Attualità | Rassegna

Di cosa si è parlato questa settimana

L'Ucraina fuori e dentro di noi: i casi Nori, Saviano, Spinelli e le altre cose di cui abbiamo discusso in questi giorni di guerra

di Studio

Rielaborazione dell’opera di Maria Prymachenko "May That Nuclear War Be Cursed!" del 1978, da un tweet dell'artista ucraino Vereter

Esteri – Fino alla fine del mondo
Nel giro di una settimana o poco più abbiamo dovuto ricalibrare le nostre paure da una pandemia durata due anni all’estinzione atomica. La Russia ha invaso l’Ucraina, assediato e bombardato città, attaccato una centrale nucleare (Zaporižžja, la più grande d’Europa), mentre gli ucraini hanno lanciato appelli per bocca del loro Presidente, sono fuggiti in massa verso i Paesi vicini, chiesto alla Nato di proclamare una no-fly zone. Che però sarebbe come dichiarare guerra alla Russia.

Polemiche – Cancel Russia
L’esercito russo ha raso al suolo un museo con 25 meravigliose opere dell’artista folk ucraina Maria Prymachenko e il mondo culturale si vendica come può. Nel giro di qualche giorno Raimundas Malašauskas, curatore del padiglione Russia alla Biennale d’arte di Venezia, ha annunciato le sue dimissioni, Stefano Boeri, presidente della Triennale di Milano, ha ritirato l’invito alla Russia per l’Esposizione Internazionale (e confermato la presenza del padiglione ucraino), mentre il fotografo Alexander Gronsky, arrestato a Mosca domenica scorsa per aver protestato contro il regime russo, non ha più potuto partecipare al Festival della Fotografia europea di Reggio Emilia a causa della decisione dell’Ermitage di San Pietroburgo di annullare la mostra (all’interno della quale dovevano essere esposte fotografie di vari autori di diverse nazionalità, compreso Gronsky) che avrebbe dovuto presentare all’interno del Festival.

Altre polemiche – Dostoevskij non c’è
Prima ha annunciato sui suoi social, quasi in lacrime, che l’università Bicocca aveva deciso di eliminare il suo corso su Dostoevskij, generando un’orda di commenti indignati che hanno gridato alla censura. La Bicocca si è pentita e ha deciso di ridargli il corso (a patto che parlasse anche di autori ucraini), ma lui si è offeso (oltre a non essere esperto di autori ucraini, ha detto), non l’ha più voluto e lo terrà altrove. Intanto su Amazon vanno alla grande sia i libri di Paolo Nori (soprattutto I russi sono matti. Corso sintetico di letteratura russa 1820-1991), sia quelli di Dostoevskij, uno scrittore che non sembrava certo aver bisogno di una “riscoperta”.

Ancora polemiche – Dalla Russia con amore
Un editoriale di Barbara Spinelli pubblicato sul Fatto Quotidiano (“Una guerra nata dalle troppe bugie”) è diventato lettura consigliata dall’ambasciata russa in Italia: la verità sulle ragioni del conflitto in Ucraina sta in queste righe, ci hanno fatto sapere dall’ambasciata con un retweet dell’articolo. Ne è venuto fuori un dibattito accesissimo: Gianni Riotta su Repubblica ha inserito Spinelli nella lista (di proscrizione, l’hanno definita Marco Travaglio sul Fatto e Filippo Facci su Libero) dei “russofili” d’Italia, definizione che in questo momento infastidisce molto anche chi (intellettuali, artisti, politici) in passato aveva dimostrato una certa simpatia per Vladimir Putin.

Social – Tanto twittare per nulla
A Che tempo che fa Roberto Saviano ha fatto notare che non si sta parlando del ruolo delle mafie nel conflitto ucraino. Durante la trasmissione la giornalista Premio Pulitzer Anne Applebaum ha fatto finta di niente, ma poi si è sfogata su Twitter: «Sono appena stata in un programma televisivo italiano in cui qualcuno ha ipotizzato che tutta questa guerra sia una battaglia tra la mafia russa e la mafia ucraina». Il tweet genera una shitstorm considerevole. Ma dopo un po’ scompare, sostituito da un conciliante: «Era Roberto Saviano, un vero e coraggioso esperto di criminalità organizzata. Le sue parole mi sono state tradotte male».

Cinema – L’eroe di cui abbiamo bisogno
Magari la decisione di Warner di bloccare l’uscita di The Batman in Russia porterà alla sollevazione popolare che libererà il mondo dalla minaccia putiniana: a questo punto, ogni speranza merita di essere coltivata. Nel frattempo, nei Paesi del mondo che non hanno invaso nazioni sovrane confinanti, è uscito il nuovo capitolo delle avventure cinematografiche del Cavaliere Oscuro. Per giudicare il successo al botteghino bisognerà aspettare i dati del fine settimana, ma nel frattempo la critica sembra tutta, sorprendentemente, d’accordo: quello interpretato da Robert Pattinson è il Batman nuovo, diverso, di cui avevamo bisogno.