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16:54 giovedì 1 maggio 2025
Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Chi ha dominato il pop di quest’estate?

Le popstar che hanno definito l'estate 2019 e di cui continueremo a parlare per il resto dell'anno.

06 Settembre 2019

Nella rassegna in cui abbiamo raccolto una selezione di articoli che in qualche modo avrebbero dovuto aiutarci a salutare l’estate, avevamo incluso la playlist di Barack Obama, pubblicata dal 44esimo presidente degli Stati Uniti sul suo profilo Instagram con la didascalia: «Ecco cosa abbiamo ascoltato io e Michelle». Insieme a molti classici, da Stevie Wonder a Lauryn Hill, da Frank Sinatra ai Rolling Stones, nella playlist compaiono diversi personaggi pop esplosi quest’anno, tra cui Lizzo e Lil Nas X. Qui abbiamo raccontato le popstar internazionali che hanno definito l’estate 2019 e di cui continueremo a parlare per il resto dell’anno.

Lizzo
È la pop star di cui avevamo bisogno, ma che non meritiamo. E la performance del 26 agosto eseguita sul palco del Mtv Vma 2019 non è stata altro che l’ennesima dimostrazione. Quando, in mezzo a un corpo di ballo che si è fatto concreta incarnazione del body positive, ha slacciato il trench che la avvolgeva mostrandosi in body fluo, il suo messaggio ci è arrivato come un pugno; o piuttosto, uno schiaffo “correttivo”, per farci comprendere quei limiti che con tutti gli errori commessi in passato abbiamo costruito. Lizzo, adesso, li abbatte tutti. «Mirror, mirror on the wall. Don’t say it, ‘cause I know I’m cute», tuona la cantante e rapper afroamericana che con il singolo Juice si è presentata quale neo-icona dell’orgoglio curvy. Bella così, da tutti i punti di vista. È il nuovo paradigma. Una filosofia. Le donne nere, ha detto, sono state incoraggiate a lottare dall’inferno che hanno sopportato, ma adesso «the world smiled with us»; sorridono. Dopo un’estate divisa tra concerti (tra cui quello al Magnolia di Milano il 10 luglio), e la nuova campagna di Urban Decay di cui è la testimonial, Lizzo è pronta per passare al cinema, con un ruolo in Hustler accanto a Cardi B e a Jennifer Lopez, in uscita il 13 settembre. La sua stagione è appena cominciata.

A$AP Rocky
C’è stato un dramma quest’estate che in molti, almeno in Italia, abbiamo fatto passare sotto silenzio: quello di A$AP Rocky. Dopo una rissa dalle motivazioni incerte scoppiata a Stoccolma lo scorso 30 giugno – lui dice di essere stato pedinato, i ragazzi che lo hanno denunciato di essere stati picchiati da lui e dal suo team – il rapper americano è stato infatti arrestato con l’accusa di aggressione (ad agosto è stato poi condannato) e ha passato cinque settimane in un carcere svedese. A un certo punto, mentre tutti noi eravamo sempre presi da altro, Kim Kardashian è riuscita a far intervenire pure Donald Trump nel tentativo di liberarlo, il quale è entrato a gamba tesa con la solita diplomazia a mezzo Twitter. L’hashtag era #freerocky, gli endorsement social non sono mancati, la situazione sembrava surreale. Il marito di Melania, pur non avendo ottenuto la Groenlandia (altra parte della Scandinavia, ma poco importa), è riuscito almeno a sollecitare la liberazione del rapper, mentre la maggior parte di noi non ha capito niente di come fossero andate le cose e A$AP Rocky ha potuto lanciare a fine agosto il suo nuovo pezzo, Babushka Boi, e concentrarsi sulla cosa che lo appassiona di più da qualche anno. E cioè il fazzoletto da babushka, appunto.

Miley Cyrus
“She’s coming”, eccola che arriva, come la supereroina dell’energia femminile. Ma più aggressiva, con quegli stivali over the knee con tacco a spillo, artigli, e una tuta aderente di latex rosso. È questa l’ultima provocatoria versione (e visione) di Miley Cyrus che abbiamo visto dal 2 luglio nel videoclip del singolo Mother’s daugther, dove canta «I’m freak, I’m nasty, I’m evil»: in un invito a essere se stesse in tutti gli ambiti della vita; per dirla come avrebbe fatto Hanna Montana, a prendersi finalmente il «best of both worlds». Con quasi 2 milioni di visualizzazioni nel giro di sei ore (durante le quali il titolo del singolo è diventato trend topic su Twitter) è parso chiaro come Miley abbia, di nuovo, cambiato veste e stile, per presentarsi quale paladina delle ragazze. Mille vite, in un’estate in cui è stata sessualmente esplicita in musica; consapevole delle meschinità del successo in televisione (accade nell’ultima stagione di Black mirror uscita a giugno su Netflix, dove interpreta una pop star vessata dai suoi manager); quella che mentre il mondo parla della sua separazione da Liam va in vacanza sulle Dolomiti e canta nel nuovo singolo di agosto Slide Away: «Once upon a time, it was a Paradise». Perché c’era una volta, poi: chissà.

