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Il problema di Kanye West

Le mire presidenziali, il comizio sull’aborto, i tweet deliranti: una serie di articoli per capire perché una delle maggiori pop star del nostro tempo si comporta così.

di Studio

(Foto di Robin Marchant/Getty Images for Ralph Lauren)

Delirante lo è sempre stato, ma finora abbastanza innocuo. Sfornava i suoi album geniali e i suoi splendidi video, di tanto in tanto farneticava su Twitter o nelle interviste, esprimendo concetti contraddittori o decisamente folli. Era però un artista, quindi era normale perdonargli qualsiasi cosa, o quasi, finché rimaneva nell’area astratta delle opinioni personali e delle idee. La situazione era più o meno sotto controllo, anche se già con i Sunday Service, Kanye West aveva iniziato a preoccupare qualcuno: quelle riunioni festose ed emotivamente coinvolgenti curate nei minimi dettagli – dalle location al look dei partecipanti – avevano evidentemente smesso di essere soltanto un progetto musicale ed erano diventate qualcosa di più, la conferma delle mire espansionistiche che i suoi nemici gli attribuivano da tempo: delle messe, appunto, molto simili alle riunioni di una setta. Kanye e i suoi adepti si riunivano per celebrare Gesù Cristo, laddove, come sembrava suggerire il contesto e l’organizzazione degli eventi, l’incarnazione in terra del figlio di Dio sembrava impersonata proprio dal rapper, nelle vesti del direttore d’orchestra e dell’architetto supremo. Negli ultimi tempi, in effetti, chi si azzardava a commentare positivamente gli ultimi album di Kanye era costretto a sorbirsi le critiche di chi sosteneva che ascoltare la musica prodotta da uno convinto che la schiavitù dei neri fosse stata una scelta (dei neri) e altre assurdità, era un gesto irresponsabile e grave.

Il caso è complesso, perché bisogna prendere in considerazione i gravi problemi mentali dell’artista. Se prima, però, era possibile creare una separazione tra l’uomo e la sua musica, tra le sue dichiarazioni politiche e la sua creazione artistica, ora, per i difensori di Kanye West, il gioco si fa davvero duro. Con l’incredibile decisione di candidarsi alle presidenziali, West ha smesso di essere innocuo, e ha iniziato a rappresentare una minaccia concreta. Alle cene impazza il gioco della torre: meglio Trump o Kanye West? Non è facile rispondere. Tra i due meglio West, verrebbe da dire, ma si tratta di due personaggi mentalmente instabili e quindi, forse, ugualmente pericolosi. Dopo l’imbarazzante comizio in Carolina del Sud, West ha sganciato una raffica di tweet sconnessi tra cui uno in cui ha raccontato che la moglie stava tentando di farlo ricoverare con l’aiuto di alcuni medici e l’approvazione della suocera Kris Jenner, uno in cui l’accusava di “supremazia bianca” per aver pubblicato una dichiarazione senza il suo permesso, e uno, poi cancellato, in cui confessava di aver cercato di divorziare da Kim. La moglie si è affrettata a pubblicare sul suo profilo Instagram una serie di stories in cui prega i suoi fan di “compatire” suo marito e di considerare il ruolo preponderante, in ogni sua azione e dichiarazione, del disturbo bipolare di cui è affetto (a cui lui stesso ha fatto più volte riferimento, la più recente nell’album ye). Abbiamo raccolto un po’ di articoli che raccontano cosa c’è dietro le scelte e le dichiarazioni di uno degli artisti più discussi dei nostri tempi.

Kanye West’s outlandish statements may be a problem. Mental health stigma is a bigger oneFortune
Secondo Sy Mukherjee, il vero problema nel comportamento di Kanye West, non è Kanye West, ma il modo in cui la società americana ha stigmatizzato negli anni la malattia mentale, tanto da renderne difficile parlarne e, ovviamente, comprenderla. Ammetterlo, può comportare «sentirsi esclusi dalle decisioni, essere guardati in maniera differente, ricevere minacce circa un trattamento coercitivo in determinati casi», scrive su Fortune. «Un aspetto che riguarda qualsiasi persona, e non solo i personaggi famosi».

Where Is Kanye West’s New Album Donda?XXL Mag
Non è passata neanche una settimana (era il 18 luglio) da quando Kanye West ha annunciato che, entro questo weekend, avrebbe pubblicato il suo nuovo album, che quindi ha avuto ufficialmente una data di uscita, una tracklist e anche un nuovo titolo, considerando che all’uscita di “Wash Us In The Blood” con un featuring di Travis Scott, Kanye aveva anticipato che il singolo avrebbe fatto parte di God’s Country, dando notizia poi, su Twitter, che il titolo del nuovo album sarebbe stato invece Donda, come sua madre. Ma ad oggi, della nuova opera non sembra esserci traccia. Come ha scritto XXL Mag, non resta da sperare che arrivi almeno entro domenica.

I’m Not Black, I’m KanyeThe Atlantic
Quello dello scrittore Ta-Nehisi Coates del maggio 2018 è probabilmente il più bell’articolo mai scritto su Kanye West, quello che meglio spiega il personaggio e lo inquadra nelle dinamiche del contemporaneo. West «è un uomo senza mistero, sovraesposto, che attira l’attenzione del mondo semplicemente attraverso la qualità coerente, sorprendente, quasi impareggiabile del suo lavoro», ma, proprio come Michael Jackson prima di lui, sta sperimentando il suo personale percorso di autodistruzione.

Kanye West’s White House Monologue Flirted with the Language of the Men’s-Rights MovementThe New Yorker
Nell’ottobre del 2018, Kanye West ha incontrato Donald Trump alla Casa Bianca e lì ha tenuto un confuso discorso di circa dieci minuti. Doreen St. Félix ha scritto sul New Yorker che in quel discorso, in cui West aveva citato Freud, Tesla e il suo disturbo bipolare, West ha parlato con insistenza di “negato potere” degli uomini, di energia maschile e della “snervante” influenza delle donne che castra gli uomini. Il suo tono era leggero, divertito, ma non era la prima volta che West flirtava apertamente con la retorica velenosa del movimento per i diritti degli uomini. «Quando indosso il cappello MAGA mi sento Superman», ha detto in quell’occasione a un Trump esterrefatto ma contento.

Into the Wild With Kanye WestThe New York Times
Nel giugno del 2018, Jon Caramanica ha passato tre giorni con Kanye West in Wyoming, un luogo dove il rapper ha tenuto più di uno dei suoi Sunday Service, ha lanciato l’album Ye e dove molto spesso si ritira con la sua famiglia sin dall’inizio del 2017. Il Wyoming è dove molta della sua musica più recente è stata prodotta, un luogo infine, forse l’unico, dove Kanye, almeno in quel breve periodo cui risale l’intervista [dopo le polemiche sul suo presunto appoggio a Trump e le sue dichiarazioni sulla schiavitù, ndr], sembra riuscire a uscire da se stesso e a ritrovarsi.

Inside Donald Trump and Kanye West’s unlikely friendshipBusiness Insider
Nel 2016, Donald Trump ha accolto Kanye West nella sua torre extra lusso: «Siamo amici da molto tempo», aveva detto il rapper quando gli è stato chiesto quale fosse il motivo della visita, cercando di disattendere ogni altra domanda dei giornalisti. E poi: «Non dovete andare d’accordo con Trump, ma la massa non può impedirmi di volergli bene», aveva twittato Kanye ad aprile 2018. Di questo strano binomio ha parlato Business Insider, che ha ricostruito le tappe dello strano rapporto tra Trump e Kanye West.