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21:19 martedì 4 novembre 2025
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È uscito il trailer di Blossoms, la prima serie tv di Wong Kar-Wai che arriva dopo dodici anni di silenzio del regista Negli Usa la serie uscirà il 24 novembre su Criterion Channel, in Italia sappiamo che verrà distribuita su Mubi ma una data ufficiale ancora non c'è.
È morta Diane Ladd, attrice da Oscar, mamma di Laura Dern e unica, vera protagonista femminile di Martin Scorsese Candidata tre volte all'Oscar, una volta per Alice non abita più qui, le altre due volte per film in cui recitava accanto alla figlia.
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A Parigi c’è una mensa per aiutare gli studenti che hanno pochi soldi e pochi amici Si chiama La Cop1ne e propone esclusivamente cucina vegetariana, un menù costa 3 euro.
Il Premier australiano è stato accusato di antisemitismo per aver indossato una maglietta dei Joy Division Una deputata conservatrice l’ha attaccato sostenendo che l’iconica t-shirt con la copertina di Unknown Pleasures sia un simbolo antisemita.
Lo scorso ottobre è stato uno dei mesi con più flop al botteghino nella storia recente del cinema In particolare negli Stati Uniti: era dal 1997 che non si registrava un simile disastro.
La neo premio Nobel per la pace Maria Corina Machado ha detto che l’intervento militare è l’unico modo per mandare via Maduro La leader dell’opposizione venezuelana sembra così approvare l'iniziativa militare presa dall'amministrazione Trump.

Cosa si dice della nuova serie di David Simon, il creatore di The Wire

26 Aprile 2022

La nuova serie di David Simon si basa sull’acclamato libro di Justin Fenton, giornalista investigativo del Baltimore Sun, nominato per il Premio Pulitzer: We Own This City: A True Story of Crime, Cops, and Corruption, un reportage che analizza i casi di corruzione nella Gun Trace Task Force del dipartimento di polizia di Baltimora a partire da centinaia di interviste, migliaia di atti giudiziari e innumerevoli ore di riprese video. Nonostante questo, come scrive Jen Chaney nella sua bella recensione su Vulture, «è impossibile guardare We Own This City senza pensare a The Wire» (e un po’ anche a Succession e The Lost Daughter, visto che la protagonista è Dagmara Domińczyk, Karolina nella serie di Jesse Armstrong e Callie nel film di Maggie Gyllenhaal).

I sei episodi della serie Hbo sono stati adattati per lo schermo dal creatore di The Wire David Simon e dall’autore George Pelecanos, che ha lavorato anche lui alla “migliore serie tv di sempre” così come molti altri produttori di We Own This City: Nina K. Noble, Ed Burns e William F. Zorzi. Trattandosi di Baltimora, e di polizia, e di droga, è inevitabile che alcune scene ricordino alcuni momenti di The Wire. Ma il messaggio più importante riguarda i ruoli dati agli attori che abbiamo già visto nella serie andata in onda dal 2002 al 2008: molti di quelli che interpretavano spacciatori (Jamie Hector, Darrell Britt-Gibson, Tray Chaney e Jermaine Crawford, tra gli altri) ora interpretano poliziotti, mentre Delaney Williams (il poliziotto Jay Landsman in The Wire) assume il ruolo dell’attuale commissario di polizia di Baltimora Kevin Davis e Domenick Lombardozzi (ex Herc, un sergente nella divisione Major Crimes) è il capo del sindacato di polizia. Scelte di casting per nulla casuali, anzi. Come scrive Chaney, queste scelte servono a ricordarci che «gli uomini che assomigliano a Williams o Lombardozzi ricopriranno sempre posizioni di potere e che la linea che separa il comportamento da poliziotto da quello di criminale si è quasi del tutto dissolta».

C’è un’altra grande differenza tra The Wire e We Own This City che ci aiuta a comprendere meglio il presente in cui viviamo, rispetto a 20 anni fa. Se in The Wire avevamo incontrato sia agenti “buoni” che “cattivi”, la nuova serie ha invece una posizione molto dura, totalmente negativa, che riflette gli eventi reali nella Baltimora post-Freddie Grey e l’evoluzione nella considerazione pubblica della polizia grazie agli sforzi del movimento Black Lives Matter. «We Own This City non è un sequel di The Wire», ripete Chaney, «ma sembra sicuramente un complemento, che ci incoraggia rapidamente a essere sospettosi di ogni poliziotto che incontriamo piuttosto che affezionarci a loro nonostante i loro difetti».

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