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Cosa c’entrano le targhe delle auto con le tensioni tra Kosovo e Serbia

Oggi il governo kosovaro ha annunciato il rinvio dell’entrata in vigore di una legge che avrebbe imposto ai cittadini di origine serba di sostituire le targhe delle loro auto emesse in Serbia con delle nuove targhe emesse in Kosovo. L’entrata in vigore della legge era prevista alla mezzanotte di oggi, ma le proteste inscenate dai serbi kosovari nella giornata di ieri hanno convinto (costretto) il governo a rimandare tutto al mese prossimo. La Nato ha descritto la situazione nel Paese come «tesa», con centinaia di cittadini kosovari di origine serba che si sono recati al confine con la Serbia e hanno creato una sorta di “barricata” parcheggiando lì auto, furgoni e camion. Vista la situazione estremamente complicata – a un certo punto, secondo quanto riporta Bbc, tra i manifestanti ci sono state anche persone che hanno sparato colpi di arma da fuoco in segno di protesta –, a un certo punto le forze dell’ordine di un Paese e dell’altro sono state costrette a chiudere il confine.

Proteste come questa c’erano già state lo scorso anno, anche quella volta in risposta a un tentativo del governo di modificare le leggi sulle targhe delle automobili. Le targhe, però, ovviamente non sono il vero punto della questione ma soltanto un “pretesto”. Il vero punto della questione è la storia del Kosovo e le tensioni etniche, sociali, religiose che da questa storia derivano. Il Kosovo ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza dalla Serbia nel 2008 e da quel momento i rapporti tra i due Paesi sono sempre stati difficili e tesi. L’indipendenza del Kosovo è stata riconosciuta sia dagli Stati Uniti che dall’Unione Europea, ma la Russia, invece, alleata della Serbia, si è sempre rifiutata di farlo. Le tensioni internazionali non hanno fatto altro che ostacolare la già difficile convivenza tra kosovari di origine serba e quelli di origine albanese. È per questo che una legge apparentemente innocua come quella sulle targhe delle auto ha provocato tutti questi disordini: per i 50 mila serbi che vivono nel nord del Kosovo, usare targhe emesse in Serbia è una maniera di affermare la loro identità e rifiutare le istituzioni kosovare.

I disordini di queste ore hanno costretto la comunità internazionale a prendere posizione. L’ambasciatore degli Stati Uniti Jeffrey Hovenier ha detto che il rinvio della legge sulle targhe si è reso necessario a causa di «disinformazione e fraintendimenti». Josep Borrell, alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha scritto su Twitter che il rinvio della legge è una decisione giusta e che ora si aspetta la rimozione di tutti i mezzi parcheggiati al confine con la Serbia. La Russia, attraverso la portavoce del Ministro degli Esteri Lavrov Maria Zakharova, ha chiesto di interrompere le provocazioni nei confronti dei serbi del Kosovo. Il Presidente serbo Alxandar Vucic ha detto che si aspetta una «de-esclation» in seguito al rinvio della legge sulle targhe.