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08:16 giovedì 29 maggio 2025
Il produttore di Popeye di Robert Altman ha detto che quello è stato senza dubbio il film più incocainato di sempre Secondo Barry Diller, Ceo di Paramount all'epoca delle riprese, così tanta droga sul set di un film non si è mai vista.
Il caso dell’imprenditore italiano rapito e torturato a Manhattan somiglia sempre di più a un film horror Adesso si è consegnato alla polizia un secondo rapitore-torturatore, che ha confermato tutto quello che ha raccontato Michael Valentino Teofrasto Carturan.
Per andare a studiare negli Stati Uniti adesso bisognerà fare attenzione anche a quello che si posta sui social Lo ha deciso il governo, che ha sospeso l'emissione di tutti i visti per gli studenti in attesa di "certificarne" i profili social.
La distribuzione dei primi aiuti umanitari a Gaza è stata una tragedia (annunciata) Tre morti, 46 feriti, sette dispersi a Rafah, durante la distribuzione dei tanto attesi aiuti dopo mesi di assedio dell'Idf.
La serie di Harry Potter ha trovato i nuovi Harry, Hermione e Ron Dominic McLaughlin, Arabella Stanton e Alastair Stout sono stati scelti tra gli oltre 30 mila ragazzini che hanno partecipato al casting negli scorsi mesi.
Si è scoperto che la Cia usava un sito di Star Wars per comunicare con le sue spie Starwarsweb.net ora non esiste più, ma per tanti anni è stato la casa di nerd di Guerre Stellari e agenti segreti americani.
Klarna sta andando malissimo perché nessuno finisce di pagare le rate Cento milioni di dollari di perdite nel primo trimestre del 2025, tutto per colpa di utenti che rateizzano e poi scappano.
Da otto anni Netflix si rifiuta di distribuire un biopic di Gore Vidal perché il protagonista è Kevin Spacey Una decisione che è fin qui è costata cara alla piattaforma, che ha già perso 40 milioni di dollari per questo film.

Quali sono i nuovi oggetti simbolo delle proteste in tutto il mondo

27 Agosto 2019

I gilet gialli sono diventati un simbolo, ma sono anche un pratico strumento di protesta. Un utile espediente con cui i manifestanti francesi hanno cercato di uniformarsi e rendersi meno riconoscibili dalla polizia. Il gilet di sicurezza da autista è solo uno degli oggetti di uso quotidiano portati alla ribalta dalle proteste di piazza in tutto il mondo. Dall’Africa, alla Russia, fino all’America Latina e all’Asia, gli oggetti utilizzati sono i più semplici e inaspettati, scrive Bloomberg: i secchi di plastica per proteggersi dal gas lacrimogeno, i laser per distrarre agenti e telecamere (Hong Kong), oppure i contapersone del gruppo russo White Counter, uno strumento anti-propaganda in grado di fornire ai media i numeri reali della protesta.

Il digitale non è scomparso ovviamente. Tra le app più in voga c’è Telegram, tra le più scaricate a Hong Kong lo scorso luglio grazie ad alcune feature molto utili, come la possibilità di organizzare chat coinvolgendo 200.000 utenti. Ma quei social media che hanno avuto un ruolo decisivo nella primavera araba del 2011, scrive la testata, sono stati ridimensionati da tecnologie di sorveglianza altrettanto efficaci. Ecco allora il ritorno non solo di oggetti più semplici, ma anche di pratiche di battaglia civile che sembravano ormai superate: l’uso di corrieri, lo scambio di messaggi scritti a mano e la scelta di incontrarsi di persona per organizzare le proteste. Per Hardy Merriman, Presidente del Centro internazionale dei conflitti non violenti di Washington, si può parlare di una vera e propria “contro-innovazione”.

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