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Il 1925 è stato l’anno migliore di sempre per la letteratura?

Era il 10 aprile 1925 quando Francis Scott Fitzgerald, a New York, pubblicava per la prima volta Il grande Gatsby.  Nello stesso periodo, sempre a New York, veniva data alle stampe la prima raccolta di racconti di Ernest Hemingway, In Our Time, per Boni & Liveright. E poi La signora Dalloway di Virginia Woolf, Il processo di Kafka, Foglie secche di Huxley, Manhattan Transfer di John Dos Passos, Il velo dipinto di W. Somerset Maugham: opere di narrativa tra le più note di sempre, che resero il 1925 probabilmente l’anno migliore per la letteratura di tutti i tempi, come ha scritto nel 2015 Jane Ciabattari sulla Bbc. «Fu l’anno di una cultura vibrante, che più che per il contenuto cambiò per sempre il paradigma della prosa». Proprio simili titoli da quest’anno in America diventeranno opere libere dal copyright, diventando di conseguenza di pubblico dominio mondiale (essendo gli Stati Uniti il Paese in cui il diritto d’autore si estende per maggior tempo).

«Il lavoro letterario di quell’anno rifletteva un mondo all’indomani di un tremendo sconvolgimento. La brutalità della prima guerra mondiale, con circa 16 milioni di morti e 70 milioni di uomini chiamati a combattere, aveva generato una generazione perduta, di cui questi libri sono frutto», continua Ciabattari. Quindici titoli (elencati da Literary Hub) che perderanno quindi le protezioni legali che li avevano legati ad alcune specifiche case editrici ed eredi con royalties da diritti d’autore e controllo creativo. Tra le opere: Una tragedia americana di Theodore Dreiser, I signori preferiscono le bionde di Anita Loos e Il velo dipinto di W. Somerset Maugham.

Se in Europa, infatti, generalmente, le opere sono tutelate fino a 70 anni dalla morte dell’autore (motivo per cui il corpus di Fitzgerald è libero per noi dal 2011, essendo lui scomparso nel 1940), negli Stati Uniti il punto di riferimento preso è la data di pubblicazione dell’opera, e la durata della tutela è maggiore: 95 anni (in altri Paesi, come il Canada, la Cina e la Nuova Zelanda, il copyright si estende per 50 anni dalla morte dell’autore, il che rende oggi libero per loro anche Giuseppe Ungaretti). A diventare liberi dal copyright in Europa dal 2021 saranno invece le opere di Cesare Pavese, del poeta romano Trilussa e di George Orwell, di cui in questo periodo sono state già annunciate le ripubblicazioni (Einaudi, Sellerio).