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I fan di Squid Game hanno odiato il finale della serie e quindi si stanno facendo i loro finali usando l’AI Sui social c'è già chi propone lo Squid Game dei finali di Squid Game, il vincitore diventa quello ufficiale.
Una delle ragioni del disastro causato dell’alluvione in Texas potrebbero essere state le troppe allerte meteo ricevute dalla popolazione Si chiama warning fatigue, cioè la tendenza a sottovalutare o ignorare un pericolo che viene segnalato troppe volte e troppo spesso.
Netflix ha annunciato la data d’uscita della serie di Stefano Sollima sul Mostro di Firenze E ha pure pubblicato il primo teaser trailer. Si parla già di una possibile prima alla Mostra del cinema.
Dopo più di 100 anni di attesa, la Senna è stata balneabile soltanto per un giorno Nei tre punti balneabili del fiume è già stata issata di nuovo la bandiera rossa. Stavolta, però, la colpa è della pioggia.
Una ricerca conferma che l’estate in Europa ormai dura quasi sei mesi  Un ricerca evidenzia come, da Atene a Terana, l’ondata di colore associata all’estate duri oltre duecento giorni l’anno. 
Si è scoperto che le compagnie low cost premiano i dipendenti degli aeroporti più bravi a trovare i bagagli a mano troppo grandi In un’email pubblicata dal Guardian si legge di un premio di una sterlina per ogni bagaglio extra large denunciato.

Spencer, un Joker per ragazze

Nel biopic diretto da Pablo Larraín (da domani nelle sale), Kristen Stewart trasforma Lady D in un'adolescente capricciosa e tragica, regalando un'interpretazione di Diana che è forse la più sincera mai vista.

23 Marzo 2022

Questo è il Joker per le ragazze. È un modo di dire che viene da un trend di TikTok che consiste nel filmarsi davanti alla locandina di un film in cui c’è una protagonista tormentata e problematica ed esclamare: «Il modo in cui hanno reagito gli uomini quando è uscito Joker – questo sarà il mio Joker, solo che io sarò molto peggio». Nel video originale c’era la copertina di Il mio anno di riposo e oblio (che diventerà un film diretto da Yorgos Lanthimos), ma se ci mettete Kristen Stewart piegata sul cesso in un abito Chanel sbrilluccicante, cioè il poster di Spencer diretto da Pablo Larraín, prometto che il risultato non cambia, anzi, potrebbe diventare un TikTok di successo.

Lo dice il New Yorker che la Lady D di Kristen Stewart ha meno in comune con quella della serie The Crown che con la protagonista di Rosemary’s Baby: convinte che tutte le persone che hanno attorno stiano tramando contro di loro, condividono un esaurimento nervoso spettacolare. La giovane Diana di Emma Corrin era perfetta perché era dolce, delicata, sorrideva sempre a tutti e si muoveva danzando in maniera buffa con le spalle alte e il collo incassato proprio come faceva quella vera. Chissà quali note di regia avranno passato a Kristen Stewart, che dovrebbe interpretare Diana qualche anno dopo, nel 1991, ma che abita lo schermo di Spencer correndo per i corridoi del palazzo di Sandringham, dove trascorre le vacanze di Natale con la Famiglia Reale, urlando come una pazza alle cameriere, arrivando a tavola più tardi della Regina e con l’abito sbagliato, oppure intrattenendo conversazioni esistenziali con spaventapasseri e fantasmi. È una Lady D sgarbata, che dice “fuck” un sacco di volte, una principessa sull’orlo di una crisi di nervi in tutta la sua compostezza reale – è completamente impazzita ma mantiene pur sempre una certa grazia sotto ai Barbour che abbina agli abiti Chanel – che è inscindibile dal rigor mortis caratteristico di Stewart quando recita e che crea, quindi, un cortocircuito. Nella sua Diana, Kristen Stewart interpreta più Kristen Stewart che la principessa del Galles, e forse è perfetta così.

