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10 cose da vedere a Milano a settembre

Le mostre da non perdere, i concerti più attesi, lo spettacolo delle Pussy Riot e la rassegna cinematografica della Fondazione Prada: una lista per accompagnare il ritorno in città.

di Studio

Bruce Nauman, One hundred Live and Die (1984)

Questa settimana su Instagram e TikTok hanno iniziato a comparire i primi meme e i primi video a tema back to school. Tocca rendersene conto: le città sono ancora deserte, ma le vacanze sono ufficialmente finite. Galleggiamo a stella nel mare fissando il cielo ma non riusciamo a rilassarci, pensiamo solo a settembre. Non possiamo farci niente: mentre siamo al ristorante tutti abbronzati e spalmati di doposole, nella nostra testa prendono forma propositi e obiettivi lavorativi per l’anno a venire, che magari abbiamo pure l’ardire di condividere coi nostri commensali inorriditi (o sollevati: ora possono ammettere che ci stavano pensando anche loro). Esiste la nostalgia della Fomo? Forse sì. E allora crogioliamoci in questa strana emozione, con una selezione delle 10 cose più interessanti che ci aspettano al nostro ritorno a Milano.

Multiple Canvases
Dove: Fondazione Prada
Quando: dal 2 settembre all’8 ottobre

Blade Runner, 1982

Multiple Canvases è la rassegna cinematografica tematica del Cinema di Fondazione Prada che si tiene ogni venerdì e sabato. Questa volta la selezione di dodici film è curata dai componenti del comitato scientifico di “Human Brains”, il progetto multidisciplinare dedicato alle neuroscienze e presentato dalla Fondazione a Milano e Venezia (dove fino al 27 novembre è in corso la mostra Human Brains: It Begins with an Idea). Un’occasione per rivedere una serie di grandi classici del cinema: Il ragazzo selvaggio di François Truffaut, Paris, Texas di Wim Wenders, Strange days di Kathryn Bigelow, Amarcord di Federico Fellini, Il deserto rosso di Michelangelo Antonioni, 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, La corazzata Potëmkin di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, Cabiria di Giovanni Pastrone, Departures di Yōjirō Takita, Il cigno nero di Darren Aronofsky, Il Settimo Sigillo di Ingmar Bergman e Blade Runner di Ridley Scott.

Tame Impala
Dove: Ippodromo Snai San Siro
Quando: 7 Settembre 2022

Foto di Matt Winkelmeyer, Getty Images

Stiamo vivendo tempi duri, così duri che non occorre dilungarsi nella solita lista delle cose che ci hanno traumatizzato (possiamo però aggiungere il drama delle elezioni imminenti). Non sorprende rendersi conto che c’è una grossa parte di noi che, almeno culturalmente, cerca di rifugiarsi nella leggerezza dei tempi in cui eravamo spensierati e ignari, anche solo perché avevamo 13 anni (vedi la moda Y2K). Innerspeaker usciva a maggio del 2010 e si imponeva alle nostre orecchie come il disco psichedelico perfetto, il Revolver dei nostri tempi. Poi siamo cresciuti e siamo diventati sempre più vecchi e malinconici, ma i Tame Impala hanno sempre cercato, con la loro musica, di trasformare la malinconia in bellezza: nel 2012 è arrivato Lonerism, nel 2015 Currents, nel 2020 The Slow Rush. Per gli appassionati, quello a San Siro sarà un concerto emozionante.

Liberato
Dove: Ippodromo Snai San Siro
Quando: 9 Settembre 2022

Liberato nel video di “Partenope”

Per i fan di Liberato l’attesa è stata snervante: i due concerti del 25 e 26 aprile al Mediolanum Forum sono stati riprogrammati a settembre. Nel frattempo sono successe varie cose. Il 9 maggio, a sorpresa, è uscito il nuovo album Liberato II, composto da 7 canzoni e accompagnato dallo splendido video di “Partenope” (diretto ovviamente da Francesco Lettieri), che oltre al mito della sirena e alla nascita della città di Napoli sembrava citare un racconto di La pelle di Malaparte, “Il pranzo del Generale Cork“. Un mese fa ha iniziato a circolare la notizia che (non) stavamo aspettando: la Siae avrebbe involontariamente rivelato la vera identità del cantante, che sarebbe Gennaro Nocerino, produttore e cantante napoletano conosciuto nel mondo della musica elettronica underground con i nomi d’arte di Herr Styler e Hot Spell. Questo significa che, aggiungendo hype all’hype, quello a San Siro potrebbe essere il primo concerto di Liberato a volto scoperto.

