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Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Cosa si dice della nuova serie di David Simon, il creatore di The Wire

26 Aprile 2022

La nuova serie di David Simon si basa sull’acclamato libro di Justin Fenton, giornalista investigativo del Baltimore Sun, nominato per il Premio Pulitzer: We Own This City: A True Story of Crime, Cops, and Corruption, un reportage che analizza i casi di corruzione nella Gun Trace Task Force del dipartimento di polizia di Baltimora a partire da centinaia di interviste, migliaia di atti giudiziari e innumerevoli ore di riprese video. Nonostante questo, come scrive Jen Chaney nella sua bella recensione su Vulture, «è impossibile guardare We Own This City senza pensare a The Wire» (e un po’ anche a Succession e The Lost Daughter, visto che la protagonista è Dagmara Domińczyk, Karolina nella serie di Jesse Armstrong e Callie nel film di Maggie Gyllenhaal).

I sei episodi della serie Hbo sono stati adattati per lo schermo dal creatore di The Wire David Simon e dall’autore George Pelecanos, che ha lavorato anche lui alla “migliore serie tv di sempre” così come molti altri produttori di We Own This City: Nina K. Noble, Ed Burns e William F. Zorzi. Trattandosi di Baltimora, e di polizia, e di droga, è inevitabile che alcune scene ricordino alcuni momenti di The Wire. Ma il messaggio più importante riguarda i ruoli dati agli attori che abbiamo già visto nella serie andata in onda dal 2002 al 2008: molti di quelli che interpretavano spacciatori (Jamie Hector, Darrell Britt-Gibson, Tray Chaney e Jermaine Crawford, tra gli altri) ora interpretano poliziotti, mentre Delaney Williams (il poliziotto Jay Landsman in The Wire) assume il ruolo dell’attuale commissario di polizia di Baltimora Kevin Davis e Domenick Lombardozzi (ex Herc, un sergente nella divisione Major Crimes) è il capo del sindacato di polizia. Scelte di casting per nulla casuali, anzi. Come scrive Chaney, queste scelte servono a ricordarci che «gli uomini che assomigliano a Williams o Lombardozzi ricopriranno sempre posizioni di potere e che la linea che separa il comportamento da poliziotto da quello di criminale si è quasi del tutto dissolta».

C’è un’altra grande differenza tra The Wire e We Own This City che ci aiuta a comprendere meglio il presente in cui viviamo, rispetto a 20 anni fa. Se in The Wire avevamo incontrato sia agenti “buoni” che “cattivi”, la nuova serie ha invece una posizione molto dura, totalmente negativa, che riflette gli eventi reali nella Baltimora post-Freddie Grey e l’evoluzione nella considerazione pubblica della polizia grazie agli sforzi del movimento Black Lives Matter. «We Own This City non è un sequel di The Wire», ripete Chaney, «ma sembra sicuramente un complemento, che ci incoraggia rapidamente a essere sospettosi di ogni poliziotto che incontriamo piuttosto che affezionarci a loro nonostante i loro difetti».

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