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Hbo aveva iniziato a produrre una serie su una pandemia prima della pandemia

Un’epidemia di influenza, una società al collasso, la popolazione mondiale dimezzata e persone che si auto-isolano per non trasmettere la malattia agli altri: non è un resoconto di questi ultimi due anni, bensì un romanzo, Station Eleven, scritto nel 2014 da Emily St John Mandel e che Hbo ha scelto di adattare in una serie tv omonima. Per un’assurda coincidenza, quando la scorsa primavera è scoppiata la pandemia da Coronavirus, le riprese erano completate per un quinto, e poi sono state messe in pausa. Stando a quanto riportato da Indiewire, uscirà negli Stati Uniti a dicembre.

Ancora non sono usciti un trailer o una vera sinossi che spieghino di cosa tratterà la serie, si sa solo che, basata sul libro della scrittrice, sarà ambientata qualche anno dopo lo scoppio di una epidemia e che seguirà le vite di alcuni personaggi che ormai sono cambiate radicalmente. Ci sarà Mackenzie Davies nel ruolo della protagonista (l’avevamo vista nell’episodio “San Junipero” di Black Mirror), che in un’intervista ha descritto la serie come un ibrido tra The Road e una favola, spiegando che non è una storia morale né idealizza il trauma e la perdita. «Abbiamo sempre voluto fare una serie post-apocalittica non drammatica», ha spiegato l’autore di Station Eleven Patrick Somerville, che aveva scritto anche la serie Maniac, «quando abbiamo iniziato a vivere questa situazione, abbiamo provato sentimenti che non conoscevamo prima e che alla fine hanno influenzato la serie, ma credo anche che abbiamo fatto quello che volevamo fare». È d’accordo Jeremy Podeswa, produttore esecutivo della serie, che crede che «I temi della storia abbiano iniziato a risuonare sempre di più mentre andavamo avanti con le riprese e ci siamo accorti che ciò che importa sono le altre persone, la salute e anche fare arte, che è quello che noi abbiamo fatto con questa serie, e ci ha dato una motivazione in quei tempi bui».