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La (presunta) crisi degli iPad non impedirà ai tablet di conquistare il mercato

Secondo alcuni esperti il loro tramonto sarebbe già iniziato, ma in realtà gli iPad non hanno alcuna intenzione di scomparire. Anche se lo scorso anno le vendite sono diminuite rispetto ai periodi precedenti, le persone in possesso di tablet targati Apple continuano (e continueranno) ad aumentare. Un articolo pubblicato su Quartz spiega come questa apparente contraddizione sia possibile e perché, nonostante gli allarmismi e le previsioni negative, i tablet siano solo agli albori della loro conquista del mercato.

I motivi del temporaneo stallo delle vendite di iPad sono da ricercare sia nelle caratteristiche degli acquirenti che in quelle degli stessi prodotti. Prima di tutto l’esordio degli iPad è stato molto più forte di quello degli iPhone (nei primi quattro anni dalla loro distribuzione i tablet venduti dalla Apple sono stati quasi il doppio degli smartphone venduti nello stesso arco di tempo) e, di conseguenza, è molto più facile etichettare un periodo di decrescita degli acquisti come inizio di una crisi del prodotto. Inoltre, la maggior parte delle persone che compra iPad lo fa per la prima volta e i tablet sono molto più longevi degli smartphone: cadono e si rompono meno facilmente, oltre a venire utilizzati soprattutto per attività che non richiedono un aggiornamento a breve termine. Le statistiche, dunque, non sbagliano e soprattutto non sono contraddittorie: se gli iPad sono duri a morire e la Apple ne continua a vendere tra i 15 e i 20 milioni ogni trimestre a persone che non ne avevano mai posseduti, gli acquisti possono anche essere “in stallo”, ma gli iPad conquistano fette di mercato sempre maggiori.


Le quote di mercato di pc fissi, portatili, tablet e smartphone. (fonte: Quartz)

Affinché i tablet conquistino il pubblico fino al punto da sostituirsi ai computer, il modo in cui vengono concepiti dovrà cambiare e adeguarsi. Fin quando ai tablet non sarà riconosciuta una totale autonomia, smettendo di considerarli o come la versione allargata dei sistemi operativi degli smartphone o come quella ridotta di un Os per computer, questi dispositivi non potranno mai imporsi definitivamente. Fino ad oggi, spiega Quartz, i difetti congeniti dei tablet sono stati essenzialmente tre: la maggior parte di essi prevede solo una connessione wi-fi e quella alla rete cellulare è quasi sempre un supplemento molto caro; i tablet sono arrivati dopo gli smartphone e, per una banale legge di anzianità, sono stati meno considerati dagli sviluppatori; rappresentano inoltre l’unica categoria di dispositivi non dotata di un proprio sistema operativo.

L’elisir di lunga vita dei tablet consiste, dunque, nel dotarli di nuove interfacce: le applicazioni che li caratterizzeranno dovranno permettergli di sostituirsi ad attività che attualmente sono relegate ai computer e garantire uno spostamento più rapido di file e dati da un’applicazione all’altra. Tramite la combinazione di nuovi hardware e software già esistenti, i tablet consentiranno al touchscreen di rivelarsi più rapido e funzionale di un computer. Per la Apple tutti questi obiettivi sono ancora più urgenti da raggiungere che per le altre aziende: l’iPad infatti è più costoso degli altri tablet e deve diventare, ancor più in fretta degli altri, un prodotto con qualità uniche.