Billie Eilish
Billie Eilish, 17 anni, è la prima persona nata dopo il 2000 ad avere un singolo al numero 1 della classifica di Billboard. Come ha sottolineato recentemente il New York Times, il successo di Billie Eilish non è soltanto musicale: la giovanissima star ha forgiato uno stile tutto suo – boxy, genderless (nella famosa, bellissima cover story di Fader definiva i ruoli di genere “antichi”) a base di vestiti larghi, capelli colorati, catene – che sta cambiando il modo in cui si vestono i teenager. Non solo: con i suoi video ha delineato un’atmosfera estetica tutta sua, legata a un certo immaginario horror (ne parlavamo qui). Ma Billie è esagerata anche nel suo stare sulla scena, considerando la caduta del primo settembre sul palco dell’Open air theater del Mind a Milano, dove dopo essere inciampata durante uno dei suoi primi salti (esagerati), ha cantato per il resto del concerto con un gambale. Tra lacrime e soste ha continuato lo show, trasformando l’Area Expo nella sua personale versione di Woodstock. Tra le ultime fatiche della sua estate, vi è l’uscita del video di All the good girls go to hell, il singolo estratto dall’album When we all fall asleep, where do we go e parte della colonna sonora della serie Netflix Le terrificanti avventure di Sabrina. Nella clip diretta da Rich Lee, con l’intento di sensibilizzare il pubblico più giovane circa i pericoli dell’inquinamento e del riscaldamento globale, Eilish si è fatta spuntare le ali. Interpretando un angelo caduto imprigionato in una pozza di petrolio, l’artista ha svelato un ulteriore significato della canzone: se rimarremo sordi alle avvisaglie del mondo, il mondo non ci sarà più. E questa non è un’esagerazione.

Lana Del Rey
Il titolo del nuovo disco, Norman Fucking Rockwell, cita l’illustratore del realismo romantico statunitense, cantore della struggente bellezza della gente comune e della vita quotidiana, intervallato con quel “fucking” che, come spiega lei, «racconta a che punto siamo, oggi, con il sogno americano». I 14 brani del disco, che ondeggiano tra il trip hop e il rock (molto più rock del solito), generano 1 ora e 7 minuti di trip soporifero e sognante: uscito il 30 agosto l’album ha entusiasmato pubblico e critica (secondo l’Independent «Lana Del Rey ha raggiunto il massimo della sua assertività»). Non è sempre stato così: come sottolinea questo articolo che riassume il suo percorso, al momento del debutto Del Rey era stata accolta con scetticismo e giudicata da molti un fenomeno passeggero. La copertina di Norman Fucking Rockwell è la prima in cui Lana Del Rey non è sola e anzi si aggrappa al suo amico Duke Nicholson (nipote di Jack Nicholson, lo vediamo recitare in Us di Jordan Peele) per rivolgersi verso di noi. Il disco è prodotto da Jack Antonoff, il genio dietro agli ultimi successi di Taylor Swift, Lorde, St. Vincent,  i video usciti finora sono di Rich Lee (lo stesso che ha direttodell’ultimo di Billie Eilish). L’ultimo è “Doin’ Time”, in cui Del Rey reinterpreta una delle più belle canzoni di Bradley Nowell, leader dei Sublime, ucciso da un’overdose di eroina nel 1996, a 28 anni, e sarà incluso nel documentario sui Sublime diretto dal premio Oscar Bill Guttentag e presentato al Tribeca Film Festival la scorsa primavera. A differenza dell’album di Lana Del Rey, il film non ha ricevuto recensioni entusiaste.

Taylor Swift
Con il suo ultimo disco Lover (che sta andando benissimo), Swift racconta l’America che la circonda, sempre la stessa. Così ha scritto Mattia Carzaniga in un articolo uscito su Studio pochi giorni fa: «Taylor Swift fa uscire ora un album che funziona a dovere e stravende (si prevede poco meno di un milione di copie nella prima settimana, di questi tempi uno sproposito) per rimarcare il suo status di perfetta ragazza d’America, esempio di un Paese che scopre l’indignazione sociale e civica ma che sostanzialmente resta sempre uguale a sé stesso, perbene e perbenista, contemporaneo epperò conservatore, ombelicale anzi eccezionalista. C’è un pezzo che lo segnala meglio degli altri, s’intitola “Miss Americana & the Heartbreak Prince” e in quell’Americana, inteso come genere letterario, c’è tutto il mondo di Swift. Ovvero, a quasi trent’anni, un racconto fatto ancora di prom night, band del liceo, reginette di provincia, piccole cittadine dove non succede mai nulla, ci sono giusto il solito diner, la squadra di football, l’annuario scolastico, la biondina coi dentoni che si riscatta. Come lei».

Lil Nas X
La sua “Old Town Road” ha battuto i record di Mariah Carey e “Despacito”: qui raccontavamo la breve storia del ventenne di Atlanta che ha inventato il country-rap. “Old town road” ha battuto il record di settimane consecutive al primo posto della Billboard Hot 100: la canzone è arrivata in cima alla classifica il 13 aprile e non si è più mossa da lì fino al 19 agosto, quando “Bad Guy” di Billie Eilish l’ha superata. Il brano ha superato il record di “One Sweet Day” di Mariah Carey del 1996 e il remix di “Despacito” di Luis Fonsi, Daddy Yankee e Justin Bieber del 2017 e ha seguito un percorso tortuoso ma rapidissimo, molto simile a quello del suo autore. Il suo successo è dovuto anche ai numerosi remix d’autore e dei numerosi video. La versione diventata virale è quella cantata insieme a Billy Ray Cyrus, star del country nonché padre di Miley Cyrus, “Old Town Road” dura soltanto 2 minuti e 37 secondi (1 minuto e 53 nella versione originale) e resta in sospeso tra la parodia, il pezzo rap e la canzone country – tanto che ha generato un dibattito tra i fan del genere (Billboard ha dovuto rimuoverla dalla classifica della musica country in cui l’aveva inizialmente inserita, generando un’accesa polemica in cui si è anche parlato di questioni razziali). Il 5 settembre Lil Nas X ha lanciato un nuovo video: la canzone, estratta dall’ep 7, si chiama “Panini” ma non ha niente a che fare con il cibo (su Genius hanno spiegato tutto). Nel video, ispirato a Blade Runner, Lil Nas balla insieme a un gruppo di robot.

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