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A Londra è comparsa una nuova opera di Banksy che parla di crisi abitativa e giovani senzatetto In realtà le opere sono due, quasi identiche, ma solo una è stata già rivendicata dall'artista con un post su Instagram.
Gli scatti d’ira di Nick Reiner erano stati raccontati già 20 anni fa in un manuale di yoga scritto dall’istruttrice personale d Rob e Michele Reiner Si intitola A Chair in the Air e racconta episodi di violenza realmente accaduti nella casa dei Reiner quando Nick era un bambino.
Il neo inviato speciale per la Groenlandia scelto da Trump ha detto apertamente che gli Usa vogliono annetterla al loro territorio Jeff Landry non ha perso tempo, ma nemmeno Danimarca e Groenlandia ci hanno messo molto a ribadire che di annessioni non si parla nemmeno.
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A causa della crescita dell’industria del benessere, l’incenso sta diventando un bene sempre più raro e costoso La domanda è troppa e gli alberi che producono la resina da incenso non bastano. Di questo passo, tra 20 anni la produzione mondiale si dimezzerà.
È appena uscito il primo trailer di The Odyssey di Nolan ed è già iniziato il litigio sulla fedeltà all’Odissea di Omero Il film uscirà il 16 luglio 2026, fino a quel giorno, siamo sicuri, il litigio sulle libertà creative che Nolan si è preso continueranno.

La cosa più sorprendente dei Golden Globe 2023 è che i Golden Globe esistano ancora

Tornano i premi assegnati dalla Hollywood Foreign Press Association, sopravvissuti miracolosamente a due anni di fiaschi, scandali e polemiche.

11 Gennaio 2023

I Golden Globe 2023 sono la prova che la premessa indispensabile di qualsiasi successo sono le basse aspettative. Quanto più basse le aspettative e tanto maggiore sembrerà un successo in realtà abbastanza modesto, altro assioma provato da questa edizione dei premi assegnati dalla Hollywood Foreign Press Association. E più basse di quelle che si avevano per questi Golden Globe le aspettative non potevano essere. Per farsi un’idea: nei giorni immediatamente precedenti la cerimonia del Beverly Hilton, su moltissimi giornali, riviste e siti ci si chiedeva se attori, registi, sceneggiatori, addetti ai lavori di cinema e tv in generale si sarebbero davvero presentati al Beverly Hilton per la suddetta cerimonia. E la risposta a questa domanda era sempre la stessa: non è detto, forse sì, forse no, magari, chissà.

«Ecco qualcosa che probabilmente non sapete: questa settimana ci sono i Golden Globe», questo l’incipit del pezzo di Alissa Wilkinson su Vox. Si scherza ma nemmeno tanto: per moltissime persone la notizia principale riguardante i Golden Globe 2023 era che, appunto, nel 2023 ci sarebbero stati i Golden Globe. Non era cosa da dare per scontata: nel 2021 la cerimonia – presentata da Tina Fey e Amy Poehler – andò così male e fu così noiosa che praticamente tutti i giornalisti di settore e gli spettatori appassionati usarono lo stesso aggettivo per definirla: irrilevante. Nel 2022 le cose andarono persino peggio: i Golden Globe l’anno scorso sono passati da una riconosciuta irrilevanza a una sfiorata inesistenza. Letterale inesistenza: la cerimonia dello scorso anno non è stata nemmeno trasmessa in tv, l’imbarazzo era tale che ci si è limitati a veloci annunci sui social, niente red carpet, niente statuette, niente discorsi, niente di niente. Nel 2023, almeno, i Golden Globe sono tornati in diretta tv, su Nbc, e streaming, sulla piattaforma dello stesso network, Peacock.

