Assieme ad altre aziende dell'intrattenimento giapponese, lo Studio ha inviato una lettera a OpenAI in cui accusa quest'ultima di violare il diritto d'autore.
Hanno creato una voce che non sembra né da uomo né da donna
Generalmente gli assistenti vocali vengono percepiti come identità femminili. Sono femmine “Siri” di Apple, l’Assistente Google e “Alexa” di Amazon. Come fa notare Design Taxi, siamo nel 2019: possibile che a nessuno sia ancora venuto in mente di lamentarsi del fatto che il ruolo dell’assistente tuttofare sempre agli ordini del suo padrone venga naturalmente affibbiato a una voce di donna?
Qualcuno ci ha pensato: l’agenzia creativa di Vice, Virtue, ha collaborato con il Copenhagen Pride per creare la prima voce “genderless” al mondo. La voce si chiama Q ed è composta dalla somma di cinque voci che non si identificano né come uomini né come donne: un mix che è stato poi ulteriormente ottimizzato per adattarsi a una gamma di toni completamente neutro. I produttori di Q sperano che aiuti a sradicare i pregiudizi di genere è utile e autorevole, rendendolo un’opzione percorribile per tutto. Al momento Q non è ancora stata collegata a un’intelligenza artificiale, quindi non è ancora in grado di comprendere richieste o eseguire attività, ma speriamo venga presto adottata da qualcuno.
Etsy Witches, witchtok, gli antri su Instagram e le fattucchiere di Facebook. Per quanto maldestre e talvolta in malafede, le streghe online ci dicono come sta cambiando il nostro rapporto con internet e con la realtà.
Il caso SocialMediaGirls scoppiato in seguito alla denuncia della giornalista Francesca Barra è solo l'ultimo di una ormai lunga serie di scandali simili. Tutti prova del fatto che se non regolamentata, la tecnologia può solo fare danni.