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18:33 lunedì 22 dicembre 2025
Erika Kirk ha detto che alle elezioni del 2028 sosterrà J.D. Vance, anche se Vance non ha ancora nemmeno annunciato la sua candidatura «Faremo in modo che J.D. Vance, il caro amico di mio marito, ottenga la più clamorosa delle vittorie», ha detto.
A causa della crescita dell’industria del benessere, l’incenso sta diventando un bene sempre più raro e costoso La domanda è troppa e gli alberi che producono la resina da incenso non bastano. Di questo passo, tra 20 anni la produzione mondiale si dimezzerà.
È appena uscito il primo trailer di The Odyssey di Nolan ed è già iniziato il litigio sulla fedeltà all’Odissea di Omero Il film uscirà il 16 luglio 2026, fino a quel giorno, siamo sicuri, il litigio sulle libertà creative che Nolan si è preso continueranno.
Il ministero della Giustizia americano ha fatto prima sparire e poi ricomparire una foto di Trump con Epstein Il Department of Justice sostiene che tutto è stato fatto per «proteggere delle potenziali vittime di Epstein» ritratte nella foto.
Di Digger di Alejandro G. Iñárritu non sappiamo ancora niente, tranne che un Tom Cruise così strano e inquietante non si è mai visto La trama della nuova commedia di Iñárritu resta avvolta dal mistero, soprattutto per quanto riguarda il ruolo da protagonista di Tom Cruise.
C’è un’estensione per browser che fa tornare internet com’era nel 2022 per evitare di dover avere a che fare con le AI Si chiama Slop Evader e una volta installata "scarta" dai risultati mostrati dal browser tutti i contenuti generati con l'intelligenza artificiale.
Kristin Cabot, la donna del cold kiss-gate, ha detto che per colpa di quel video non trova più lavoro e ha paura di uscire di casa Quel video al concerto dei Coldplay in cui la si vedeva insieme all'amante è stata l'inizio di un periodo di «puro orrore», ha detto al New York Times.
I Labubu diventeranno un film e a dirigerlo sarà Paul King, il regista di Paddington e Wonka Se speravate che l'egemonia dei Labubu finisse con il 2025, ci dispiace per voi.

Per la prima volta nella storia negli Usa ci sono più abbonati alle piattaforme streaming che alla tv

01 Dicembre 2023

Un recente studio di Insider Intelligence ha mostrato che per il primo anno nella storia americana gli abbonati alle piattaforme di streaming supereranno quelli abbonati ai canali televisivo “tradizionali”. A oggi ammontano a circa 145 milioni le persone che hanno deciso di cancellare l’abbonamento ai canali televisivi o che l’apparecchio non l’hanno proprio mai avuto in casa – un aumento del 12,5 per cento rispetto al 2022 – mentre a fine anno il numero degli abbonati alla “vecchia” tv sarà di 121 milioni. Secondo lo studioso che ha guidato la ricerca, Paul Verna, è stato tutt’altro che un cambiamento improvviso. I primi segnali dell’inversione di tendenza si erano registrati nel 2014, spiega a IndieWire, quando le piattaforme streaming ha cominciato a essere sempre più diffuso.

Lo studio ha anche previsto che in soli quattro anni il divario si amplierà enormemente, fino a quando gli abbonati alle piattaforme streaming saranno il doppio rispetto agli abbonati alla tv: 182 milioni contro 91. Le conseguenze del trend sono già in parte visibili: a settembre otto canali Disney sono scomparsi dalla tv via cavo perché Charter, il provider, non voleva continuare a pagare per dei canali che non guardava più nessuno. Secondo i rappresentanti di Charter i programmi più popolari di Disney erano ormai tutti distribuiti tra Disney+, Hulu e Espn+. Charter ha proposto di dare accesso alle piattaforme streaming di proprietà Disney anche agli abbonati alla tv via cavo. Disney ha risposto che dal punto di vista economico l’idea non ha alcun senso. Poi non si sa cosa sia successo, ma Disney ha parzialmente ceduto e adesso alcuni abbonati a Charter possono guardare in streaming anche il catalogo di Disney+ e Espn+ senza costi aggiuntivi.

Un altro elemento da tenere in considerazione è il costo dei servizi di streaming, che in media è raddoppiato rispetto a quello che proponevano appena lanciati. Ad esempio due casi molto recenti sono stati quelli di Apple e Netflix, entrambe le aziende a ottobre hanno introdotto nuovi piani di abbonamento, tutti più costosi. Le proteste ci sono, ma alla fine l’unica possibilità rimane pagare e secondo gli analisti lo streaming potrà tirare la corda ancora a lungo. Yahoo!finance sostiene che una delle ragioni sia la difficoltà nell’attirare nuovi abbonati a causa della saturazione del mercato. Per questo motivo diversi esperti prevedono che presto la selezione naturale farà il suo corso e poco alla volta solo le piattaforme più forti, cioè con una base di utenti già numerosa, sopravviveranno.

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