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02:51 venerdì 5 settembre 2025

La rassegna di Studio per il weekend

L'uomo che reso "cool" i dinosauri, quelli che vogliono rivoluzionare il modo in cui leggiamo, aspettare l'Apocalisse e assaggiare il vino: storie da tutto il mondo da gustarsi con calma.

19 Luglio 2014

A proposito di buone letture, oggi parleremo dei vari tentativi in corso (o già falliti) per migliorare il nostro rapporto con la parola scritta. Poi incontreremo l’uomo che ha reso i dinosauri interessanti e divertenti – perché prima non lo erano, anche se è difficile pensarlo. Il nostro rapporto con il vino, le etichette e il palato e come l’umanità ha sempre atteso l’apocalisse, seppure in modi diversi. E molto altro, ovviamente, sempre qui, come ogni sabato, con la rassegna curata dalla redazione di Studio.

Buona lettura.

“The Millennia-Old History of the Apocalypse” – The New Republic

La lunghissima storia dell’Apocalisse e della sua attesa: un tempo sembrava sempre questione di pochi giorni, oggi invece sembra più lontana (ma non per questo ci sentiamo più sicuri).

“Can You Die From a Broken Heart?” – Nautilus

Quando l’amore finisce e il cuore non regge. Letteralmente. Si può morire d’amore?

“Israelis and Hamas Talk” — on Twitter” – Mashable

Il braccio armato Hamas ha aperto un acconto Twitter in lingua ebraica. Presumibilmente, l’intento era fare guerra psicologica. Il risultato però è un po’ diverso.

“Soylent survivor: one month living on lab-made liquid nourishment” – The Verge

Un mese passato “mangiando” Soylent, il pastone hi-tech che sostituisce il piacere e l’aspetto sociale del cibo con solo quello che ti serve per sostenerti.

“Man Vs. Word” – The Awl

Maria Bustillos ha provato Spritz, l’app che vuole rivoluzionare la lettura. Un’ottima occasione per parlare di tutti i tentativi simili fatti nel corso degli anni.

“How to Ignore a Plague” – Matter

Qualcuno, in Africa e non solo, sta ignorando la nuova epidemia di Ebola.

“The man who saved the dinosaurs” – Yale Alumni Magazine

C’è stato un tempo in cui i dinosauri non interessavano nessuno: stupidi, brutti, imperfetti e noiosi. Poi è arrivato John Ostrom e le cose sono cambiate.

“What We Really Taste When We Drink Wine” – NewYorker.com

L’intricata logica della degustazione di vino, uno dei pochi aspetti “critici” in cui la parzialità del giudice è considerata necessaria, fino all’estremo.

 
 

Immagine: particolare della redazione parigina dell’International New York Times (Guillaume Belvèze)

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