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09:23 giovedì 18 settembre 2025
Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte  La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale. 
Una editorialista del Washington Post è stata licenziata per delle dichiarazioni contro Charlie Kirk Karen Attiah ha scoperto di essere diventata ex editorialista del giornale proprio dopo aver fatto sui social commenti molto critici verso Kirk.
In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
Amanda Knox è la prima ospite della nuova stagione del podcast di Gwyneth Paltrow Un’intervista il cui scopo, secondo Paltrow, è «restituire ad Amanda la sua voce», ma anche permetterle di promuovere il suo Substack.
Luigi Mangione non è più accusato di terrorismo ma rischia comunque la pena di morte L'accusa di terrorismo è caduta nel processo in corso nello Stato di New York, ma è in quello federale che Mangione rischia la pena capitale.

Sta finendo l’Out of Office, sta arrivando il Personal Time Off

06 Settembre 2024

Vi ricordate il quiet quitting e le Grandi dimissioni? Quel momento è diventato un ricordo, il mondo del lavoro è tornato pressoché identico a come era prima della pandemia, quattro anni dopo ci resta quasi solo la soddisfazione di aver imparato delle parole nuove con le quali esprimere le nostre frustrazioni lavorative. Per esempio: non è più corretto dirsi out of office, la dicitura giusta adesso è PTO, Personal Time Off (è sottinteso: quella p significa personal ma anche paid, pagato).

@saraisthreads

#greenscreen PTO = prepare the others. My vacations are not a request, just a heads up. 🥰 #fyp #work #working #corporate #corporatelife #corporatetiktok #corporateamerica #corporatehumor #office #officelife #manager #managersbelike #career #quietquit #actyourwage #skit #funny #sketch #quietquitting #veronica #barista #baristalife #baristaproblems #baristatok #customer #customers

♬ original sound – Sarai Marie

Può sembrare una questione di poco conto, un vezzo linguistico che niente sposta nella discussione sul lavoro. In parte è così, ma in parte è anche un segno che mostra quanto profondamente sia cambiato il nostro rapporto con il lavoro. Come scrive Kase Wickman su Vanity Fair, la differenza tra Out of Office e Personal Time Off è sostanziale: quando ci si dice Out of Office, per esempio, si tende a specificare il perché (malattia, permesso, matrimonio, ferie, etc.); l’uso del Personal Time Off, invece, non prevede spiegazioni: è il mio tempo, decido di spenderlo lontano dall’ufficio, le ragioni per le quali lo decido non ho bisogno, motivo né dovere di spiegarle. In più, la dicitura Personal Time Off riflette anche un cambiamento ormai abbastanza definitivo e diffuso nelle modalità di lavoro: molti vivono settimane lavorative ibride, in cui ci sono i giorni del lavoro in presenza e i giorni di smart working. Che senso ha, dunque, usare una dicitura come Out of Office in un periodo storico in cui non è detto che si lavori in ufficio e non è detto che l’assenza dal lavoro corrisponda quindi all’assenza dall’ufficio?

Ovviamente, il Personal Time Off è già diventato un contenuto social, un meme. Soprattutto tra la Gen Z, la più avvezza a prendersi PTO senza pensarci troppo. Per esempio, una tiktoker spiega che l’acronimo PTO non sta per Personal Time Off ma per Prepare the Others. Un altro spiega la maniera corretta di prendersi del PTO: segnare su qualsiasi strumento di calendarizzazione che si usa a lavoro che «semplicemente oggi non ho voglia di lavorare, ok?». Un altro ancora dimostra empiricamente i vantaggi del Personal Time Off rispetto all’Out of Office: non devi avere un motivo per prendertelo, se hai dei permessi o delle ferie da fare, falle.

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