Attualità | Rassegna

Di cosa si è parlato questa settimana

I discorsi di Zelensky, la giornalista scomparsa e ritrovata, Schwarzenegger che spiega la guerra ai russi e le altre notizie degli ultimi giorni.

di Studio

Immagine: Schwarzenegger in Danko (Red Heat) del 1988, diretto da Walter Hill

Esteri – Chi l’ha vista
Per quasi 24 ore, tra lunedì e martedì, mezzo mondo si è chiesto che fine avesse fatto la giornalista Marina Ovsyannikova: la Russia di Putin, d’altronde, è quel Paese nel quale bisogna preoccuparsi per la sorte di una giornalista che in diretta tv mostra un cartello con sopra scritto «No alla guerra». Dopo una giornata di apprensione, Ovsyannikova è ricomparsa in una foto con il suo avvocato, in attesa di capire le accuse nei suoi confronti. Nel frattempo la comunità internazionale si è mossa in sua difesa, Macron le ha offerto asilo politico in Francia ma lei ha detto che resterà in Russia.

Personaggi – Atto di forza
Chissà se il video in cui Arnold Schwarzenegger racconta (o quantomeno prova a raccontare) ai russi la verità sulla guerra è capitato sotto gli occhi di Putin: quello dell’ex governatore della California, infatti, è uno dei 22 account seguiti dal profilo Twitter del Cremlino. Di sicuro, però, lo hanno visto quasi 30 milioni di persone, alle quali Schwarzenegger ha raccontato la sua adorazione per il sollevatore russo Jurij Vlasov, la storia di suo padre, soldato del Terzo Reich che assediò Leningrado, l’affetto che sente per la Russia e il dolore che prova a vederla coinvolta in una guerra «insensata».

Politica – Discorsi alle nazioni
Martedì sarà la volta del Parlamento italiano, prossima tappa del giro del mondo (virtuale) che Volodymyr Zelensky sta facendo alla ricerca di un maggior sostegno della comunità internazionale. Per quanto abile il Presidente ucraino si stia dimostrando nell’arte della retorica (in Inghilterra cita Churchill, in America Martin Luther King, Pearl Harbor e l’11 settembre, in Germania Ronald Reagan e il Muro di Berlino), finora non è riuscito a ottenere quella che ritiene essere l’unica misura necessaria: la no-fly zone sui cieli d’Ucraina.

Social – The Imitation Game
È abbastanza normale che Macron trascorra il suo tempo libero in jeans e felpa, magari senza farsi la barba, ma l’ossessione dilagante per Zelensky ha fatto sì che alcune sue foto pubblicate su Instagram lunedì da Soazig de la Moissonnière, fotografa ufficiale del Presidente, in cui lo si vede con la barba incolta e la felpa dei parà, abbiano iniziato a girare sui social accompagnate da un’unica intuizione collettiva: Macron si è travestito da Zelensky, forse nella speranza di sembrare figo e coraggioso come lui.

Cinema – Gli Ottanta sono finiti
È stato uno degli attori-simbolo degli anni Ottanta, decennio nel quale divenne famoso grazie all’interpretazione dell’avvocato Ned Racine nel film di Lawrence Kasdan Brivido caldo (1981). Nel corso degli anni, il sodalizio con Kasdan darà vita ai migliori film della carriera di entrambi, da riguardare uno dopo l’altro questo weekend (Turista per caso, Ti amerò… fino ad ammazzarti, Il grande freddo) insieme, o in alternativa, ai suoi film di supereroi come Hulk, Captain America: Civil War, i due capitoli finali della saga degli Avengers e Black Widow.

Moda – Met Gala Gold
Torna al primo lunedì di maggio, come da tradizione pre pandemia, il Met Gala, ovvero la mostra-evento con il red carpet che, solitamente, è quanto di più lontano dal tema si possa immaginare. Quest’anno la mostra si intitola The Gilded Glamour e racconterà il periodo che va dal 1870 all’inizio del 1900, quella “gilded age” che in America è associata a benessere e prosperità. Gli host sono Blake Lively, Ryan Reynolds, Regina King e Lin-Manuel Miranda, con Tom Ford e Anna Wintour nel ruolo di presidenti onorari. La gara a chi sbaglia a interpretare il tema è aperta.