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Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Il jazz del futuro a Milano

Perché non bisogna perdersi i Sons of Kemet, tra i protagonisti della serata Stone Island Presents al Fabrique, frutto della collaborazione tra Stone Island e Club to Club.

di Studio
10 Novembre 2021

La musica che riempirà il Fabrique di Milano nella serata del 10 novembre è la dimostrazione che, come sostiene il dj, conduttore radiofonico, giornalista e discografico Gilles Peterson, citato in questo articolo che traccia un ottimo ritratto della nuova scena jazz londinese, «il confine tra la club culture e il jazz sta finalmente scomparendo». A precedere i Sons Of Kemet, protagonisti della serata Stone Island Presents, frutto della collaborazione tra Stone Island e C2C, sarà Arooj Aftab, fresca di un album – Vulture Prince, uscito nell’aprile 2021– che unisce tradizione pakistana, canti sufi, canzone tradizionale araba, musica classica persiana, ambient, folk e new age. A chiudere l’evento sarà il dj e producer Kode9, uno dei protagonisti della scena elettronica indipendente degli ultimi 10 anni e fondatore dell’etichetta Hyperdub Records.

Quello che ci interessa di più, però, è il ritmo forsennato dei Sons Of Kemet, la formazione guidata da Shabaka Hutchings, sassofonista e clarinettista britannico originario di Barbados che da qualche anno ha riportato Londra al centro della scena new jazz internazionale. Hutchings è uno dei talenti più conosciuti e luminosi di una nuova e vivacissima scena musicale nata anche grazie allo sforzo politico di creare uno spazio sociale che ancora mancava, quello del progetto Tomorrow’s Warriors del contrabbassista jazz Gary Crosby, che dal 1991 si occupa di fornire istruzione musicale gratuita e di alta qualità a giovani di tutte le estrazioni sociali e culturali, con un occhio di riguardo verso i discendenti della diaspora afro-caraibica, seconde e terze generazioni di figli di immigrati dalle ex colonie inglesi.

A 37 anni, Hutchings è a capo di ben 3 formazioni jazz con nomi bellissimi. I Sons of Kemet (dal termine egizio che vuol dire “terra nera”, cioè ricca del limo del Nilo, e indica l’Egitto), i The Comet is Coming e i Shabaka and The Ancestors. L’ultimo album dei Sons, il loro quarto, è Black to the Future, uscito a maggio del 2021. Accolto con entusiasmo, segue il già osannato Your Queen is a Reptile del 2018, composto da 9 canzoni che si chiamano tutte “My Queen Is…” e poi il nome di una grande attivista, come Albertina Sisulu o Angela Davis, o una figura femminile cruciale, come quella della bisnonna di Hutchings, Ada Eastman.

I Sons Of Kemet mescolano soca e calypso, nyabinghi giamaicano e afrofuturismo, dando forma a un ritmo super energico, così frenetico che in certi momenti diventa difficile distinguere tra il vigore e la rabbia, due energie che coesistono perfettamente nella loro musica. L’esempio perfetto di questa coesistenza di celebrazione e sfogo è il bellissimo video di “Hustle”, il singolo realizzato con Kojey Radical, poeta spoken word figlio di immigrati del Ghana, che ha per protagoniste due giovani ballerine che «rappresentano la dualità presente in ogni lotta per trascendere i limiti interni».

Ma Black to the Future non è soltanto un album che è impossibile ascoltare stando fermi (soprattutto dal vivo: è lì che la forza percussiva del gruppo raggiunge il massimo livello), è molto di più: lo stesso Shabaka, l’ha definito un poema sonoro frutto di «rabbia, frustrazione e percezione emerse dopo la morte di George Floyd e le proteste di Black lives matter». I titoli delle singole canzoni compongono un poema sull’identità nera e ad aprire e chiudere l’album ci sono due poemi veri e propri “Field Negus” e “Black”, entrambi declamati dal poeta Joshua Idehen. Da “Black”: «Queste preghiere dei neri sono danza, questa lotta dei neri è danza, questo dolore dei neri è danza, questa lotta dei neri è danza, questo scoppio d’ira dei neri è danza, lasciate solo che i neri esistano, voi avete già il mondo, lasciate che i neri esistano, lasciateci in pace».

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