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La fanfiction su Di Battista di cui non farete più a meno

23 Dicembre 2016

Il sito della casa editrice Visiogeist ha pubblicato qualche riga estratta da un libro inesistente, almeno per ora, ma che sarebbe bello poter leggere per intero: Io e Ale 5 Stelle sopra il cielo, la prima fanfiction ufficiale dedicata ad Alessandro Di Battista, qui rappresentato nelle (viene da dire: consone) vesti di personaggio mocciano idealista e impegnato in politica. Leggendo il memoir del deputato – quello che Di Battista ha scritto davvero – la fanfiction appare ancora più sinistramente verosimile.

Mentre le sue amiche, sempre più distanti da lei, sfoggiavano vestiti costosi, aperitivi in centro che lei non si poteva permettere, post su Facebook in cui difendevano strenuamente l’operato del governo. lei non si era mai interessata molto alla politica, ma più per curiosità che altro si ritrovò una sera ad ascoltare lui, un comizio pieno di gente nella piazza vecchia nella città alta: tante persone e tanta vitalità, il piglio arrabbiato ma sincero di lui la conquistarono subito, negli occhi la luce di chi ha visto il mondo e se ne è portato un pezzo nel cuore. a lei sembrò che lui la guardasse negli occhi tutta la sera, ma forse questo lo pensavano tutti. lui aveva ragione, pensava lei, e questo probabilmente mi fa sentire parte del discorso. ma a fine comizio successe l’inaspettato: lui schivò rapidamente i giornalisti, strinse in fretta le mani ai cittadini e le si piantò di fronte. «Ti ho notata stasera» le disse con la stessa voce gentile che aveva sul palco; ma ogni traccia di rabbia era sparita, lasciando il posto a qualcosa che lei non sapeva decifrare, ma che le piaceva. «Sembravi sperduta come sull’isola che non c’è». Tutto intorno risate, ma risate calde, di cuore. lei si sentiva coccolata come quando da piccola i suoi genitori la prendevano in braccio. ma ecco che quel momento fu interrotto dall’arrivo della polizia che caricava inermi cittadini. «perché fate così» urlava lui facendole da scudo. «Ci spiace ma sono ordini del sindaco Giorgio Gori, ci ha intimato di mandarvi via! ma noi siamo dalla vostra parte!». Lui le prese la mano ed insieme scapparono via, riparandosi all’interno di un androne secentesco, tra vasi ripieni di terra e colonne spoglie. Lei non voleva più lasciare la sua mano, lui si voltò, prese il volto di lei tra le mani e le disse, dolcemente, «nei tuoi occhi vedo il bello della democrazia». a quelle parole lei si abbandonò in un bacio appassionato, incurante del frastuono e delle sirene che provenivano dalla strada […]

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