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L’importanza di Tom Verlaine nei ricordi di Patti Smith, Flea, Thurston Moore e tantissimi altri musicisti

Nella notte di sabato 28 gennaio è arrivata la notizia della morte di Tom Verlaine, unanimemente considerato uno dei musicisti più importanti della storia del rock e frontman prima dei Neon Boys (fondati assieme all’amico-rivale Richard Hell) e poi dei Television, band con la quale ha realizzato quella pietra miliare della storia della musica del Novecento che è Marquee Moon. La notizia della morte di Verlaine è stata data da Jesse Paris Smith, figlia di Patti Smith, con un breve comunicato stampa in cui si spiegava che a portarlo via all’età di 73 anni è stata una «improvvisa malattia». Uno dei primi omaggi – sono tantissimi, come si legge su Vulture – e ricordi di Verlaine è stato proprio quello di Patti Smith, che sul suo profilo Instagram ha postato una foto in bianco e nero che la ritrae accanto a Tom, accompagnata da un breve, ultimo messaggio: «Questa era un’epoca in cui tutto sembrava possibile. Addio, Tom». Poco dopo questo primo messaggio, Smith ne ha pubblicato un altro: nella foto si vede un piccolo mazzo di narcisi: «Questa mattina mi sono svegliata pensando a Tom. Il lutto non è una pena ma un privilegio», si legge nel testo pubblicato assieme all’immagine.

Tra i primi a rispondere al secondo post pubblicato da Smith è stato Flea, il bassista dei Red Hot Chilli Peppers («Questa è la cosa più bella che si possa sentire. Ti voglio bene, Patti). Flea è stato a suo volta autore di uno degli omaggi più commoventi e condivisi a Verlaine. «Ho ascoltato Marquee Moon 1000 volte. E intendo ASCOLTATO, seduto immobile, con le luci basse, impegnato ad assorbire tutto. Stupore e meraviglia ogni volta. Lo ascolterò ancora 1000 volte. Tom Verlaine è uno dei più grandi musicisti rock di tutti i tempi. Ha influenzato enormemente il modo in cui io e John [Frusciante, il chitarrista dei Red Hot Chilli Peppers, ndr] suoniamo». Che Verlaine e Marquee Moon abbiano esercitato un’influenza senza pari sulla scena punk, post punk, poi New Wave e non solo (lo ha scritto anche Billy Idol su Twitter), sia negli Stati Uniti che in Inghilterra, è confermato dalle tantissime testimonianze che ribadiscono il messaggio di Flea. Micheal Stipe dei Rem ha detto di «aver perso un eroe. Mi hai fatto conoscere un mondo che mi ha sconvolto la vita. Ti sarò per sempre grato». Mike Scott dei Waterboys ha ricordato quella volta in cui Verlaine suonò da chitarra solista in una delle sue canzoni: «La più geniale chitarra solista che io abbia mai ascoltato in uno studio di registrazione. Gli bastò ascoltare una volta la canzone per padroneggiarla e inventare un riff micidiale […]. In quell’occasione registrò cinque volte, tutte le volte provò di essere un mostro».

È probabile che nei prossimi giorni Marque Moon diventi uno degli album con più stream sulle piattaforme, ed è sicuro che una buona parte di questi stream saranno merito di musicisti che sono stati influenzati da questo disco e dalla chitarra di Tom Verlaine e che vogliono riascoltare entrambi. Stuart Braithwaite, chitarrista dei Mogwai, ha scritto su Twitter che «il suo ruolo nella nostra cultura e l’assoluta eccellenza della sua chitarra elettrica lo hanno reso una leggenda. Trovatemi dieci minuti di musica bella come quella di Marque Moon. Non ci riuscirete. È un disco perfetto». Tra i ricordi più toccanti e personali c’è quello di Thurston Moore dei Sonic Youth: «Sono passato dalle bancarelle dei libri fuori da Strand, ieri, convinto che ti avrei trovato lì come sempre. Che avremmo fumato una sigaretta, parlato di oscure poesie per un paio d’ore, mentre il caos di New York scorreva come sottofondo dietro le nostre riflessioni sulla musica, sulla scrittura. Mi mancherai, Tom».