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Storie di ordinaria oppressione (e liberazione)

Per la Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze, Gucci lancia la campagna #LetGirlsDream e collabora con la regista Sharmeen Obaid-Chinoy per un cortometraggio animato.

di Studio

Le due copertine della zine curata dallo scrittore Adam Eli per Gucci CHIME FOR CHANGE

«Un matrimonio “mutaa” è regolato da un contratto che specifica la sua durata e l’importo del risarcimento concesso alla moglie temporanea. Il contratto può essere solo verbale e un chierico – sebbene spesso presente – non è necessario per convalidarlo. Il matrimonio può durare da un’ora a 99 anni. L’uomo non è obbligato a fornire la manutenzione giornaliera e ha il diritto di recedere dal contratto in qualsiasi momento». È quanto si legge nella lunga (e angosciante) inchiesta di Nawal al-Maghafi su Bbc News, che ha recentemente indagato il fenomeno delle spose adolescenti in Iraq. I matrimoni di questo tipo derivano dalla tradizione pre-islamica e vengono “celebrati” sia in Iran che in Arabia, sebbene siano sanzionati dai religiosi sciiti (sia in Iraq che Iran), ma ciò non impedisce che avvengano. Questo tipo di unione nasce con uno scopo ben preciso, che non è quello della procreazione: nei secoli precedenti, infatti, si svolgevano principalmente in siti di pellegrinaggio e centri commerciali, dove era alta la presenza di uomini solitari che viaggiavano molto ed erano perciò di compagnia occasionale. Era un modo di permettere agli uomini di godere della compagnia femminile e non violare i dettami della religione. Ancora oggi, sono molte le ragazze che si ritrovano prigioniere di questo meccanismo di sfruttamento, che le obbliga a una vita di dipendenza economica e psicologica.

Nahed Sater, la prima bodybuilder araba a vincere un titolo internazionale, fotografata da Mohamed Abdouni per la zine curata dallo scrittore Adam Eli per Gucci CHIME FOR CHANGE

Quella indagata da al-Maghafi è solo una delle realtà, forse meno conosciuta, di un fenomeno ben più ampio e diffuso: sono almeno dodici milioni nel mondo, infatti, le ragazze che ogni anno sono costrette a sposarsi prima di aver compiuto diciotto anni. Il matrimonio forzato le espone a maggiori rischi di violenza domestica, gravidanza precoce o forzata, con conseguenze negative per la loro salute. Spesso non hanno accesso a istruzione e opportunità economiche, tutti fattori che perpetuano il ciclo della povertà. Molti Paesi hanno innalzato l’età legale per contrarre il matrimonio a diciotto anni, ma le leggi di tutela non vengono sempre applicate e non sono sufficienti a contrastare queste pratiche nelle comunità dove il matrimonio infantile mantiene ancora oggi una forte valenza culturale ed economica. In occasione della Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze, che si celebra in tutto il mondo l’undici ottobre, Gucci ha perciò deciso di lanciare la campagna di sensibilizzazione #LetGirlsDream all’interno di CHIME FOR CHANGE, l’iniziativa con cui dal 2013 il marchio si impegna a promuovere  la  parità di genere a livello globale, privilegiando l’istruzione, la salute e la giustizia. Quest’anno, Gucci collabora con la regista premio Oscar Sharmeen Obaid-Chinoy per un cortometraggio animato, SITARA, che racconta la storia di Pari, una ragazzina il cui sogno di diventare pilota viene infranto quando è costretta a sposarsi. LetGirlsDream.org è anche una piattaforma dove la comunità globale è incoraggiata a scoprire l’argomento e a prendere posizione, realizzata in collaborazione con Equality Now, che dal 1995 si adopera per ottenere l’abolizione del matrimonio precoce, e Girls Not Brides, una coalizione di oltre 1200 organizzazioni della società civile impegnate a porre fine ai matrimoni infantili e permettere alle ragazze di realizzare il loro potenziale. Sul sito, gli educatori di tutto il mondo hanno la possibilità di chiedere che il film venga proiettato nelle loro vicinanze, ottenere materiali di discussione e organizzare attività che incoraggino le ragazze e i giovani in generale a condividere i loro sogni e a trovare fonti di ispirazione reciproca.

Un estratto dalla zine curata dallo scrittore Adam Eli per Gucci CHIME FOR CHANGE

SITARA, prodotto in collaborazione con VICE Studios, verrà presentato a New York alla vigilia della Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze, e sarà seguito da un dibattito che vedrà presenti Obaid-Chinoy, le produttrici esecutive Gloria Steinem e Ariel Wengroff, la produttrice Imke Fehrmann, e la compositrice Laura Karpman, con Kimberly Drew nel ruolo di moderatrice. Per accompagnare il film, lo scrittore e attivista Adam Eli ha curato una speciale zine dedicata all’indagine dei costrutti sociali sul genere e alle forme di attivismo tipiche della Gen Z.  La zine sarà distribuita al Gucci Garden di Firenze, al Gucci Wooster Bookstore di New York e attraverso librerie selezionate in tutto il mondo, ed è disponibile in italiano, inglese, portoghese, giapponese, cinese, coreano e spagnolo, nei rispettivi Paesi (si può scaricare e leggere da questo link). È poi disponibile un nuovo episodio del podcast Gucci: vi partecipano le giovani attiviste Sage Dolan-Sandrino, Xiuhtezcatl Martinez, Winona Guo e Priya Vulchi, con la moderazione della direttrice di Teen Vogue Lindsay Peoples Wagner (si ascolta da qui). E proprio Sage Dolan-Sandrino ha scritto nel suo saggio sulla zine un passaggio particolarmente interessante che spiega bene la partecipazione della Gen Z a questo tipo di campagne di sensibilizzazione: «Io e i miei coetanei siamo nati in un mondo completamente digitalizzato che ci ha dato immediato accesso a miliardi di informazioni e possibilità di comunicazione. Come risultato di ciò, abbiamo sempre una prospettiva globale». Una prospettiva che è un sano antidoto a molta retorica degli adulti.