"Odio l'estate" non è il manifesto degli hater delle vacanze ma la canzone di chi non può fare a meno di sentirsi inadeguato a una stagione troppo bella, vitale e spensierata.
Abbiamo parlato con la designer della mostra-appartamento visitabile in Triennale Milano fino a settembre: un raffinato paesaggio di oggetti in cui decine di scorie quotidiane si mimetizzano tra gli arredi firmati da lei.
Si chiama così la tendenza, facilitata dalla tecnologia, a controllare sempre più i figli, dalle cose di scuola alle uscite, con conseguenze di cui si discute molto.
Cristina Pascotto ha fondato una delle case editrici più interessanti d'Italia, consacrata da Povere creature. Ci ha raccontato la sua storia e visione.
Nelle sale, in questi giorni, ci sono due film che inventano dei modi nuovi per raccontare e immaginare il nostro rapporto con i morti: Another End di Piero Messina ed Estranei di Andrew Haigh.
Il tempo libero di tutti ma soprattutto delle nuove generazioni è stato monopolizzato dai telefoni. Iniziano però a spuntare delle iniziative per provare a disconnetterci. Rappresentano il futuro o è il passato che esala l’ultimo respiro?
Il film di Justine Triet, vincitore della Palma d'oro al Festival di Cannes e appena arrivato nelle sale italiane, è un thriller che racconta le conseguenze di una convivenza impossibile: quella di una coppia composta da due scrittori, lei di successo, lui un fallito.
Le immagini delle violenze in Medio Oriente arrivano anche a loro. Ha senso proteggerli vietando l'accesso ai social, come suggeriscono alcuni? O è possibile, e giusto, spiegare cosa sta succedendo?
Per i figli, la noia estiva è un concetto quasi sconosciuto. Fino a quando i genitori non decidono di costringerli a una vita senza internet.
Bar magici, viaggi nel tempo, chicchi di caffè salvifici, quasi ogni casa editrice italiana ha un romanzo giapponese "feel good", vendono tantissimo ma sembrano scritti da un'unica penna.
Intervista allo scrittore in libreria con il suo nuovo romanzo, Avere tutto, il libro che segna un cambiamento dopo il successo e le aspettative di Fedeltà.
Una nuova generazione di scrittrici sta cambiando il mondo letterario nipponico, raccontando storie di donne artistiche, autarchiche e fuori dalla norma.
Come ogni estate ha preso piede sui social la glorificazione dei propri figli come grandi viaggiatori, ennesima dimostrazione della mitomania genitoriale.
Non avevano neanche un nome vero e proprio, erano solo "i ciucci": ciondoli in plastica a forma di succhiotti disponibili in infinite varianti di colore, da assemblare in collane che divennero la missione estiva dei ragazzini e delle ragazzine dei primi anni Novanta.
Dagli slogan di puro nonsense e inglese sgrammaticato degli anni Ottanta e Novanta ai manifesti di attivismo che oggi leggiamo sulle magliette dei treenni, il modo in cui vestiamo i bambini racconta sempre le inadeguatezze degli adulti.
Old Enough, storico programma giapponese da poco arrivato su Netflix, mette alla prova il culto dell'infanzia che ormai domina in Occidente e, soprattutto, i nervi dell'apprensivo genitore mediterraneo.