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Il biopic di Giorgio Armani è già in lavorazione  S’intitola Armani – The King Of Fashion ed è in lavorazione già da mesi, non si sa se con il benestare della famiglia o no.
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Dopo due anni di prove, EssilorLuxottica ha deciso di introdurre la settimana lavorativa corta Le sperimentazioni fatte fin qui hanno dato ottimi risultati, e ora l'azienda sembra intenzionata a cambiare definitivamente modello di produzione
La vita e la carriera del giovane Gigi D’Alessio diventeranno un film Il biopic si intitolerà Solo se canti tu e a interpretare D'Alessio sarà Matteo Paolillo, meglio noto come Edoardo Conte di Mare fuori.
Migliaia di registi, attori, sceneggiatori e lavoratori del cinema hanno firmato un appello per boicottare l’industria cinematografica israeliana Tra questi anche Yorgos Lanthimos, Olivia Colman, Tilda Swinton, Javier Bardem, Ayo Edebiri, Riz Ahmed e Josh O’Connor.
Il tentativo del governo nepalese di vietare i social è finito con 19 morti, le dimissioni del Presidente del Consiglio e il Parlamento in fiamme In 48 ore il Paese è piombato nel caos, il governo è stato costretto a fare marcia indietro e a chiedere pure scusa.
Una giornalista italiana ha scatenato un putiferio per non aver coinvolto Ayo Edebiri in una domanda su MeToo e Black Lives Matter Argomenti sui quali ha preferito interpellare Julia Roberts e Andrew Garfield, gli altri due protagonisti di questa intervista a tre fatta durante la Mostra del cinema di Venezia.
È morto Stefano Benni, inventore del Bar Sport, amico di Daniel Pennac, “performer” con Nick Cave e tante altre cose Romanziere, giornalista, drammaturgo: in ogni sua veste Benni ha saputo raccontare l’italianità, una battuta alla volta.  

“Il quarto stato” di Pellizza da Volpedo doveva andare in Cina, ma la Soprintendenza di Milano ha detto no

31 Ottobre 2024

Il 5 novembre Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica italiana, andrà in visita ufficiale in Cina. È uno dei molti viaggi di importanti rappresentati delle istituzioni italiane in Cina, perché a luglio c’era già stata Giorgia Meloni, e il 24 ottobre il ministro dell’Interno Piantedosi. C’entra, ufficialmente, l’anniversario dei 700 anni dalla morte di Marco Polo, ma anche la necessità di prendersi una cura speciale dei rapporti con la Repubblica popolare dopo la decisione del governo di tirarsi fuori dalla Belt and Road Initiative, altrimenti chiamata Via della Seta, che non ha fatto fare i salti di gioia a Xi Jinping.

La visita di Mattarella doveva essere una cosa in grande stile: il Ministero degli Esteri aveva pensato di mandare in Cina, oltre al veterano Presidente, anche il quadro che più rappresenta il simbolo delle lotte operaie in Italia: “Il quarto stato” di Giuseppe Pellizza Da Volpedo. Tra i quadri più famosi dell’intera storia dell’arte italiana, l’opera è esposta alla Galleria di Arte Moderna di Milano, dopo essere stato al Museo del Novecento, sempre a Milano. È stato terminato nel 1901 ed è enorme: cinque metri e mezzo di larghezza per quasi tre metri di altezza. Il piano del Ministero era di esporlo nella Grande Sala del Popolo di piazza Tienanmen, dove si riunisce il parlamento cinese, forse per provare a confondere i comunisti asiatici e dargli l’idea che anche il governo Meloni si rifà agli stessi valori di base. Ma è arrivato il rifiuto della Soprintendenza di Milano, che ha giudicato il viaggio troppo rischioso. I tempi sarebbero troppo stretti per un corretto imballaggio, ma soprattutto perché lo stato del quadro è già di per sé a rischio. E se la sala della GAM in cui riposa adesso è attrezzata per fornirgli le migliori condizioni, queste non sarebbero replicabili né in aereo né nei 1500 chilometri di viaggio da Shanghai a Pechino.

Da qualche decennio “Il quarto stato” è conosciutissimo, ma la sua fortuna è stata alterna: presentato alla Quadriennale di Torino del 1902 per la prima volta, non ricevette nessun premio e non fu nemmeno acquistato da alcun museo. Eppure, dal 1903 in poi, iniziò una certa fortuna iconografica: venne stampato e riprodotto da diversi giornali socialisti, come Unione o L’Avanguardia socialista. Nel frattempo, Pellizza continuò a cercare esposizioni presso altre mostre, ricevendo solo rifiuti. Nel 1907, infine, si suicidò. Nel 1920 “Il quarto stato” fu finalmente esposto in una mostra retrospettiva dedicata a Pellizza presso la Galleria Pesaro, e qui venne notato dal soprintendente del Castello Sforzesco Guido Marangoni, che si mosse per farlo acquistare dalla Galleria d’Arte Moderna. Dimenticato, ovviamente, durante il Ventennio, negli anni Cinquanta tornò a essere mostrato permanentemente nella sala della Giunta di Palazzo Marino, il comune di Milano. Un primo piano sul volto del bracciante protagonista del quadro è, inoltre, lo sfondo per i titoli di testa di Novecento di Bernardo Bertolucci, con l’inquadratura che a poco a poco si allarga per abbracciare, infine, tutta l’opera.

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