Pussy Riot
Dove: Teatro degli Arcimboldi
Quando: 11 Settembre 2022

Dallo spettacolo allo Zagreb Museum of Contemporary Art, foto di Denis Lovrovic/Afp via Getty Images

Quella a Milano è l’unica tappa italiana delle Pussy Riot, il collettivo artistico di protesta femminista nato a Mosca che negli ultimi dieci anni ha dimostrato di fare sul serio e che dopo l’esplosione della guerra in Ucraina l’ha confermato. Dopo essere uscita di prigione nel dicembre 2013, la leader del gruppo Maria V. Alyokhina ha fondato Mediazona, una testata giornalistica indipendente che rivela ai russi cosa succede veramente in Russia. Alyokhina ha anche scritto un memoir, Riot Days, dal quale ha tratto uno spettacolo che ha portato in giro con un tour internazionale: il suo sogno era esibirsi in Russia, ma solo 3 sedi hanno accettato di ospitarla e hanno dovuto affrontare dure ripercussioni. Alyokhina si è sempre impegnata a rimanere in Russia nonostante la pressione delle autorità, ma ad aprile è stata costretta a lasciare il Paese (travestendosi da rider) per via dell’inasprimento delle sanzioni deciso da Putin per reprimere qualsiasi critica alla guerra.

Nari Ward, Gilded Darkness
Dove: Centro Balneare Romano
Quando: 12 settembre

Nari Ward, Canned Smiles

Le mostre della Fondazione Trussardi sono una garanzia per due motivi: la qualità degli artisti selezionati e le location sempre diverse, che ci aiutano a scoprire luoghi di Milano che magari non conoscevamo. Questa volta il direttore artistico Massimiliano Gioni ha scelto l’artista di origini giamaicane Nari Ward e il Centro Balneare Romano in zona Piola. Nel suo lavoro Ward affronta questioni sociali e politiche ispirandosi alla tradizione dadaista e del readymade. Una delle sue opere più famose è la bellissima “We The People” (2010), in cui ricostruisce le prime parole della Costituzione degli Stati Uniti usando centinaia di lacci di scarpe. Gilded Darkness occuperà gli spazi della piscina con tracce fisiche e immateriali. Come spiega la Fondazione Trussardi: «La storia del Centro – progettato dall’architetto Luigi Secchi durante il fascismo, inaugurato nel 1929 e dedicato alla memoria del giovane campione olimpionico Guido Romano morto al fronte durante la Prima Guerra Mondiale – racconta di ideali di vittoria e grandezza, di guerre e atletismo, di nazionalismo e imperialismo: concetti ai quale Ward risponde con i suoi monumenti precari e con oggetti che incarnano storie di piccoli eroismi quotidiani, episodi di gioia collettiva ma anche immagini di sconfitte e cadute dei miti trionfali che avevano attraversato il Novecento».

Bruce Nauman, Neons Corridor Rooms
Dove: Pirelli HangarBicocca
Quando: 15 settembre

Bruce Nauman, Neons Corridors Rooms

La mostra Neons Corridor Rooms al Pirelli HangarBicocca è la terza tappa, dopo Londra e Amsterdam, di una retrospettiva che copre oltre 40 anni di carriera di uno dei più grandi artisti viventi, recentemente celebrato anche a Venezia con una Mostra a Punta della Dogana, Contrapposto Studies (se non l’avete vista siete ancora in tempo, chiude il 27 novembre). Per onorare l’artista ottantenne ci sono voluti ben 7 curatori: Roberta Tenconi, Vicente Todolí, Andrea Lissoni, Nicholas Serota, Leontine Coelewij, Martijn van Nieuwenhuyzen e Katy Wan. La mostra raccoglie trenta opere realizzate dalla seconda metà degli anni Sessanta che esplorano la dimensione più innovativa della pratica di Bruce Nauman, con un focus sulla sua ricerca spaziale e architettonica. Il progetto espositivo fa luce su un ambito meno conosciuto e studiato della ricerca espressiva dell’artista, che in oltre cinquant’anni di carriera ha indagato la condizione umana e il significato più profondo del fare arte, abbracciando con attitudine radicale e pionieristica diversi media: installazione, video, scultura, performance, fotografia, disegno e suono. Con i suoi neon colorati si impone come l’esposizione più instagrammabile dell’autunno. Meglio andare a vederla subito.

Marracash
Dove: Mediolanum Forum
Quando: 18 e 21 settembre

Dalla storia di copertina del numero 41 di Rivista Studio, foto di Guido Borso

Dopo una snervante serie di rinvii che hanno fatto rimbalzare in avanti le date ben 4 volte (3 aprile 2020, 13 settembre 2020, 7 aprile 2021 e successivamente 1 febbraio 2022), il Fabio nazionale può finalmente esibirsi di fronte a un pubblico adorante che ha atteso questo momento per due lunghi anni. Dopo il successo delle date del 2020 al Forum di Milano, andate subito sold out grazie all’entusiasmo con cui è stato accolto l’album del suo grande ritorno, Persona (qui ne parlavamo insieme a lui), la serie di concerti del Persone Tour 2022 è la prima occasione per Marracash di cantare dal vivo le canzoni di Noi, loro, gli altri, uscito a novembre 2021 con le sue bellissime tre copertine (Marra con la sua famiglia, comprese Elodie e la sua manager Paola Zukar; Marra negli uffici Universal di Milano insieme al suo staff; Marra immerso in una folla voltata di schiena, in direzione ostinata e contraria). Per lanciare l’album era stato scelto il singolo “Crazy Love“, ma forse la canzone che ha avuto più successo è stata “Dubbi”, perfetta rappresentazione dei tempi che stiamo vivendo.

