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Perché i link sono blu

In questi giorni Google sta facendo un esperimento su un numero limitato di utenti, cambiando il colore dei link sulla sua pagina delle ricerche: non più blu, ma neri.  Questa piccola (e probabilmente provvisoria) modifica ha suscitato molte reazioni, perché il colore blu dei link è una costante dell’Internet. Non solo sulla pagina delle ricerca di Google, ma anche nella maggioranza dei siti, così come sui più diffusi programmi di scrittura, gli hyperlink appaiono tradizionalmente di colore blu e sottolineati (Studio in questo è più un’eccezione che la regola).

Com’è che il blu e la sottolineatura sono diventati lo standard per i link? Mashable ha provato a riassumere la questione. Il concetto di hyperlink è precedente all’Internet, risale alla metà degli anni Sessanta, quando il filosofo Ted Nelson, pioniere dell’informatica, coniò l’idea di ipertesto (hypertext, in inglese), cioè un insieme di testi collegati da rimandi reciproci, o link.

Naturalmente Nelson, considerato da alcuni il «padre dei link», non s’era posto il problema di quale dovesse essere il loro colore, perché «gli schermi a colori non erano concepibili» negli anni Sessanta, ha spiegato lo stesso filosofo al reporter di Mashable Lance Ulanoff. L’idea di colorare i link di blu risale ai primi anni Novanta: «Nel 1993, o forse 1994, all’alba dell’era moderna del World Wide Web, Tim Berners-Lee, spesso considerato il padre dell’Internet, ha scelto un testo blu e sottolineato per farlo risaltare rispetto al testo nero», scrive il giornalista, partendo da un’informazione diffusa dalla società Intel.

Ma si tratta di una semplice convenzione. Come ha spiegato lo stesso John Berners-Lee, informatico britannico: «Non c’è alcuna ragione per cui uno debba utilizzare un colore diverso, o il blu nello specifico, per indicare i link: è solo una convenzione di default. Credo il primo cliente del WorldWideWeb semplicemente utilizzasse la sottolineatura per rappresentare i link, come forma di enfasi che non era molto utilizzata altrove. Il blu è arrivato quando i browser hanno iniziato a usare i colori, ma non ricordo di preciso che browser fosse».