL Christian Rocca e il giornalista del Financial Times Simon Kuper. Quanto a portata storica, da Empoli ha paragonato la nascita della Ue alle grandi lotte politiche per i diritti civili e contro l’apartheid. Ma l’Europa non ha né saputo né voluto appassionare… anche perché puntare sulla grigia burocrazia permetteva di tenere a freno le resistenze nazionali. Eppure, ha ribattuto Rocca un’identità europea manca, tanto che le nazioni anglofone, dall’Irlanda all’Australia, hanno più in comune tra loro che con il Belgio o l’Italia. Una dimostrazione di questa assenza di un’identità europea, ha aggiunto Kuper, è il caso di Londra, che deve il suo successo all’immagine di città globale, e non di città europea.

Alle 18.30 di sabato 22 novembre, a Studio in Triennale, è stata la volta del talk “La politica di tutti” che, in ossequio al suo titolo, ha voluto dare spazio a diversi punti di vista e riflessioni sull’Italia dei giorni nostri, e in particolare su cosa sta facendo il governo di Matteo Renzi. Per Francesco Cundari, giornalista e direttore di Left Wing, l’articolo uscito il giorno stesso su Repubblica a firma dello stesso premier coglie un punto: «solo in Italia la discussione politica potrebbe essere incentrata sul fatto che un presidente del Consiglio di un partito progressista sia o meno di sinistra». Eppure, ha aggiunto poco dopo Cundari, qualche dubbio rimane: «Ho il dubbio che Renzi stia facendo una politica che piace a me raccontata come piace ad altri, o viceversa», ha detto l’editorialista, intendendo che molto dell’operato di Renzi si rivolge a un elettorato più vasto di quello di una singola famiglia politica. D’altronde, ha aggiunto Andrea Romano, neo parlamentare del Partito democratico, «uno dei limiti della sinistra italiana è stato delimitare con precisione il suo elettorato».

Sul palco Romano, esperto della storia della sinistra in Italia, ha detto di aver «sempre fatto parte di un gruppo minoritario nel paese, i liberali di sinistra», e spiegato il suo passaggio tra le fila del Pd con un dato: «9 elettori su 10 di Scelta Civica alle europee hanno votato Pd». A lungo è intervenuta anche Anna Ascani, giovane parlamentare umbra del Pd. Secondo Ascani «nel paese persiste la voglia di banalizzare un dibattito come quello sul lavoro, del Jobs Act si parla solo di Art.18», raccontando in seguito la vera sfida politica di Renzi: «rendere popolare il contenuto» della politica, che oggi rimane nascosto dai suoi lati più superficiali. Cundari ha concordato nell’affermare che «in Italia si continui a parlare di categorie e luoghi comuni da inizio anni Novanta», sottolineando tuttavia l’importanza che dà al tema dell’Art.18. La frase a effetto finale è di Andrea Romano, che con un’iperbole, in riferimento agli accostamenti tra Renzi e Silvio Berlusconi, ha dichiarato: «Renzi parla il linguaggio dell’Italia berlusconiana senza essere berlusconiano. In questo senso è quasi togliattiano».

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