Hype ↓
18:24 martedì 11 novembre 2025
Secondo il presidente della COP30 i Paesi ricchi dovrebbero tutti prendere lezioni di ambientalismo dalla Cina André Corrêa do Lago ha detto che la Cina, uno dei tre maggiori inquinatori al mondo, è l'esempio che il resto del mondo dovrebbe seguire.
Prima di essere scarcerato, Sarkozy si è vantato su Instagram di tutte le lettere che stava ricevendo in carcere Un reel sull'Instagram dell'ex Presidente mostra le tante lettere, regali e cartoline inviategli dai sostenitori. Lui ha promesso che risponderà a tutti.
I giurati del Booker Prize hanno detto di aver premiato Nella carne di David Szalay perché «non abbiamo mai letto niente del genere» Già pubblicato in Italia da Adelphi, il romanzo di Szalay si conferma così, ancora una volta, uno dei libri dell'anno.
Dopo il flop di Megalopolis, Francis Ford Coppola è così indebitato che ha dovuto mettere in vendita la sua isola caraibica privata Dopo un orologio da un milione di dollari, Coppola è stato costretto a rinunciare anche all'isola caraibica di Coral Caye, suo ritiro estivo.
Si è scoperto che il Fedora Man, l’elegantissimo uomo fotografato il giorno della rapina al Louvre, è un 15enne che si veste sempre elegantissimo Non un giornalista né un detective né un cosplayer né un buontempone: Elias Garzon Delvaux è solo un ragazzo a cui piace vestire elegante e visitare musei.
Lo scandalo che ha portato alle dimissioni dei capi della Bbc ricorda molto la trama di The Newsroom 2 di Aaron Sorkin Il video manipolato di un discorso di Donald Trump ha portato alle dimissioni del direttore generale Tim Davie e della Head of News Deborah Turness.
Alla COP30 non ci saranno i leader di Stati Uniti, Cina e India, cioè dei tre Paesi che inquinano di più al mondo Alla Conferenza sul clima di Belém, in Brasile non ci saranno né Trump né Xi né Modi: la loro assenza, ovviamente, è un messaggio politico.
Un imprenditore ha speso un milione di dollari per promuovere una collana AI a New York e tutte le sue pubblicità sono state vandalizzate Avi Schiffman voleva far conoscere il suo prodotto ai newyorchesi. Che gli hanno fatto sapere di non essere interessati all'amicizia con l'AI.

Le parole sono importanti?

Approfondimento su uno degli incontri che si svolgeranno a Studio in Triennale, il 25 novembre. Discuteremo di censura e autocensura, di cosa si può ridere e di politically correct.

17 Novembre 2017

Le parole sono importanti? È quello che ci chiediamo in uno degli incontri in programma al Festival di Studio in Triennale, che si terrà lungo tutta la giornata di sabato 25 novembre, a Milano. È un tema complesso, che qui in redazione seguiamo con interesse sia leggendo i giornali stranieri che pubblicando approfondimenti nostri o dei nostri collaboratori. A settembre, per esempio, abbiamo pubblicato un pezzo di Arnaldo Greco che si chiedeva se oggi sarebbero ammesse in tv certe scorrettezze, anche comiche, che erano considerate normali nell’Italia del passato e se questo sia un segno di progresso civile o se non sia piuttosto una forma di censura (o autocensura) del pensiero libero. Un po’ tempo di prima Davide Coppo aveva ragionato sull’incattivimento linguistico dei social, anticipando una questione che sarebbe poi venuta fuori in modo molto più violento. È difficile avere un punto di vista univoco sulla questione o una soluzione: da un lato ci sono questioni legate al rispetto delle minoranze, delle differenze di genere e delle scelte sessuali; dall’altro i principi della libertà di espressione e di satira. Per provare a mettere tutte le carte sul tavolo abbiamo invitato quattro ospiti particolarmente sensibili al tema, per parlarne e interrogarci ancora. Sono Christian Rocca, direttore di IL, Saverio Raimondo stand-up comedian, Letizia Muratori scrittrice e collaboratrice di Studio e Mattia Carzaniga, giornalista e nostra firma fissa. Qui di seguito alcuni link consigliati da Studio e dagli ospiti dell’incontro per approfondire la questione prima di venire sabato in Triennale.

ST17

Saverio Raimondo

Jerry Seinfeld: Political Correctness Will Destroy Comedy – The Hollywood Reporter
La cosa interessante di questo articolo, uno dei tanti che segnalano un dibattito in corso negli Stati Uniti (ma che riguarda anche noi) sul rapporto fra comicità e politicamente corretto, è che a lanciare l’allarme non è un comico controverso, ma Jerry Seinfeld, uno stand-up comedian mainstream e leggero. Ma che sa che si ride solo se di può ridere di tutto.

Christian Rocca

Perché bisogna rassegnarsi all’idea che il Jobs Act è un idolo (da proteggere) – Il Foglio
Il tema è ampio, variegato e come disse una volta Obama quando gli fecero una domanda sull’aborto è anche «above my pay grade». Politically correct, censura, autocensura, dite? La prima cosa che mi viene in mente è che spesso dibattiamo su grandi temi, per esempio politici, senza accorgerci che ci sta sfuggendo il punto più evidente, quello sotto gli occhi di tutti, quello centrale. Il dibattito a sinistra per esempio, con il Jobs Act diventato lo spartiacque tra una sinistra neoliberista (qualunque cosa voglia dire) e una sinistra-sinistra che ha a cuore i lavoratori. Dibattito, fratture, scissioni. Ultimatum. O il Jobs Act o la vita. Ma come spiega in questo formidabile articolo Giuliano Ferrara, l’abolizione del Jobs Act è diventato un feticcio irragionevole e fanatico perché, se poi si va a vedere, quel provvedimento ha creato lavoro e crescita, non disoccupati e decrescita. Eppure si fa finta di niente e non so se sia censura o autocensura, non credo, ma certamente viviamo nel tempo in cui le parole non sono importanti.

Mattia Carzaniga

Louis C.K. Is Done – Vulture

Perché davvero siamo arrivati al punto di dover riconsiderare carriere, film, personaggi? Persino vulture si schiera dalla parte dei seri, neanche su Louis si può scherzare, o quantomeno immaginare scenari diversi (uno stand up favoloso su questa cosa?). Va bene la battaglia sacrosanta, ma ora è solo il tempo della pulizia e della serietà, chissà se ne verremo fuori.

Studio

The Limits of Irony – First Things
Dei limiti dell’ironia e del perché la critica di DWF è oggi più attuale che mai

How Late-Night Comedy Fueled the Rise of Trump – The Atlantic
Mai come in questi anni i liberal sono stati innamorati dei late night show. E se invece l’umorismo politico avesse aiutato a uccidere il dibattito?

The Hell You Say – The New Yorker
Di cosa parliamo quando parliamo di libertà di parola: uno dei pezzi definitivi, o quasi, sul tema.

Ta-Nehisi Coates has an incredibly clear explanation for why white people shouldn’t use the n-word – Vox
Ta-Nehisi Coates spiega perché, secondo lui, certe persone non possono usare certe parole.

Qui per scoprire il programma completo di Studio in Triennale

Mail_Sit2017-1748x2480_B

Articoli Suggeriti
Social Media Manager

Leggi anche ↓
Social Media Manager

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.