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“Il Giardino delle delizie” è il dipinto dell’era dei social, secondo Dazed & Confused

Ha il suo account Twitter – @boschbot – e i suoi meme a tema, tanto da essere ormai diventato una sorta di paradigma attraverso cui interpretare la realtà che ci circonda. Parliamo di una delle opere più conosciute di Hieronymous Bosch, il “Trittico del Giardino delle delizie”, che oggi su internet vive quasi una seconda vita (c’è addirittura chi ci ha visto Donald Trump). Un processo di rinnovata popolarità simile a quello che è accaduto alle dolci fanciulle dei Preraffaelliti, che spopolano su Instagram e hanno anche ispirato più di una campagna pubblicitaria di Gucci.

Ma il “Giardino” dipinto dal pittore fiammingo tra il 1480 e il 1490 sembra però occupare una posizione diversa nell’immaginario collettivo (non viene citato perché è una celebrazione della bellezza, insomma) e si è ritagliato uno spazio di rilevanza digitale che, come ha provato a spiegare Jessica Heron-Langton su Dazed & Confused, ha molto a che fare con l’attuale situazione politica ed economica. Secondo l’autrice, infatti, il “Giardino” si muove più o meno nello stesso territorio delle “cursed images” molto popolari negli anni Dieci, ovvero quelle foto che ritraevano momenti assurdi eppure in qualche modo plausibili di vita quotidiana, come un pollo buttato in mezzo alla strada oppure una rana che trasporta una cipolla.

Allo stesso modo, le bizzarre scene dipinte da Bosch – uomini nudi che cavalcano pesci o che trasportano frutti dalle proporzioni smisurate, coppie nude intrappolate in una bolla – funzionano ancora oggi da metafora di un momento storico confuso e decadente, carico di una violenza in potenza che ricorda molto il periodo in cui l’opera fu concepita. «Bosch dipinse il “Giardino” quando il capitalismo si affacciava per la prima volta in Europa. L’opera cattura le paure delle persone, legate ai peccati umani come l’avidità, ed è allo stesso tempo una riflessione sugli sconvolgimenti politici del tempo. Era un avvertimento contro la corruzione, un dipinto pensato per essere compreso da tutti», scrive l’autrice. Un avvertimento che sembra risuonare oggi che «il capitalismo è entrato in nuove fasi di dominio in cui le lacune di disuguaglianza sembrano allargarsi quasi ogni giorno», conclude.