Cose che succedono | Esteri

Le previsioni per il 2023 di Dmitry Medvedev sembrano un romanzo distopico

Uno dei piaceri dell’ultima settimana dell’anno è dilettarsi nello stilare liste di buoni propositi e provare a prevedere gli scenari per il futuro prossimo. A questo innocuo gioco di fine anno ha deciso di partecipare anche Dmitry Medvedev, ex presidente ed ex Primo ministro della Federazione russa, attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, da sempre e per sempre uno dei più fedeli e feroci pretoriani di Vladimir Putin. In questo anno di guerra, Medvedev ha dimostrato un talento nuovo e purissimo per il trolling: su Twitter e Telegram, il braccio destro di Putin si è divertito più volte a stuzzicare gli utenti occidentali, raccontando pubblicamente il suo disgusto per le democrazie liberali ed esprimendo in più occasioni desideri di annichilimento per tutti i nemici della grande madre Russia. Il thread Twitter in cui Medvedev annuncia il suo «umile contributo» al gioco delle previsioni di fine anno è probabilmente il suo magnum opus nel campo dell’internet trolling. O, quanto meno, c’è sa sperare si tratti di questo, perché l’alternativa è che Medvedev certe cose le pensi sul serio.

«Cosa succederà nel 2023», dunque? Innanzitutto, la crisi energetica europea, dice (forse spera) Medvedev, proseguirà: il petrolio toccherà quota 150 dollari al barile e il gas quella dei 5000 dollari per i mille metri cubici. Dopodiché, e qui l’autore di questa nuova Svastica sul sole non spiega perché, il Regno Unito tornerà a far parte dell’Unione Europea. Ma la festa per la ritrovata unione continentale sarà breve perché, subito dopo il ritorno del figliol britannico, l’Ue crollerà e l’euro smetterà di essere moneta corrente. Nell’inevitabile caos che seguirà, Polonia e Ungheria invaderanno e occuperanno parti dell’Ucraina, mentre la Germania fonderà il Quarto Reich, del quale faranno parte anche gli Stati satellite di Polonia, le nazioni del Baltico, la Repubblica ceca e quella slovacca, la città-Stato di Kiev e «altri emarginati», scrive Medvedev che, vale la pena ricordarlo ancora una volta, è attualmente vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa.

La distopia medvediana prosegue poi con l’immancabile guerra tra il Quarto Reich e la Francia, che spaccherà e distruggerà l’Europa. Ossessionato dalla Polonia, Medvedev precisa che essa sarà «divisa» tra le potenze in conflitto, senza però fornire ulteriori dettagli. Il caos continentale, naturalmente, attraverserà la manica e arriverà fino al Regno Unito, che unito non sarà più: l’Irlanda del Nord si dichiarerà indipendente dal Regno e si unirà alla Repubblica d’Irlanda. Come in un romanzo di Énard, il racconto di Medvedev copre continenti interi e, dopo aver messo nero su bianco il futuro di quello vecchio, si concentra sulle sorti del Nuovo Mondo. «Negli Stati Uniti scoppierà una guerra civile, la California e il Texas diventeranno Stati indipendenti. Il Texas e il Messico stringeranno un’alleanza. Elon Musk sarà eletto Presidente di diversi Stati che, dopo la fine della nuova Guerra civile, saranno governati dal Partito Repubblicano». Data questa apocalisse, si capisce che la finanza abbandonerà gli Stati Uniti e traslocherà in Asia. A questo punto «gli accordi di Bretton Woods non saranno più validi, il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale crolleranno. Euro e dollaro non saranno più moneta corrente. Al loro posto saranno usate valute digitali».

La conferma che tutto il thread non sia una cosa da prendere sul serio ma una presa in giro a tutti quelli che immaginano scenari apocalittici per la Russia arriva con il tweet finale: «Auguri a tutti gli amici anglosassoni e ai loro felici maiali grugnenti!». Anche se, forse, la vera conferma che questa tirata post-apocalittica di Medvedev non sia una cosa da prendere sul serio sta nel commento lasciato dal più noto degli utenti Twitter: «Thread epico!!», ha scritto infatti un’entusiasta Elon Musk a quello che, vale la pena ricordarlo un’ultima volta, è attualmente vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa.