Come ogni anno, le scale del Met si sono popolate di celebrity per l’inaugurazione della mostra Sleeping Beauties: Reawakening Fashion. Ma è davvero quello di cui la cultura della moda ha bisogno?
È la domanda alla base della nuova retrospettiva che inaugura oggi al Met Costume Institute, Sleeping Beauties: Reawakening Fashion.
High & Low: John Galliano, il documentario di Kevin MacDonald, racconta gli alti e bassi dell’eccezionale carriera del designer britannico e un mondo della moda che non esiste più.
Dalla sfilata di The Row, dove le gemelle Olsen hanno bandito telefoni e post sui social media, al dibattito sull’uso dell'intelligenza artificiale, sembra non esserci mai stata così tanta distanza, nella moda, tra immagini e oggetti.
Dopo l’esplosione della narrazione intorno alle sfilate, la moda oggi sembra essersi assestata su una prudenza che non è banalità, ma che di certo racconta di un momento difficile.
Lo storico e curatore ha portato a Milano tre performance che mettono in discussione il senso della moda di oggi.
Non è un rapporto nuovo ma è sempre più stretto il legame tra paparazzate e campagne pubblicitarie dei grandi brand.
I pochi giorni di collezioni maschili hanno riportato in passerella un’idea di eleganza morbida e quotidiana, quasi un rifugio in tempi difficili.
Magliano torna a Firenze dopo cinque anni con un progetto maturo, che rappresenta un modo nuovo di intendere la moda in Italia. Qualcosa che si è intravisto anche altrove.
La fascinazione per l’abbigliamento da lavoro è sempre stata fortissima nella moda, da Margiela a Miuccia Prada fino a Demna. Ma nell’epoca del casualwear e dell’iperconessione, può essere ancora portatore di idee rivoluzionarie?