Cose che succedono | Coronavirus

Com’è cambiato con il Coronavirus l’account che mostra le mani nella metro di New York

Lo avevamo già scritto qui, che se esistesse un premio per il profilo Instagram più bello del mondo, probabilmente andrebbe a @subwayhands, dedicato alle mani delle persone che viaggiano sulla metropolitana di New York. Vere espressioni d’umanità, con le unghie lunghissime o cortissime, intrecciate tra loro e che afferrano panini, libri e cellulari, mentre la pandemia di Coronavirus si sta diffondendo anche in America, le mani fotografate da Hannah Ryan hanno iniziato a esprimere tutta l’ansia di viaggiare sui mezzi pubblici della città in questo momento.

«Soprattutto in un luogo pubblico, i volti possono essere imperscrutabili», ha detto Ryan al New Yorker. «Ma le mani invece rimangono espressive, reattive in un modo che spesso sembra più onesto, esternando con i loro movimenti un pensiero o anche un disagio». E quindi ecco le mani che schiacciano piccole bottiglie di disinfettante, mani che si attorcigliano l’una con l’altra per igienizzarle, mani che puliscono vigorosamente i telefoni, che indossano guanti, che si proteggono dai pali delle metropolitane con tessuti e fazzoletti. Perché infatti, nonostante numerosi esperti e funzionari della salute stiano esortando le persone a evitare spazi affollati, al fine di rallentare la diffusione del virus, i mezzi pubblici sono ancora in funzione, e gli abitanti che non possono lavorare da remoto sono numerosi.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da subway hands (@subwayhands) in data:

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da subway hands (@subwayhands) in data:

Ed è per questo che in pochi giorni le nostre mani «sono diventate improvvisamente un rischio», scrive il New Yorker, «perché possono trasmettere qualcosa di terribile e invisibile». Le mani impresse da Ryan che sin dalla creazione del profilo hanno iniziato a raccontare storie e caratteri nelle loro pose e impugnature, «nelle ultime foto sono diventate il simbolo di un adattamento collettivo e simultaneo alla situazione, nel modo in cui interagiamo con la realtà e tra di noi», aggiunge il New Yorker. «Tanto che potremmo considerare “Subway Hands” non solo un’opera di ritrattistica non convenzionale, ma un ottimo esempio di fotogiornalismo».