Hype ↓
15:06 mercoledì 30 aprile 2025
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.
Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.

Snob contro Snob

Romney e Obama si accusano a vicenda di essere "elitista." Lo sono entrambi: importa?

23 Luglio 2012

CHICAGO – Servirebbe la penna elegante e schizofrenica di Tom Wolfe per descrivere il paradosso in cui lentamente si sta aggrovigliando la campagna elettorale americana. Elite contro élite sarebbe (forse) il titolo del romanzo. I protagonisti indiscussi: da un lato il candidato repubblicano Mitt Romney, membro dell’élite figlia della deregolamentazione finanziaria – champagne ghiacciato – isole Cayman – vacanze agli Hamptons; dall’altro il presidente Obama, campione dell’élite della rucola organica con uvetta – green economy – estati a Martha’s Vineyard – torri d’avorio. Tra le due fazioni c’è odio profondo;  ma le accuse vicendevoli sono le stesse: “elitista”, “snob” o “lontano dai bisogni dei normali cittadini”. Com’è possibile? Così diversi eppure sullo stesso piano. La confusione intorno al termine “elitista” è il risultato di un uso talmente fluido e schizoide che anche un guru della semiotica come Noam Chomsky avrebbe difficoltà a delimitare le ormai mille sfaccettature con cui la parola viene usata indiscriminatamente da democratici e repubblicani (a quest’ultimi qualcuno dovrà dire prima o poi che è una parola francese, forse allora smetterebbero di usarla. Ricordate, dopo le polemiche per la guerra in Iraq, come le french fries nei ristoranti del Congresso divennero “freedom fries”).

Come fare un po’ di chiarezza? Prima di tutto bisogna stabilire la fondamentale differenza con l’Europa: da questa parte dell’Atlantico la parola ha un’accezione neutra; in America è ormai un insulto, forse in questo momento, il più pesante che si possa rivolgere a un politico. Questa spirale di accuse incontrollate è cominciata con la campagna elettorale del 2008 in cui personaggi diversi come la star del Tea Party Sarah Palin e Lady Rothschild (ferma sostenitrice democrat), super-manager di E.L. Rothschild, hanno usato questo termine per criticare l’allora Senatore Obama. L’America è rimasta confusa tanto che Brian Williams sulla NBC in un’intervista alla Palin ha debuttato con una semplice domanda: “Chi è un elitista?”. La risposta dell’ex governatrice dell’Alaska è indicativa: “Qualcuno che pensa di essere meglio degli altri”. Dunque non un gruppo di potere che esercita un’influenza politica come indica il dizionario. Secondo questa definizione un Warren Buffet che sostiene il matrimonio gay diventa un elitista cattivo che vuole distruggere i valori fondamentali dell’America, mentre il multimiliardario dei casinò Sheldon Adelson che si oppone alla riforma sanitaria di Obama non lo è perché si batte contro un governo centrale che vuole decidere dall’alto del suo paternalismo senza considerare la libertà dell’individuo.

Un punto fin qui almeno è chiaro: essere elitisti non dipende dal conto in banca, almeno non per i repubblicani. Proseguendo con il ragionamento, per proprietà transitiva si evince che Obama è a sua volta elitista perché al di là della libertà di espressione individuale è favorevole al matrimonio gay, vorrebbe che tutti i cittadini avessero un’assicurazione sanitaria e che anche le istituzioni a sfondo religioso fossero obbligate a garantire la copertura delle spese per la “pillola del giorno dopo”. Fin qui le accuse repubblicane. Nel campo opposto i democratici però non ci stanno:  il loro stile di vita è indubbiamente migliore e se solo tutti quei middle americans (termine usato per definire l’America che non è sulle coste) avessero la possibilità di studiare e vivere a contatto con la cultura (della East e West Coast s’intende), la penserebbero diversamente. Non sarebbero delle “isole senza empatia” o dei crudeli piccoli Romney che in mezzo alla più grave crisi economica dal ’29 sono così ricchi e sfacciati da decidere di ampliare una casa da 12 milioni di dollari in modo da installare degli ascensori per sollevare dal garage sotterraneo le loro Lexus o avere un cavallo da cento mila dollari, Rafalka, al momento a Londra a competere nelle Olimpiadi di dressage (anche questa, qualcuno dovrebbe dirlo ai repubblicani, una parola francese).

Niente da dire. In queste reciproche accuse c’è un po’ di verità, basta guardare alla vita personale dei due contendenti alla Casa Bianca: a 37 anni Romney ha fondato Bain capital e Obama a 34 ha scritto la sua autobiografia. Entrambi – verrebbe da dire senza connotazione di insulto – sono a loro modo elitisiti. Ma definire l’altro uno snob pensando di avere in mano la chiave di lettura della classe media americana è un paradosso equivalente a Robinho che accusa Zàrate di non passare mai la palla e viceversa. Verrebbe da chiedersi: ma davvero? Perché in fondo, nonostante i proclama, nessuno dei due pretendenti alla Casa Bianca può essere leader di un movimento populista: non Obama contro i banchieri, non Romney contro la burocrazia e il “big government”.

Non importa chi sarà eletto a novembre perché i conti off-shore alla Cayman esisteranno sempre, la burocrazia sarà sempre un perno centrale dell’Amministrazione e gli amanti del macrobiotico una minoranza. Sotto sotto poi gli Stati Uniti vogliono poter scegliere il tipo di élite che li governa e non arrischiare l’Amministrazione più influente del mondo a personaggi alla Beppe Grillo provenienti dal Tea Party come dal movimento Occupy Wall Street. Il complotto e la cospirazione sono soltanto un modo pigro per analizzare una realtà complicata.

Il popolo, antonomasia del pragmatismo, non se l’è certo dimenticato e il 6 novembre voterà su questo principio. Indubbiamente le accuse di elitismo continueranno a bombardare su radio, televisioni e Internet ma a parte gli ultrà il centro moderato dell’elettorato, quello che alla fine decide, fa spallucce ed è anzi ben contento che a prendere le decisioni per il paese sia una persona con un’esperienza e un bagaglio migliore del proprio perché l’Americano non ha problemi ad ammettere l’intelligenza superiore di un altro. Senza remore, invidia o senso di sminuimento. Questo li salverà nonostante il teatrino di èlite che accusano altre èlite di essere elitiste.

(Photo credit :  JIM WATSON/AFP/Getty Images)

Articoli Suggeriti
L’arte o la vita?

Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Leggi anche ↓
L’arte o la vita?

Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Le scorie del dibattito sul nucleare italiano

Tra ministri dalle idee non chiarissime, popolari pagine Facebook e cartoni animati virali su YouTube, la discussione sull'atomo in Italia è una delle più surreali degli ultimi anni.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.