L'immagine, pubblicata e poi cancellata dai social di Kojima, ha fatto arrabbiare prima gli utenti turchi, poi quelli italiani, per motivi abbastanza assurdi.
Grazie al pianto di Claudia Pandolfi tutti stanno andando a vedere Il ragazzo dai pantaloni rosa
Diretto da Margherita Ferri, Il ragazzo dai pantaloni rosa è uscito nei cinema italiani il 7 novembre e in pochi giorni è arrivato in cima al box office, incassando più di Terrifier 3, Parthenope e The Substance (qui i dati di Cinetel). Il film, un adattamento del libro di Teresa Manes, Andrea oltre il pantalone rosa (Graus Edizioni), racconta una storia vera, quella di Andrea Spazzacatena, il ragazzo morto suicida a 15 anni dopo essere stato vittima di bullismo. A interpretare il quindicenne è l’attore suo coetaneo Samuele Carrino, mentre nel difficile ruolo della madre di Andrea c’è Claudia Pandolfi. Ed è stato proprio un video-sfogo dell’attrice, pubblicato tre giorni fa, a provocare l’impennata del boxoffice.
Visualizza questo post su Instagram
Nel video Claudia Pandolfi si riprende mentre piange, e dice: «Non ho mai parlato direttamente in questa maniera alle persone che mi seguono sui social, diciamo che c’è sempre stato un bel distacco da parte mia. Ma io sto leggendo così tanti messaggi da parte vostra, voi che siete andati a vedere Il ragazzo dai pantaloni rosa, e sto leggendo così tanta gratitudine mista al dolore. Insomma, mi dispiace. Mi dispiace che vi accadano cose così sgradevoli. E mi dispiace che abbiate dovuto affrontare tanto dolore nella vita. Piango perché, sì. Mi dispiace. Grazie per quello che scrivete». Una dinamica che, anche se molto diversa (non ci piace pensare che il video sia stato fatto di proposito), ricorda quella della Chimera, quando grazie alla “chiamata alle armi” della regista Alice Rohrwacher e di Josh O’Connor, non solo gli incassi del film erano aumentati del 76 per cento, ma La chimera era diventato il film più visto nei principali cinema di diverse città (ne avevamo parlato qui).
Etsy Witches, witchtok, gli antri su Instagram e le fattucchiere di Facebook. Per quanto maldestre e talvolta in malafede, le streghe online ci dicono come sta cambiando il nostro rapporto con internet e con la realtà.
Il caso SocialMediaGirls scoppiato in seguito alla denuncia della giornalista Francesca Barra è solo l'ultimo di una ormai lunga serie di scandali simili. Tutti prova del fatto che se non regolamentata, la tecnologia può solo fare danni.