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10:40 domenica 25 maggio 2025
È morto il fotografo brasiliano Sebastião Salgado Con le sue grandi fotografie in bianco e nero ha sempre sollevato importanti questioni etiche, politiche e ambientali.
Un uomo in Norvegia si è svegliato con una nave cargo arenata nel suo giardino Ma solo dopo che il vicino è andato a svegliarlo per dirgli che c'era una nave cargo arenata nel suo giardino.
Pop Mart ha tolto i Labubu dagli store di Londra perché in fila si creavano delle risse L'azienda ha preso questa decisione per proteggere sia i suoi dipendenti che i clienti.
Per colpa di Trump, Harvard rischia di perdere quasi un terzo dei suoi studenti Gli studenti internazionali sono tantissimi e, con le loro tasse, contribuiscono grandemente al bilancio dell'università.
Il video che Trump ha usato per dimostrare che in Sudafrica è in corso un genocidio dei bianchi è un falso Lo hanno rivelato due giornalisti del New York Times, che hanno indagato sul video e scoperto che si tratta di una bufala.
La Thailandia ha depenalizzato la cannabis, ma il turismo della cannabis l’ha fatta pentire I casi di "turisti" che vanno e vengono dalla Thailandia a scopo di contrabbando sono aumentati a tal punto da costringere le autorità a intervenire.
Nel nuovo Assassin’s Creed si possono uccidere le persone ma non gli animali Anzi, gli animali si possono adottare e allevare, e c'è anche la possibilità di passare tutto il tempo ad accarezzarli.
Sentimental Value di Joachim Trier è il film favorito per la Palma d’oro, almeno a giudicare dalla standing ovation che ha ricevuto Quindici minuti di applausi, la più lunga standing ovation in questa edizione del festival.

Il Playboy di Salvador Dalì

Quando il magazine di Huge Hefner ospitò il lavoro del maestro spagnolo. Si può rivederlo con un app

06 Novembre 2011

Dici Playboy e pensi a Hugh Hefner, alla sua famosa mansion e alle enormi quantità di Viagra che il caro vecchietto ingurgita ogni sera per poter essere all’altezza della sua fama in camera da letto. Pensi alle conigliette e alle loro doti, al paginone che si srotola tenendo il giornale di traverso. Poi magari compri Playboy Italia e ti trovi gli editoriali di Rosita Celentano e Umberto Smaila. E pensare che un tempo il magazine più famoso al mondo (nonché quello con il merchandising fuffa più diffuso) aveva delle pagine culturali e artistiche da far invidia anche alle testate più verticali sull’argomento.

Una su tutte fu l’edizione del mese di dicembre 1974, in cui il settimanale per gentlemen più famoso del mondo chiese a Salvador Dali di realizzare un “servizio artistico”, una specie di portfolio, utilizzando playmates ovviamente nude, per descrivere le sue fantasie erotiche. Il risultato fu “The Erotic World of Salvador Dalí”, un inserto di quattro pagine ormai diventato un cult, tra gli appassionati di Playboy, gli appassionati d’arte, e quelli di tutte e due le cose. Aiutato dal fotografo di conigliette Pompeo Posar, il pittore realizzò a Cadice, Spagna, gli scatti, affiancando alle bionde abbronzate e svestite simboli, ritagli, rimandi erotici e rimandi pop – dalla Coca-Cola ai pitoni, dalle uova giganti ai busti cesariani romani. Ne vengono fuori dei perfetti “Dalí” erotici con modelle in carne e ossa, ma non cercateci un senso troppo profondo: l’artista dichiarò che il significato della sua opera era «la motivazione più pura – i soldi».

È dagli anni quaranta che Dalí si è dedicato a occasionali ma fruttuose collaborazioni, inserendo la sua arte in altri contenitori artistici e media. Ci furono i costumi e i set realizzati per il balletto Labyrinth, nel 1941, le scenografie per Hitchcock nella sequenza onirica di Spellbound, le illustrazioni (1946) del Macbeth e di Don Chisciotte.

E se le scelte dell’attuale Playboy made in Italy non brillano per coraggio e/o originalità – rischi di trovarti in copertina Naike Rivelli, Eva Henger, Elenoire Casalegno e Pamela Anderson (Pamela Anderson!) con annesso quote dell’intervista a Moira Orfei che dice «Non c’è nessuno della statura di Berlusconi» – è vero che anche l’edizione americana del magazine ha perso, negli ultimi vent’anni, il fascino iconico e la rilevanza culturale che aveva un tempo, soprattutto a causa della concorrenza di pubblicazioni come Penthouse, Oui, Gallery, ma anche Maxim e FHM.

Le collaborazioni illustri di Playboy negli anni ’70 e ’80 non si fermarono a Dalí: sfogliando vecchie copie opache ci si può imbattere in Andy Warhol, Charles Eames, Keith Haring (ma anche Lachapelle nel “recente” 1999). Tutta gente che si può ritrovare con la nuova app iPlayboy, grazie alla quale si spulcia l’archivio Hefner dagli anni ’50 in poi (a pagamento, of course), e ci si può perdere per un po’ tra nudità vintage e ottime interviste (Arafat, Grace Kelly, Fidel Castro). La necessaria precauzione da seguire, una volta tornati nell’amaro presente, è cercare di tenersi lontani per un po’ dalle edicole. C’è il rischio di imbattersi in una cover tiranneggiata dalle quasi cinquantenni forme di Valeria Marini. Ce lo meritiamo, Umberto Smaila.

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