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L’Onu ha definito Gaza «un abisso» e ha detto che ci vorranno almeno 70 miliardi per ricostruirla Quasi sicuramente questa cifra non sarà sufficiente e in ogni caso ci vorranno decenni per ricostruire la Striscia.
Anche quest’anno in Russia è uscito il calendario ufficiale di Vladimir Putin Anche nel 2026 i russi potranno lasciarsi ispirare dalle foto e dalle riflessioni del loro presidente, contenute nel suo calendario
Sarkozy è stato in carcere solo 20 giorni ma dall’esperienza è riuscito comunque a trarre un memoir di 216 pagine Il libro dell’ex presidente francese sulla sua carcerazione lampo a La Santé ha già trovato un editore e verrà presto pubblicato.
Nel primo teaser del nuovo Scrubs c’è la reunion di (quasi) tutto il cast originale J.D., Turk, Elliot e anche il dottor Cox al Sacro cuore dopo 15 anni, invecchiati e alle prese con una nuova generazione di medici. Ma c'è una grave assenza che i fan stanno già sottolineando.
Anche il Vaticano ha recensito entusiasticamente il nuovo album di Rosalía José Tolentino de Mendonça, prefetto per il Dicastero per la Cultura e l’educazione del Vaticano, ha definito Lux «una risposta a un bisogno profondo nella cultura contemporanea».
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Gli Oasis hanno detto che adesso che il reunion tour è finito si prenderanno una pausa di riflessione Ovviamente, sono già partite le indiscrezioni: si separano di nuovo? Faranno un nuovo tour? Stanno lavorando a un nuovo album?
Il Grande Museo Egizio di Giza ha appena aperto ma ha già un grave problema di overtourism A nulla è servito il limite di 20 mila biglietti disponibili al giorno: i turisti sono già troppi e il Museo adesso deve trovare una soluzione.

Il New York Times non ha più la spunta blu su Twitter perché si è rifiutato di pagare

03 Aprile 2023

Un paio di settimane fa, i giornalisti di Afp avevano raccontato che a tutte le mail scritte all’ufficio stampa di Twitter chiedendo ulteriori informazioni sul crollo del suo valore avevano ricevuto la stessa risposta: una mail generata da un bot il cui unico contenuto era l’emoji della cacca. Un modo molto sintetico ma, a pensarci bene, anche molto corretto, di riassumere la situazione dell’azienda: dall’ottobre del 2022, mese in cui Elon Musk è diventato ufficialmente proprietario e Ceo, Twitter ha perso più di metà del suo valore di mercato. A dirlo è stato lo stesso Elon Musk in una comunicazione interna ai dipendenti, spiegando che l’azienda valutata e pagata 44 miliardi di dollari sei mesi fa oggi ne vale circa 20.

A questa già grave situazione si somma il malcontento per la decisione di far pagare agli account la spunta blu. Dalla sua creazione nel 2009, la spunta blu garantiva l’affidabilità di giornalisti e attivisti. Quando ha spiegato perché voleva trasformarla in un servizio a pagamento, Musk ha tirato in ballo la minaccia dei profili falsi: «Bisogna stringere le maglie della certificazione e fare in modo che per ottenere la spunta blu servano un numero telefonico verificato e una carta di credito. La mia previsione è che qualsiasi cosiddetto social network che non farà così fallirà». In realtà creare account verificati ma falsi è molto semplice: nei mesi scorsi sono spuntati profili verificati di grandi aziende, personaggi famosi e perfino di Elon Musk stesso. Negli Stati Uniti il piano di abbonamento costa 8 dollari al mese o 84 all’anno.

Non tutti, però, vogliono sottostare alle regole di un Ceo impazzito: il primo a ribellarsi è stato il New York Times. Come riportato da Reuters, il quotidiano ha deciso di non pagare alcunché. Quindi, come previsto, dall’account con 54,9 milioni di follower è sparita la spunta. «Non solo non pagheremo», ha detto un portavoce del quotidiano, «ma non rimborseremo i giornalisti per gli account personali, tranne in rari casi». Twitter aveva precedentemente annunciato che dall’1 aprile diversi account avrebbero perso la spunta perché l’azienda avrebbe completato il suo programma di verifica. La ribellione del New York Times potrebbe essere la prima di una lunga serie: anche Politico ha detto che non intende abbonarsi e la Casa Bianca ha riferito che non pagherà per mantenere verificati i profili Twitter ufficiali del suo staff.

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