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Il giornalista Wael Al-Dahdouh è tornato su Al Jazeera 24 ore dopo l’uccisione della sua famiglia in un raid su Gaza

Nelle ultime ore tutti abbiamo conosciuto la storia di Wael Al-Dahdouh, il giornalista palestinese a capo della redazione di Al Jazeera a Gaza. Al Jazeera ha reso noto che la famiglia di Dahdouh, dopo essere scampata a un bombardamento nel quartiere dove vivevano, si era da poco trasferita nel campo profughi di Nuseirat, in seguito all’avviso diramato dall’esercito israeliano a spostarsi verso il sud della Striscia. Mercoledì 25 ottobre quel campo profughi è stato colpito da un raid aereo, in cui la moglie, il figlio, la figlia e alcuni parenti del giornalista hanno perso la vita, mentre altri componenti della famiglia si troverebbero ancora sotto le macerie. Il 26 ottobre, a meno di 24 ore da quel raid aereo, Ali Hashem, che lavora per Al Jazeera English ha condiviso su Twitter un video in cui si vede Dahdouh tornato al lavoro, microfono in mano, elmetto e giubbotto antiproiettile con sopra scritto “Press”.

La notizia ha raggiunto Dahdouh mentre era in diretta. Le telecamere l’hanno seguito fino all’ospedale Al-Aqsa Martyrs, dove è avvenuto il riconoscimento delle salme. Al Jazeera ha fin da subito condannato l’occupazione israeliana e le autorità che la rendono possibile, ma ha anche pubblicato un messaggio di cordoglio per Dahdouh e la sua famiglia. Attraverso il suo profilo Instagram in lingua inglese, Al Jazeera ha voluto ricordare per un’ultima volta il figlio Mahmoud, anch’egli appassionato di giornalismo, che pochi giorni prima di morire aveva girato un breve video con la sorella Kholoud sulla vita nella Striscia di Gaza durante gli scontri, che si concludeva con le parole: «Help us to stay alive».