Cose che succedono | Medio Oriente

Hamas ha consegnato agli ostaggi israeliani liberati dei “souvenir” della loro prigionia

Dopo quindici mesi di guerra, alle 10:15 ora locale (11:15 in Italia) di domenica 19 gennaio nella Striscia di Gaza è entrato in vigore il cessate il fuoco concordato da Hamas e dal governo dello Stato d’Israele. L’accordo tra le parti prevede in questa prima fase la liberazione da parte di Hamas di 33 ostaggi israeliani (i primi sono tre donne, tenute prigioniere per 471 giorni) e di 90 prigionieri palestinesi – tutti donne e minori – da parte di Israele. Le immagini della consegna delle tre prigioniere israeliane alla Croce rossa, avvenuta nella giornata di ieri a Gaza City, in piazza Saraya, sono dappertutto: sui siti, sui social, sui giornali, ai telegiornali. In queste immagini, c’è un dettaglio evidenziato da diversi media israeliani (tra cui The Times of Israel) e internazionali: delle buste che i miliziani di Hamas hanno consegnato alle tre donne appena liberate.

Attraverso i loro canali, le brigate Izzedine al-Qassam (il braccio armato di Hamas) hanno diffuso un video in cui si vedono Romi Gonen, Doron Steinbrecher e Emily Damari ricevere delle buste con sopra attaccato una specie di “adesivo” con il simbolo delle brigate stesse. Secondo l’agenzia israeliane Ynet, nelle buste c’erano foto delle tre donne scattate durante la loro prigionia (al momento di questa ricostruzione non c’è nessun’altra conferma). Oltre alle buste, Gonen, Steinbrecher e Damari hanno anche ricevuto dei “certificati” che ne ufficializzerebbero la liberazione. Anche della consegna di questi documenti è stato fatto un video poi diffuso sui canali di Hamas.

Stando all’accordo tra Hamas e Israele, nelle prossime sei settimane dovranno essere liberati altri 30 ostaggi israeliani (il governo dice che ne restano ancora 61, 58 catturati il 7 ottobre, 3 prima di quella data, 34 di questi sono presunti morti). Per quanto riguarda i prigionieri palestinesi, dopo i primi usciti dalla prigione di Ofer, in Cisgiordania, Israele ne libererà quasi altri 1900.