Cultura | Cronaca

L’autrice di un libro per aiutare i bambini a superare il lutto è stata accusata dell’omicidio di suo marito

Un caso ancora più perverso di quello dell'autrice di Come uccidere tuo marito, arrestata per averlo ucciso veramente (almeno lei era stata sincera).

di Studio

Kouri Richins è una giovane e sorridente mamma dello Utah: denti bianchissimi (non si capisce se sbiancati nella realtà o sbiancati nelle foto), lunghi e lucenti capelli castani, carnagione un po’ abbronzata, sguardo luminoso. Potrebbe benissimo passare per un’influencer, invece è una scrittrice, per la precisione l’autrice di Are You With Me?, un libro per bambini pubblicato con uno scopo ben preciso, e cioè fornire ai piccoli lettori una sorta di guida, o di esempio, per elaborare il lutto, in particolare quello per la morte di un genitore. Per scriverlo, Richins, 33 anni, si è ispirata a una storia vera: la sua. A marzo 2022, suo marito Eric, 39 anni, è morto improvvisamente, nel sonno, e nei mesi seguenti lei si è trovata a dover spiegare ai suoi tre figli piccoli perché papà non c’era più, dov’era andato, cosa gli era successo. La copertina del libro è talmente kitsch da diventare tenera. Un bambino sorridente con grandi occhi azzurri corre dietro a un pallone da calcio: nelle nuvole dietro di lui, nel cielo, spunta un papà sorridentissimo che fa il tifo. Basta cercare su Google le foto di Richins e suo marito per notare che il papà del disegno è identico a Eric: barba chiara, cappellino al contrario, smanicato imbottito. «Io e i miei figli abbiamo scritto questo libro basandoci sulle emozioni che abbiamo vissuto, sperando che possa aiutare altri bambini ad affrontare il lutto e trovare la felicità in un modo o nell’altro», spiegava l’autrice poco dopo l’uscita del libro, intervistata da una tv locale, «Per loro è confortante pensare che non stanno vivendo questa vita da soli. Papà è ancora qui, ma in modo diverso».

Sarebbe una storia toccante, se fosse vera. Ma non lo è, e chiunque desideri comprare il libro su Amazon non lo troverà, perché nei giorni scorsi, a un paio di mesi dall’uscita (il 7 marzo, circa un anno dopo la morte di Eric), è stato ritirato dal commercio. Lunedì 8 maggio, Kouri Richins è stata accusata di omicidio, e nello specifico dell’omicidio di suo marito, il padre dei suoi figli. Il vero libro sulla sua vera storia, allora, sarebbe un potenziale best-seller true crime alla Gone Girl, in cui Richins racconta come si è procurata il Fentanyl che ha usato per ammazzarlo (somministrandogli una dose 5 volte maggiore a quella necessaria per provocare un’overdose), e di come poi, per un anno, ha saputo recitare la parte della moglie e madre addolorata, perfino con i suoi stessi figli.

Il libro (da cui ovviamente andrebbe poi tratto un film) potrebbe cominciare con la serata fatidica. Era il 3 marzo 2022, e la coppia era in vena di festeggiamenti: Kouri, agente immobiliare, era riuscita a vendere una casa importante. Per festeggiare il suo successo, dopo cena, verso le 21, aveva preparato per il marito un ottimo Moscow mule. Poi erano subito andati in camera da letto: Eric aveva portato con sé il suo prezioso cocktail e l’aveva bevuto tutto. E qui il racconto si biforca. Per un anno questa è stata la versione ufficiale: Kouri Richins si sveglia intorno alle 3 del mattino per via dei lamenti di uno dei figli che sta avendo un incubo. Va a vedere cosa succede, tranquillizza il ragazzino, poi torna in camera. Accarezza suo marito addormentato, ma sobbalza trovandolo «freddo al tatto». Terrorizzata, chiama immediatamente l’ambulanza. Arriva anche il vice sceriffo della contea di Summit, trovano Eric sul pavimento ai piedi del letto. Provano a rianimarlo, ma ormai è morto.

Richins racconta agli investigatori di aver lasciato il cellulare accanto al letto quando è andata a controllare suo figlio. Ma gli investigatori hanno scoperto che il telefono era stato bloccato e sbloccato tante volte tra il momento in cui aveva detto di essere andata da lui e la chiamata al 911, e che in quell’intervallo di tempo aveva inviato e ricevuto messaggi, successivamente cancellati. A rifornire l’assassina dell’arma letale è stato un conoscente già segnalato varie volte per possesso di droga. L’uomo ha ammesso che Richins l’aveva contattato tra dicembre 2021 e febbraio 2022 chiedendo aiuto per ottenere farmaci antidolorifici per «un investitore che aveva un problema alla schiena». Due settimane dopo la consegna degli antidolorifici, Richins lo aveva contattato di nuovo chiedendo «qualcosa di più forte, la roba di Michael Jackson». L’uomo le avrebbe quindi venduto una ventina di pillole di Fentanyl per 900 dollari. Tre giorni dopo, il 14 febbraio 2022, la coppia festeggia San Valentino con una cenetta romantica. Dopo cena Eric si sente male e dice ad alcuni amici che pensa che sua moglie stia cercando di avvelenarlo. Due settimane dopo, Kouri contatta di nuovo il conoscente per acquistare altri 900 dollari di Fentanyl, lui lo deposita fuori da una casa che lei stava vendendo. Sei giorni dopo Kouri ci riprova, per sicurezza aumenta la dose, e raggiunge il suo obiettivo.

Sorgono molte domande: perché Richins ha deciso di uccidere suo marito? Com’è possibile che la verità sia venuta fuori dopo un anno? Che fine faranno i suoi poveri figli? Cosa farà adesso, scriverà un libro per aiutare i bambini ad affrontare il trauma di aver scoperto che mamma ha ucciso papà? Non è che per prepararsi aveva letto Come uccidere tuo marito di Nancy Crampton Brophy? Perché come sottolinea giustamente Janet Manley su Literary Hub, c’è una somiglianza incredibile tra le due storie, anche se Nancy, perlomeno, era stata sincera. Se n’era parlato moltissimo l’estate scorsa, quando l’autrice di Come uccidere tuo marito era stata condannata per aver letteralmente ucciso suo marito. Daniel Brophy, chef e professore della Oregon Culinary Institute, era stato trovato morto (due colpi di arma da fuoco) nella cucina della scuola. Era il 2018: qualche anno prima, sua moglie, autrice di romanzi erotici auto-pubblicati con titoli come Il marito sbagliato e L’amante sbagliato, aveva scritto un saggio con quel curioso titolo, in cui diceva cose come: «Quello che so sull’omicidio è che ognuno di noi ce l’ha dentro», elencando una serie di possibili modi per commetterlo (avvelenamento, sicari, spari, pugnalate) e anche confessando le sue insicurezze: «È più facile augurare la morte alle persone che ucciderle davvero». Il movente di Nancy, 71 anni, 26 dei quali trascorsi insieme al marito, erano i soldi: con la morte di Daniel si sarebbe accaparrata 1 milione e mezzo di dollari di assicurazione sulla vita. La sua storia ha già ispirato un film, How to Murder Your Husband, andato in onda a gennaio sul canale americano Lifetime. Non ne ha parlato più o meno nessuno, del film, a dimostrazione di come spesso la realtà superi la fantasia.