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Salvini, come Trump, perde nelle grandi città

L’Italia dei grandi centri urbani continua a dire no all’euroscetticismo e sì all’Europa. La Lega di Matteo Salvini, che aveva chiuso la sua campagna elettorale a Milano in piazza Duomo, non conquista le principali città italiane. Il partito vince le europee con oltre il 34% delle preferenze, Salvini è in assoluto il candidato più votato, con oltre 2 milioni di preferenze, eppure mancano all’appello i principali centri cittadini. Dove la Lega conquista sì le periferie, spesso strappate al Movimento 5 Stelle – si pensi al 36% del VI municipio di Roma – ma resta debole.

Quello italiano è il risultato più “trumpiano” d’Europa secondo il professore di politica dell’Università La Sapienza di Roma Mattia Diletti, intervistato dal Guardian. «Gli italiani cercavano emozione e orgoglio. E Salvini ha dato loro quello che volevano». Ma il paragone tra le presidenziali americane e le europee, diventa ancora più calzante se pensiamo alla difficoltà di Trump di sfondare nei centri urbani, presidio dei Democratici. Gli stessi ostacoli incontrati da Salvini. Il Carroccio conquista infatti 76 province e sconfigge gli avversari in 3 comuni su 4. Si tratta di 5.868 città più o meno grandi (circa il 75% del totale), secondo YouTrend, ma arriva secondo nei principali centri urbani del Centro e del Nord e persino terzo al Sud. Con uno stacco dagli avversari di decine di punti percentuali, se si guarda al dato nazionale, che non può passare inosservato.

La Lega tiene a Roma, Milano e Torino, dove il Pd la sorpassa di pochi punti percentuali (rispettivamente il 25% vs 30%, 27% vs 36% e 26% vs 33%). Dimezza il risultato dei democratici a Bologna e Firenze (dove il Pd è arrivato al 40%). Cede al Sud contro il M5S, mantenendo ancora un competitivo secondo posto a Bari e Catania, sotto rispettivamente di 6 punti e 9 punti percentuali rispetto al dal 27% e al 30% di voti pentastellati. Ma scivola in fondo, in terza posizione, a Napoli e Palermo. Nel capoluogo partenopeo il Movimento vince a man bassa con il 39%. Nella città siciliana conquista un notevole 31%. Numeri che suonano come un campanello di allarme per gli euroscettici: una resistenza europeista c’è e potrebbe ripartire dalle grandi città.