Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Quali sono le migliori alternative a Zoom per le videochiamate
Non è un caso che il titolo in borsa di Zoom stia continuando a crescere, tra usi lavorativi e ludici di quanti a ogni latitudine e longitudine si trovano isolati nelle proprie case. Tuttavia, ci sono stati numerosi reclami circa le norme sulla privacy e la sicurezza dell’applicazione che in questi giorni è finita sotto inchiesta poiché diventata oggetto di costanti attacchi hacker durante i meeting virtuali, con immagini violente, messaggi razzisti, antisemiti o pornografici (il cosiddetto Zoomboming). Per questi motivi The Verge, sito specializzato in tecnologia, ha deciso di stilare una classifica delle migliori app gratuite per le videoconferenze, escludendo appunto Zoom, e inserendo per ognuna di esse informazioni circa pregi e difetti.
«Esistono diverse app che non abbiamo incluso, come Facebook, WhatsApp e FaceTime, che ti consentono di effettuare chat video», specificano da The Verge, intanto perché richiedono che tutti i partecipanti siano membri delle relative piattaforme (Facebook e WhatsApp) o che si utilizzi uno specifico dispositivo (FaceTime è solo per Apple), «così abbiamo deciso di segnalare soltanto le applicazioni più generalizzate, che consentono di partecipare in molti casi senza doversi neanche registrare». Come prima cosa però, vale la pena notare che, nonostante tutte abbiano versioni gratuite, alcune di queste offrono soltanto un accesso temporaneo, della durata di mezz’ora o poco più. Tra le prime: Skype, piattaforma di riferimento per le conversazioni one-to-one da quando la versione beta è stata rilasciata nel 2003. La sua funzione Meet Now (a cui si accede scegliendo il pulsante “Meet Now” sul lato sinistro dell’app) consente la videoconferenza; Webex è invece un’app di videoconferenza in circolazione dagli anni ’90 che, per l’attuale emergenza Coronavirus, ha ampliato le funzionalità della versione da 50 a 100 partecipanti, eliminando il limite di 40 minuti per le riunioni.
Seguono poi StarLeaf, che limita la videoconferenza a 20 persone per 46 minuti e Jitsi Meet, una piattaforma che consente di incontrarsi online semplicemente navigando sul sito. Se Whereby è sconsigliato per gli incontri di lavoro, permettendo l’accesso solo a 4 partecipanti alla volta, Google Hangouts è forse il miglior modo oltre a Zoom per riunirsi a distanza. «Facilissimo e velocissimo da usare, permette chat video con un massimo di 10 persone, ma dal punto di vista della privacy è uno dei più sicuri». Infine, una menzione speciale per Houseparty, popolare app che consente a otto persone alla volta di usare “una stanza virtuale” per chattare. Il problema? Chiunque può entrare nella sessione online di un amico senza essere stato invitato: motivo per il quale la piattaforma richiede che tutti i partecipanti si registrino per poterla utilizzare, con nome, indirizzo e-mail, data di nascita e numero di telefono.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.