Se lo erano chiesti tutti quando il regista di Jackie – un altro film tragico su un’aristocratica tormentata che deve fare i conti con lo sguardo pubblico – aveva annunciato di aver scelto Stewart per interpretare Diana. Perché. La somiglianza non c’era, non avevano nemmeno lo stesso accento, dal momento che in tutte le sue interviste l’attrice non manca di sottolineare quella svagatissima cadenza californiana che le fa concludere tutte le frasi con un orribile “dude”. Diana era una ballerina, Stewart si muoveva sullo schermo ciondolando pure un po’ ingobbita, glielo facevano sempre notare sui siti di gossip dall’uscita di Twilight, nel 2008. Al tempo uscivano ogni giorno articoli che raccoglievano in dettaglio gli avvistamenti di Stewart a Los Angeles, che cosa indossava – «ancora le Converse, anche sul tappeto rosso» –  e chi baciava. Nel 2012, nel mezzo di quella che doveva essere la sua relazione pubblicissima con Robert Pattinson, era stata avvistata mentre si scambiava un bacio sfuggente col regista di un film che stava girando. Aveva 20 anni in più di lei, che al tempo ne aveva appena ventidue e stava ancora finendo di girare la saga dei vampiri. Dopo quel bacio la stampa si era accanita su Stewart e aveva iniziato a seguirla ovunque, beccandola un giorno su una scalinata mentre fumava da un bong con un amico e dando inizio a una campagna mediatica contro di lei che, dicevano, promuoveva il fumo agli spettatori più piccoli che fremevano per imitarla.

Una parabola che ricorda tanto quella di Lady D, i paparazzi che la seguono ovunque, lei fotografata nei momenti di crisi con delle espressioni sfigurate con le quali nessuno vorrebbe mai essere immortalato. Il bacio in costume da bagno con Dodi, l’amante egiziano, lei che scoppia a piangere in mezzo a una folla, lei che alza gli occhi al cielo mentre Carlo accanto a lei sta parlando. All’accanimento mediatico Stewart rispondeva facendo il dito medio e insultando i fotografi che la seguivano, ed è un po’ questa insolenza che ha portato nella sua interpretazione di Diana, che potrebbe sembrare un falso storico, ma forse, in realtà, è quella più sincera mai vista.

Sono le vacanze di Natale e Diana le deve passare coi suoceri nel castello di famiglia: impazzisce, come faremmo tutti. Scopre che il marito la tradisce con Camilla, a cui ha regalato una collana di perle identica a quella che ha fatto trovare a lei sotto l’albero. Iniziano le crisi isteriche, le allucinazioni – in una scena splendida sogna di strapparsi la collana durante una cena e che le perle cadano una ad una dentro la zuppa di pere color pastello che è costretta a ingurgitare – fino a che la nevrosi diventa bulimica e pure autolesionista, come quando si taglia con un tronchese mentre indossa l’abito sbrilluccicante, macchiandolo di sangue. «Questo vestito non è in tono. Non è in tono col mio umore, dovrebbe essere nero», dice alla cameriera che la sta aiutando a cambiarsi poco prima di scacciarla fuori perché vuole masturbarsi, alla maniera in cui farebbe una deliziosa adolescente capricciosa.

Se Joker rassicurava gli uomini dicendo che era ok essere sfigati perché prima o poi avrebbero ottenuto la loro rivalsa, Spencer allora potrebbe rivolgersi alle ragazze problematiche incoraggiandole a essere imbronciate, nevrotiche, trasecolate. Tragiche. Qualcuno prima o poi ci darà ragione. Qualche mese fa qualcuno aveva scritto in un tweet che Kristen Stewart avrebbe interpretato il Joker nella nuova saga di Batman con Robert Pattinson. Lei aveva risposto di non escludere l’idea, «Dopotutto mi piacciono i personaggi strani e spaventosi», aveva detto in un riferimento così inconfessato alla sua Lady D.

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