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Il Dalai Lama sta per compiere 90 anni e Cina e Tibet già litigano per il suo successore Lui ha detto che il suo successore non nascerà sicuramente in Cina, la Cina lo ha accusato di essere «un manipolatore».
I BTS hanno fatto la reunion, annunciato un nuovo disco e anche un tour mondiale Finita la leva militare, i sette sono tornati a lavoro: in una live hanno annunciato i molti impegni per la seconda metà del 2025 e il 2026.
Il leak del trailer dell’Odissea di Christopher Nolan era ampiamente prevedibile Il piano era di proiettarlo nelle sale americane per tutto il mese di luglio, ma ovviamente qualcuno ne ha fatto un video con lo smartphone.
Le prime immagini della serie di Neuromante le ha fatte vedere William Gibson Lo scrittore ha condiviso su X una breve clip in cui si vede il leggendario bar Chatsubo di Chiba City: «Neuromancer is in production», ha annunciato.
L’Unione Europea ha stabilito che sapere quanto guadagnano i propri colleghi è un diritto Lo ha fatto con una direttiva che l’Italia deve recepire entro il 2026. L'obiettivo è una maggiore trasparenza e, soprattutto, contribuire alla diminuzione del gap salariale tra uomini e donne.
Grazie all’accordo tra Netflix e la Nasa ora si potrà fare binge watching anche dell’esplorazione spaziale Il servizio di streaming trasmetterà in diretta tutta la stagione dei lanci spaziali, comprese le passeggiate nello spazio degli astronauti.
Gli asini non sono affatto stupidi e se hanno questa reputazione è per colpa del classismo Diverse ricerche hanno ormai stabilito che sono intelligenti quanto i cavalli, la loro cattiva fama ha a che vedere con l'associazione alle classi sociali più umili.
In Turchia ci sono proteste e arresti per una vignetta su Maometto pubblicata da un giornale satirico Almeno, secondo le autorità e i manifestanti la vignetta ritrarrebbe il profeta, ma il direttore del giornale ha spiegato che non è affatto così.

Le vendite della vodka ucraina sono aumentate tantissimo in tutto il mondo

27 Aprile 2023

Dopo l’inizio della guerra in Ucraina, in Europa e in tutto il mondo si sentiva parlare di chi cercava goffamente di esprimere il suo sostegno nei confronti del Paese invaso boicottando il Moscow Mule o proponendo di dare al cocktail un altro nome (un aneddoto un po’ meme un po’ fake news). Quello che è davvero successo, però, è che dal febbraio 2022 in molti hanno smesso di comprare la vodka russa ancora prima che i rivenditori e i governi occidentali la facessero sparire dagli scaffali di tutto il mondo. I marchi di vodka occidentali che hanno nomi dal suono russo, come il bestseller globale Smirnoff, si sono affrettati a sottolineare che in realtà non provengono dalla Russia (Smirnoff è di proprietà del colosso britannico delle bevande Diageo). Ma il dato più interessante è che, come ha raccontato la Bbc, la scomparsa della vodka russa ha dato modo ai marchi ucraini di prendere il suo posto.

«Siamo entusiasti ed entusiasti di vedere il nostro marchio riconosciuto a livello globale», ha detto l’amministratore delegato di Nemiroff, Yuriy Sorochynskiy, condividendo la sua gratitudine nei confronti dei clienti all’estero che hanno scelto e continuano a scegliere di acquistare il suo marchio per dimostrare solidarietà all’Ucraina. Ma non è soltanto la volontà di sostenere economicamente il Paese in guerra a spingere le persone ad acquistare i marchi ucraini: la verità è che la vodka ucraina non ha niente da invidiare a quella russa. La vodka non è mica un prodotto russo: l’origine nazionale di questo tipo di acquavite ottenuta dalla distillazione dei cereali o delle patate è difficile da definire, a causa dei cambiamenti dei confini dei Paesi nel corso dei secoli. La maggior parte degli storici delle bevande concorda sul fatto che la Polonia, la Russia e l’Ucraina di oggi sono il cuore storico della produzione di vodka, che viene tradizionalmente bevuta liscia.

Subito dopo l’invasione russa, Nemiroff ha dovuto chiudere la sua distilleria principale, nella città di Nemyriv, per un mese. Come la maggior parte delle aziende in Ucraina, è stata successivamente colpita da interruzioni di corrente dovute agli attacchi russi alle infrastrutture elettriche. Nonostante questo, nell’ultimo anno ha assistito a un forte aumento delle esportazioni, compreso un raddoppio delle vendite nel Regno Unito. «È commovente vedere persone che sostengono il nostro Paese attraverso le loro decisioni di acquisto», ha detto Sorochynskiy alla Bbc.

Anche l’altro boss della vodka ucraino, Dima Deinega, proprietario del marchio Dima’s, ha detto che la sua distilleria, con sede nella città di Zhytomyr, «ha mostrato una straordinaria capacità di recupero: abbiamo avuto a che fare con bombardamenti e mancanza di energia elettrica, ma siamo ancora in grado di produrre ed esportare vodka». Dall’inizio del conflitto, Deneiga è perfino riuscito a donare una quota dei profitti a enti di beneficenza ucraini. «Le vendite globali», racconta, «erano già in costante aumento prima della guerra, ma sono aumentate in modo significativo grazie alle persone che sostengono l’Ucraina attraverso le nostre iniziative di beneficenza e attraverso l’acquisto di prodotti ucraini».

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