L’imbarazzo era dovuto a un’inchiesta pubblicata dal Los Angeles Times in cui si spiegavano nel dettaglio i criteri con i quali i membri della Hollywood Foreign Press Association sceglievano i loro film preferiti: in base a quanto i produttori di questi film erano disposti a spendere per pagare a loro, giornalisti e critici, cene al ristorante e notti in albergo. Un esempio: Paramount Network, che per Netflix produce Emily in Paris, ebbe la premura di offrire a trenta membri della Hfpa due giorni in un albergo parigino da 1400 dollari a notte. Emily in Paris quell’anno ricevette due nomination ai Golden Globe. Qualsiasi credibilità rimasta all’associazione dopo queste rivelazioni sparì quando vennero raccontate, sempre dal Los Angeles Times, le pratiche eufemisticamente definite «poco professionali» dei membri della stessa: critici che schiacciavano pisolini durante le anteprime dei film, giornalisti che approfittavano del question time post conferenze stampa per insultarsi, vere e proprie faide tra clan. Clan, tra l’altro, composti esclusivamente da persone bianche: come ha detto il comico Jerrod Carmichael nel monologo con il quale ha aperto la cerimonia di quest’anno: «Non dico fosse un’istituzione razzista. Ma è anche vero che dentro questa istituzione non c’era nessun nero fino alla morte di George Floyd. Decidete voi che pensare», ha detto, tra le risatine nervose e gli applausi accennati del pubblico in sala. Del razzismo dentro le istituzioni hollywoodiane ha parlato anche Michelle Yeoh, premiata come Migliore attrice in un film commedia o musicale per la sua interpretazione in Everything Everywhere All at Once. Ricordando i suoi primi provini a Hollywood, l’attrice – figlia di genitori malesiani – ha raccontato di come tutti le ripetessero sempre la stessa frase – «Appartieni a una minoranza» – e di come lei ripetesse sempre la stessa risposta: «No».

Non che fino all’inchiesta del Los Angeles Times la reputazione dei Golden Globe fosse immacolata. In molti in queste ore stanno sottolineando la mancata partecipazione alla cerimonia di Brendan Fraser, protagonista di The Whale di Darren Aronofsky, forse il più quotato tra i candidati alla vittoria dell’Oscar per il Miglior attore protagonista. Fraser si è rifiutato di partecipare ai Golden Globe a causa di tutto quello che gli è successo dopo aver denunciato, nel 2018, le molestie sessuali subite dall’allora presidente della Hollywood Foreign Press Association, Philip Berk. La denuncia di Fraser, relativa a fatti risalenti al 2003, è stata gestita come segue dall’associazione: Berk ha negato tutto e ha fornito a Fraser delle «scuse private»; l’indagine interna della Hfpa ha appurato che quella del presidente all’attore non fu molestia ma «uno scherzo»; alla richiesta di Fraser di fornirgli una copia di questa indagine interna l’associazione rispose «No. Perché no». Berk ha continuato a fare parte della Hfpa fino all’aprile del 2021, ed è stato espulso solo in seguito alla pubblicazione di una mail in cui definiva Black Lives Matter un «movimento che istiga all’odio razziale». La situazione a un certo punto si era fatta talmente grave che Netflix aveva annunciato il boicottaggio e Tom Cruise aveva restituito i tre Golden Globe vinti nel corso della sua carriera. La presidente Helen Hoehne era stata costretta a correre ai ripari, a ribadire che «negli ultimi otto mesi abbiamo lavorato senza sosta per migliorarci. Abbiamo 21 nuovi membri e abbiamo così costruito la giuria più ampia e “diverse” mai vista nei 79 anni della nostra storia», a impedire ai membri dell’associazione di cadere in tentazione introducendo il divieto di accettare regali di qualsiasi tipo, forma e natura.

Date queste premesse, è sorprendente che in queste ore i Golden Globe riescano addirittura a essere spunto di discussione cinematografica e televisiva: Spielberg e The Fabelmans meritavano davvero il premio alla Miglior regia e al Miglior film drammatico? Top Gun: Maverick è stato ingiustamente snobbato? Aveva ragione Harrison Ford quando ha detto che Ke Huy Quan merita tutti i premi per la sua interpretazione in Everything Everywhere All at Once? I premi a Gli spiriti dell’isola significano che sarà questo il film dark horse agli Oscar? Davvero c’è chi dubita ancora dell’esistenza della crisi climatica se Kevin Costner non ha potuto ritirare il premio come Miglior attore in una serie drammatica perché la strada da Santa Barbara a Los Angeles era impraticabile causa alluvioni? Qualcuno si è accertato delle condizioni psicologiche del regista della cerimonia, minacciato di pestaggio da parte di Michelle Yeoh e cazziato pubblicamente da Colin Farell – che ha trovato pure il modo di fare il piacione con Ana De Armas, confessandole che la sua interpretazione in Blonde lo ha fatto piangere fino a sfinirsi – perché ogni volta interrompeva i discorsi dei vincitori e li invitava a liberare anticipatamente il palco facendo partire la musica a tutto volume? È vero che le statuette dei Golden Globe sono così pesanti che si fa fatica a reggerle per un intervallo di tempo prolungato, come ha fatto notare un’esausta Jennifer Coolidge? Anche se forse, in realtà, date quelle premesse, la cosa più sorprendente di questi Golden Globe 2023 è che i Golden Globe esistano ancora. E che, tutto sommato, non siano stati così male.

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