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La sconfitta di Jeremy Corbyn

Alcuni articoli per ripercorrere la parabola del leader laburista dopo la storica sconfitta del 12 dicembre.

di Studio

Jeremy Corbyn durante un comizio a Glaswow, in Scozia, l'11 dicembre 2019. Foto di Jeff J Mitchell/Getty Images 

La peggiore sconfitta dal 1935 a oggi. Le elezioni del 12 dicembre scrivono una pagina da dimenticare nella storia del Partito laburista, che dopo i segnali di ripresa nel voto del 2017 – a un anno da Brexit – registra una sconfitta storica e perde anche nelle città che costituivano il cosiddetto “red wall”, che in alcuni casi votavano Labour da generazioni. A essere messo sotto accusa oggi è Jeremy Corbyn, la cui leadership nel partito è sempre stata in realtà piuttosto travagliata. Troppo radicale, troppo borghese, troppo lontano dalla nuova working class, portatore di un’idea di sinistra novecentesca e ormai defunta – testimoniata dal suo programma lungo e pieno di promesse che non hanno colto l’interesse degli elettori, come ha scritto il Guardian – troppo timido, poco televisivo, troppo social, poco affidabile. Gli attivisti più anziani non gli hanno perdonato l’appoggio al movimento repubblicano irlandese e la leggerezza nel distanziarsi da certe posizioni antisemite, mentre i più giovani sembravano essersi mobilitati per lui nel 2017. Dal rapper Stormzy alla popstar Dua Lipa, infatti, sono stati tanti gli artisti che hanno appoggiato Corbyn nel tentativo di incentivare il voto giovanile. Dopo David Cameron e Theresa May, Brexit miete così la sua terza vittima illustre: abbiamo scelto degli articoli che ne raccontano la singolare parabola.

“The Jeremy Corbyn story”Bbc
Per chi non sapesse nulla di lui, la Bbc compila una lunga biografia per capitoli. Veterano del partito da sempre legato alle battaglie sociali, Corbyn non è mai stato un carrierista e la sua ascesa al potere è stata lunga e piuttosto inaspettata. Classe 1967, è in Parlamento dal 1983 come rappresentante del collegio di Islinghton North (Londra). Vive con la sua terza moglie e ha tre figli avuti dal precedente matrimonio. Nel 2015 ha detto di se stesso: «Visto che non ho mai avuto un’educazione superiore di sorta, non ho soggezione di quelli che ce l’hanno né mi sono sentito mai superiore a chi non ce l’ha».

“The meaning of Corbynism”The New Statesman
Per molti la disfatta del Partito Laburista è stata causata prima di tutto dall’impopolarità del suo leader: questo pezzo uscito a marzo 2018 sul New Statesman è forse uno dei più chiari approfondimenti su Jeremy Corbyn e sulle persone che l’hanno influenzato, accompagnato e sostenuto nel suo percorso. Per capire chi è davvero Jeremy Corbyn, insomma, occorre comprendere cos’è il “corbinismo”, ovvero l’ideologia, le strategie e soprattutto gli alleati grazie ai quali Corbyn è riuscito a trasformare il Partito Laburista.

“Will Corbynism Survive Jeremy Corbyn’s Defeat?”The Atlantic
Agli analisti, la terribile sconfitta del Labour ha riportato alla mente quella del 1983, quando il segretario Michael Foot, anche lui molto a sinistra, perse malamente contro Margaret Tatcher a causa di un manifesto ribattezzato «il biglietto suicida più lungo della storia». Quello di Corbyn era tre volte più lungo e ha ottenuto un risultato addirittura peggiore. Ora il dibattito è aperto nel partito: che fine farà la sua corrente ormai decapitata del suo leader? 

“Jeremy Corbyn is showing how left populism fails”Vox
Nel 2017 Zack Beauchamp scriveva su Vox che Jeremy Corbyn è la dimostrazione vivente di come far fallire un partito di sinistra e del perché il populismo di sinistra non può funzionare. Dalla confusione delle sue dichiarazioni (una strategia ispirata da quella di Donald Trump, disse chiaramente il suo team) al famoso discorso di Peterborough, in cui Corbyn rinnegava molte delle sue precedenti proposte in materia di immigrazione, Beauchamp spiega come il leader ha accompagnato il suo partito verso il collasso.

“Amis on Corbyn: Undereducated, humourless, third rate”The Times of London
Un ritratto al vetriolo di Jeremy Corbyn, questo scritto da Martin Amis per il Sunday Times nel 2015 e che poi è stato incluso nella raccolta di scritti giornalistici e saggi L’attrito del tempo (Einaudi 2019). Corbyn viene definitivo dal cattivissimo scrittore inglese non istruito, privo di senso dell’umorismo e, cosa ben più grave per un politico, incapace di capire il carattere inglese. Amis in definitiva riassume tutte le critiche di cui è stato oggetto Corbyn (parlando anche del suo antisemitismo e della sua morbidezza con l’islamismo), ma la sua penna le rende ancora più credibili.

“Jeremy Corbyn calls for unity in Glastonbury speech”The Guardian
«Solo se siamo più uniti si può cambiare il mondo», aveva gridato nel 2017 il leader Labour dallo storico palco del Glastonbury Festival. Un palco difficile già per i musicisti che lo calcano, figuriamoci per i politici. Eppure, il pubblico lo aveva acclamato con tanto di coro da stadio diventato virale. Lui per concludere aveva recitato una poesia di Percy Bhysse Shelley, il suo poeta preferito, e per un momento sembrava che il Regno Unito gli volesse davvero bene.

“Inside Momentum, Labour’s Secret Weapon”Vice Uk
Fondato nel 2015, Momentum è un movimento organizzato per portare Corbyn al governo, che si proponeva di funzionare da ponte tra la politica locale e il partito. Benché non sia riuscito nel suo intento, quella che adesso è a tutti gli effetti una società registrata ha avuto un ruolo centrale nelle elezioni del 2017. Come scriveva Vice Uk: «Ha avuto un approccio molto audace, grazie a un mix di valori socialisti e di tecnologia con cui è stato in grado di raggiungere numerosi giovani».

“Inside the #Grime4Corbyn relaunch: ‘The other parties don’t really care about us’”Gq Uk
Dalle elezioni del 2017, il movimento Grime4Corbyn ha lavorato quotidianamente per coinvolgere i giovani nella campagna per promuovere il Partito Laburista. Ciaran Thapar di Gq ha raccontato l’evento organizzato a dicembre in occasione delle elezioni (quattro ore di musica grime) e ha riportato le speranze e gli obiettivi dei suoi partecipanti e organizzatori. Nelle parole di uno degli attivisti: «Per me non si tratta solo del fatto che Jeremy Corbyn sia il nostro leader, ma anche del fatto che i club giovanili, i progetti comunitari, le istituzioni culturali e tutte le infrastrutture di cui abbiamo bisogno per apportare il cambiamento sono stati decimati dall’attuale governo».