Richard Avedon, Relationships
Dove: Palazzo Reale
Quando: 21 settembre

Richard Avedon, Truman Capote 1974

Non proprio una mostra di nicchia, quella che inaugura il 21 settembre a Palazzo Reale. A distanza di oltre 25 anni dall’ultima esposizione, Milano rende omaggio al grande fotografo americano, genio del bianco e nero, con una retrospettiva che riunisce oltre cento immagini di celebrità, capi di stato, musicisti, attori, artisti e scrittori. In mostra ci sono anche i famosi ritratti a Truman Capote, testimonianza di una delle relazioni fotografiche più durature e interessanti nella storia della fotografia. Avedon fotografò per la prima volta il suo amico nel 1949. Nel 1959, i due collaborarono al primo libro di Avedon, Observations. Il volume era corredato da un saggio di Capote e da suoi commenti alle fotografie, mentre la grafica era curata da Aleksej Brodovič, il leggendario art director di Harper’s Bazaar. Capote e Avedon lavorarono di nuovo insieme l’anno seguente: mentre lo scrittore si trovava in Kansas per la stesura di A sangue freddo, Avedon lo raggiunse in quattro diverse occasioni per fotografare i presunti assassini Perry Smith e Dick Hickock, in attesa di giudizio. Nell’ultimo ritratto del 1974, Capote è un cinquantenne esausto, molto diverso dal flessuoso e sensuale trentenne ritratto nel 1955.

070 Shake
Dove: Santeria, Viale Toscana 31, Milano
Quando: 21 settembre

Dal suo profilo Instagram, @070shake

Di lei si è parlato all’inizio dell’estate per l’uscita del nuovo album, You Can’t Kill Me, e per via del post con cui Kehlani ha celebrato il loro primo anno insieme. Nel 2018, in occasione dell’uscita di Ye, 070 Shake venne definita “la protetta di Kanye West”: non solo compariva nell’album ben due volte (“Ghost Town” e “Violent Crimes”), ma aveva anche firmato per la Good Music, l’etichetta di Ye. Con la sua voce androgina e i testi oscuri, Danielle Balbuena (New Jersey,1997), unisce sonorità soul e trap creando canzoni che ricordano le atmosfere di Euphoria (prima ancora che Euphoria esistesse). Dopo due Ep (The 070 Project: Chapter 1 del 2016 e Glitter del 2018) e l’album d’esordio Modus Vivendi, a giugno è tornata con il suo secondo album, You Can’t Kill Me, non proprio un successo (Pitchfork ha assegnato un tiepido 7, il Guardian ha dato 3 stelline su 5). Vale la pena andare al suo concerto anche solo per sentire e cantare “Somebody Like Me” del 2017 (la canzone da ascoltare se non la conoscete, per capire di che voce stiamo parlando). Quella a Milano è la unica data italiana del suo tour.

Aldo Rossi, Design 1960-1997
Dove: Museo del Novecento
Quando: fino al 2 ottobre

Aldo Rossi, scrivania Papyro, 1990 Molteni&C, Giussano © Eredi Aldo Rossi, Fondazione Aldo Rossi

Aldo Rossi, Design 1960-1997 non è una novità (ha inaugurato il 29 aprile) ma è una mostra da segnalare perché se non l’avete ancora vista questo è l’ultimo mese in cui è possibile farlo (chiude il 2 ottobre). Il Museo del Novecento ha organizzato un percorso in nove sale che mostra per la prima volta la produzione come designer dell’architetto e teorico milanese. Come scriveva qui Alessia Delisi: «Più di 350 creazioni esposte (oltre ai prodotti anche disegni, dipinti, prototipi e modelli) e un’attitudine: quella di trasformare un’architettura destinata all’esterno in un oggetto domestico da inserire all’interno di un altro edificio, di un’altra architettura. Rossi non era un designer di mobili, ma un architetto; si era formato a Milano con Ernesto Nathan Rogers e Giuseppe Samonà, laureandosi al Politecnico nel 1959 (il relatore era Piero Portaluppi). Ogni suo progetto di design era quindi una piccola architettura la cui presenza nello spazio abitativo era a volte imponente, a volte molto discreta».