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C’è un’associazione simile agli Alcolisti Anonimi che aiuta le persone dipendenti dall’AI Si chiama Spiral Support Group, è formato da ex "tossicodipendenti" dall'AI e aiuta chi cerca di interrompere il rapporto morboso con i chatbot.
I massoni hanno fatto causa alla polizia inglese per una regola che impone ai poliziotti di rivelare se sono massoni Il nuovo regolamento impone agli agenti di rivelare legami con organizzazioni gerarchiche, in nome della trasparenza e dell’imparzialità.
Il primo grande tour annunciato per il 2026 è quello di Peppa Pig, al quale parteciperà pure Baby Shark La maialina animata sarà in tour in Nord America con uno show musicale che celebra anche i dieci anni di Baby Shark.
Bolsonaro è stato ricoverato d’urgenza per un singhiozzo che andava avanti ininterrottamente da 9 mesi Il singhiozzo cronico dell'ex Presidente si è aggravato durante la detenzione in carcere, rendendo necessario il ricovero e anche la chirurgia.
Il thread Reddit in memoria di Brigitte Bardot è stato chiuso subito perché quasi tutti i commenti erano pesanti insulti all’attrice Accusata di essere una lepenista, islamofoba, razzista, omofoba e classista, tanto che i moderatori hanno deciso di bloccare i commenti.
Migliaia di spie nordcoreane hanno tentato di farsi assumere da Amazon usando falsi profili LinkedIn 1800 candidature molto sospette che Amazon ha respinto. L'obiettivo era farsi pagare da un'azienda americana per finanziare il regime nordcoreano.
È morto Vince Zampella, l’uomo che con Call of Duty ha contribuito a fare dei videogiochi un’industria multimiliardaria Figura chiave del videogioco moderno, ha reso gli sparatutto mainstream, fondando un franchise da 400 milioni di copie vendute e 15 miliardi di incassi.
A Londra è comparsa una nuova opera di Banksy che parla di crisi abitativa e giovani senzatetto In realtà le opere sono due, quasi identiche, ma solo una è stata già rivendicata dall'artista con un post su Instagram.

La storia del font usato nei fumetti

05 Settembre 2016

I fumetti hanno diversi tratti distintivi: le nuvolette, il grassetto, le onomatopee in caratteri cubitali, ma soprattutto il font che dà voce ai personaggi, il celebre carattere di scrittura “a mano” di un genere popolarizzato dai film di supereroi Marvel (e non soltanto). Ma esiste davvero un font “standard” dei fumetti? La risposta è no. Ne esistono molti, da quello con tratti gotici al più rotondeggiante, che si sono succeduti nella storia in base alle differenti tecnologie utilizzate.

Nel Novecento i primi fumetti venivano scritti a mano dai “letterers”, cioè «persone che avevano una buona calligrafia ed erano veloci a scrivere», come ha detto a Vox John Roshell, co-fondatore insieme a Richard Starkins di Comicraft, un’azienda che replica lo stile della scrittura a mano per molti fumetti nell’era digitale. In quel periodo, i font dovevano adeguarsi ad alcune esigenze pratiche, date dalla bassa qualità della carta: per questo si iniziarono a utilizzare lettere maiuscole, ma all’epoca soltanto somiglianti a quelle di oggi, più sottili e distanziate. Se si paragonano due albi di Thor, una del 1964 e una del 2016, queste differenze sono chiare: adesso la carta è lucida e permette di sperimentare più font, all’epoca invece i caratteri in minuscolo erano poco leggibili, e l’utilizzo del maiuscolo era obbligatorio.

tex

Per scrivere all’inizio veniva utilizzato uno strumento simile a un righello che permetteva di tracciare delle linee al cui interno si inserivano le parole: per rispettarne i bordi le lettere erano diventate più rotonde, come la O, oppure più “grasse” come la A. Dagli anni Sessanta, e poi con la diffusione dei personal computer, anche il pubblico dei fumetti iniziò a interessarsi ai font. Oggi invece alcuni letterers hanno fatto di determinati segni il loro simbolo di riconoscimento: Starkins, ad esempio, utilizza un tratto simile a un gancio per tracciare la parte superiore della S.

Imprese come la Comicraft non soltanto replicano i vecchi caratteri scritti a mano, ma ne offrono molte varianti, possibili anche grazie alla digitalizzazione e all’utilizzo di una carta lucida: la sperimentazione aumenta e i font non rispondono più a uno stile preciso e univoco (se mai ne è esistito uno). Di seguito, il video che racconta come siamo arrivati alle vignette odierne.

Nel testo: Tex disegnato da Claudio Villa
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