Cose che succedono | Polemiche

Un’università di Milano ha bloccato un corso su Dostoevskij per “evitare tensioni”

«Mi viene da piangere solo a pensarci. Ma quello che sta succedendo in Italia oggi, queste cose qua, sono ridicole: censurare un corso è ridicolo. Non solo essere un russo vivente è una colpa oggi in Italia, ma anche essere un russo morto, che quando era vivo nel 1849 è stato condannato a morte perché aveva letto una cosa proibita lo è. Che un’università italiana proibisca un corso su un autore come Dostoevskij è una cosa che io non posso credere, quando ho letto questa mail non ci credevo». Con queste parole lo scrittore e studioso di letteratura russa Paolo Nori ha rivelato la decisione dell’Università Bicocca di Milano di sospendere il corso che Nori avrebbe dovuto tenere, una serie di lezioni dedicate a Fëdor Dostoevskij. In una diretta Instagram, Nori ha detto di aver ricevuto la notizia tramite mail, ribadendo più volte di ritenere quella dell’università una scelta assurda. «Secondo me bisognerebbe parlare di più di Dostoevskij in questi giorni», dice a un certo punto, trattenendo le lacrime.

Nella diretta, lunga circa quindici minuti, Nori inserisce la sua vicenda personale all’interno di una discussione più ampia e più complessa. È una discussione che riguarda la reazione dei Paesi occidentali all’invasione russa dell’Ucraina, in particolare quella parte della reazione che va a toccare la cultura, gli artisti e gli intellettuali russi, del presente e del passato. Il video di Nori comincia con la lettura di un estratto di un articolo pubblicato da Dmitrj Muratov, premio Nobel per la Pace nel 2021, sul suo giornale Novaja Gazeta, uscito in un’edizione speciale sia in russo che in ucraino perché «la lingua ucraina non sarà mai la lingua del nemico». Muratov si dice apertamente contrario alla guerra mossa dalla Russia contro l’Ucraina, aggiungendo anche di sentirsi molto preoccupato all’idea che un uomo come Vladimir Putin abbia potere di decidere l’impiego di armi nucleari. Nori parte da Muratov per articolare il punto fondamentale del suo discorso: anche in Russia esiste un’opposizione al regime di Putin, per quanto possa sembrare (e magari essere) piccola e fragile. E coloro che appartengono a questa opposizione non meritano, secondo Nori, di essere colpevolizzati semplicemente per il fatto di essere nati nella Russia governata da Putin. Nori racconta poi di quanto accaduto al fotografo russo Alexander Gronsky: in questi giorni si è scoperto che il Festival della Fotografia Europea di Reggio Emilia ha deciso di annullare la sua mostra. Ciò che rende questa decisione paradossale, dice Nori, è che Gronsky è stato arrestato in Russia, a Mosca, in questi giorni per aver protestato contro la guerra. «Gli scriverò per esprimergli la mia solidarietà», dice lo scrittore sul finire del video.

Aggiornamento delle ore 12 di mercoledì 2 marzo

Con una nota pubblicata sui canali social dell’ateneo (si può leggere sia su Facebook che su Twitter) l’Università Bicocca di Milano dice che il corso su Dostoevskij di Paolo Nori si terrà come da programma. Nella nota si legge che l’università è «un ateneo aperto al dialogo e all’ascolto anche in questo periodo molto difficile che ci vede sgomenti di fronte all’escalation del conflitto. Il corso dello scrittore Paolo Nori si inserisce all’interno dei percorsi Bbetween writing, percorsi rivolti agli studenti e alla cittadinanza che mirano a sviluppare competenze trasversali attraverso forme di scrittura. L’ateneo conferma che tale corso si terrà nei giorni stabiliti e tratterà i contenuti già concordati con lo scrittore. Inoltre, la rettrice dell’ateneo incontrerà Paolo Nori la prossima settimana per un momento di riflessione».

Aggiornamento delle ore 12 di mercoledì 3 marzo

Dopo la conferma dal parte della Bicocca di Milano che il corso su Dostoevskij di Paolo Nori si sarebbe tenuto come da programma, oggi è arrivata la risposta dello scrittore. La si può leggere sul suo sito, nel post intitolato “Per aprire la mente degli studenti”. «Il prorettore di Bicocca Casiraghi racconta i motivi per cui hanno sospeso il mio corso. Per “ristrutturare il corso e ampliare il messaggio per aprire la mente degli studenti. Aggiungendo a Dostoevskij alcuni autori ucraini”. Non condivido questa idea che se parli di un autore russo devi parlare anche di un autore ucraino, ma ognuno ha le proprie idee. Se la pensano così, fanno bene. Io purtroppo non conosco autori ucraini, per cui li libero dall’impegno che hanno preso e il corso che avrei dovuto fare in Bicocca lo farò altrove (ringrazio tutti quelli che si sono offerti, rispondo nel giro di pochi giorni)».