Da piattaforma sobria, formale e necessaria per chi voleva lavorare in ambito corporate a versione brainrot di Facebook: come LinkedIn è diventato il social più strano e incomprensibile di tutti.
Hanno inventato dei robot che sentono il dolore
Sappiamo che Blade Runner, con la sua metropoli distopica e chiassosa e i suoi perfetti replicanti, ha predetto molte cose – l’Intelligenza Artificiale, ad esempio, centrale nella storia del romanzo di Philip Dick e nel film, che appare come l’anello di congiunzione tra il racconto fantascientifico e le ricerche di oggi. Ora che un team dell’Università di Osaka in Giappone, ha realizzato un robot in grado di sentire il dolore, gli scienziati, come riporta Design Taxi, hanno affermato di non essere lontani dalla creazione dagli umani sintetici protagonisti del film di Ridley Scott.
Si tratta di un robot programmato in modo tale da «sussultare» quando gli si applica una carica elettrica sulla sua superficie, nel tentativo di insegnare all’Intelligenza Artificiale a essere sensibile a livello fisico ed emotivo. L’obiettivo infatti è che la codifica dei sensori di dolore nelle macchine le aiuti a sviluppare empatia per la sofferenza umana. Il principale ricercatore, il professor Minoru Asada, che è anche presidente della Robotics Society of Japan, ha inoltre spiegato che in Giappone credono che in ogni oggetto ci sia un’anima, ed è stato partendo da un assunto simile che ha sviluppato il progetto.
Il sistema artificiale di dolore è stato provato per la prima volta sul robot “Affetto”, una macchina con le sembianze di un bambino realizzata dagli ingegneri nel 2018. Ma in ogni caso, ciò per cui il team ha pensato questo tipo di ricerca è principalmente l’ambito dell’assistenza agli anziani, così che i robot possano «offrire aiuto fisico e psicologico alle persone più a rischio, che molto spesso vivono da sole», ha dichiarato Asada.

Immagini generate con l'AI che ritraggono mostri antropomorfi che fanno e dicono cose senza senso. Nati su TikTok Italia, hanno accumulato milioni di visualizzazioni e condivisioni in tutto il mondo. E nessuno ha ancora capito perché.