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Jeremy Strong e Brian Cox stanno litigando proprio come in Succession

A gennaio un nuovo trailer ha finalmente rivelato la data in cui potremo lanciarci sui nuovi episodi della quarta stagione di Succession: il 26 marzo la serie arriverà su Hbo, il 3 aprile su Sky e Now. Manca poco, quindi, ma il comportamento degli attori protagonisti sta rendendo l’attesa ancora più snervante. Il 21 febbraio è uscita la cover story del numero di marzo di Gq Usa, una super intervista-ritratto di Jeremy Strong. «Non esiste in televisione un personaggio come Kendall Roy», si legge nel sottotitolo, «Il modo in cui Jeremy Strong interpreta il miliardario tormentato lo ha reso famoso, anche per il suo approccio estremo all’arte della recitazione».

Un approccio di cui già si era parlato nel contestato ritratto di Michael Schulman uscito sul New Yorker nel dicembre 2021, in cui il giornalista sembrava sfottere Strong per la pedanteria e la serietà con cui affrontava il ruolo di Kendall, un personaggio sì tragico, ma anche abbastanza ridicolo (come dimostra lo spassosissimo profilo Instagram: @kendallroylookingsad). «Per me è una questione di vita o di morte», diceva Strong riferendosi al suo ruolo nella serie: un’esclamazione da “drama king” che sembra uscita dalla bocca di Kendall. Diceva anche che si rifiutava di fare le prove insieme agli altri protagonisti, perché per lui ogni scena doveva essere come «l’incontro con un orso in una foresta».

Se qualcuno aveva considerato l’articolo poco rispettoso nei confronti dell’attore, qualcun altro (tra cui noi) l’aveva molto amato, per la sua capacità di rendere il personaggio Jeremy Strong/Kendall Roy (due entità ormai inscindibili) ancora più irresistibile e patetico. Ora, su Gq, l’attore è tornato a parlare del suo metodo di recitazione, esasperando ulteriormente il suo collega Brian Cox, Logan Roy nella serie, che si era mostrato inizialmente abbastanza comprensivo, anche se un po’ preoccupato. Così si leggeva sul New Yorker: «È una malattia particolarmente americana, penso, questa incapacità di separare la vita dal lavoro», ha detto Brian, che è scozzese. «Il risultato che ottiene Jeremy è sempre piuttosto straordinario. Mi preoccupo solo di quello che fa a se stesso. Mi preoccupo per le crisi a cui si sottopone per prepararsi».

Essendo evidentemente pesante e permaloso proprio come Kendall, nell’intervista Strong si è lamentato non solo dell’articolo del New Yorker, ma ha anche sganciato un po’ di dichiarazioni molto formali (che suonano quindi decisamente passivo-aggressive) sul suo rapporto col collega Brian Cox. Che a sua volta, in pieno stile Logan, ha deciso di sfogarsi nella sua cover story, definendo il metodo interpretativo di Strong «fucking annoying» e descrivendo il modo in cui, dopo le scene più drammatiche, invece di «andare nel suo van e farsi una canna, rilassarsi», Strong si aggirava per il set con il muso lungo come se davvero avesse ucciso qualcuno.